02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

CORRIERE FIORENTINO

Brunello, vai col tango ... Un imprenditore argentino avrebbe acquistato 134 ettari di terreno tra le colline del pregiato vino per 15 milioni di euro. L’ultimo caso di una serie di recenti sbarchi celebri ... Il Brunello brinda a ritmo di tango. Secondo il sito specializzato WineNews, un imprenditore argentino, che vanta già investimenti nel Chianti, nell’azienda di Dievole in particolare, avrebbe acquistato a Montalcino 134 ettari di terreno, di cui 25 a vigneto (15 a Brunello e 10 tra Rosso e Sant’Antimo), oltre ad un casale di 800 metri quadrati (da ristrutturare), per un cifra sui 15 milioni di euro. La proprietà, denominata Poggio Landi, è staccata dalla Fattoria dei Barbi, storica tenuta della famiglia Cinelli Colombini, tra le più antiche di Montalcino, vicino a Castiglion del Bosco. A porre fine ai rumors è stato Stefano Cinelli Colombini, attuale proprietario: “Siamo ai dettagli ma finché non c’è la firma non possiamo ritenere conclusa la trattativa. Per noi si tratta di una scelta strategica. Oggi il Brunello è un gioiello che fa gola in tutto il mondo e, in questa fase, è a tutti gli effetti un bene rifugio. Basti pensare che nel 2012 nel territorio produttivo sono stati venduti 12 milioni di bottiglie con prezzi che oscillano sugli 800 euro a ettolitro”. Cinelli Colombini si è comunque augurato che l’accordo si concluda al più presto: “Sappiamo che la trattativa con Dievole si è chiusa molto rapidamente. Ci auguriamo lo stesso anche nei nostro caso. Questa attenzione nel mondo è molto importante per tutto il sistema Montalcino, a conferma di una grande vitalità”. E di una tendenza, dovuta in larga parte alla crisi economica, ad accettare capitali esterni.
E’ di solo poche settimane fa la notizia dell’acquisto della Tenuta Oliveto, di proprietà della famiglia Machetti, valutata 8 milioni di euro, da parte della Soleya International Corporation di Panama. O, ancora, per citare le più recenti, le acquisizioni de “Il Giardinello” da parte di Louis Camilleri, ceo del colosso Philip Morris International, o di Mastrojanni, oggi del gruppo del caffè illy, o Castiglion del Bosco, della griffe della moda Ferragamo. O, ancora, de Il Palazzone da parte di Richard Parsons, ex ad di Time Warner e Citigroup, o Poggio di Sotto, una delle aziende di riferimento del Brunello di Montalcino, da parte di Claudio Tipa, patron di ColleMassari e zio di Ernesto Bertarelli, lo svizzero “mister Alinghi”.

Articolo Corriere

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su