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GUSTO & UNIONE

“Cous Cous Fest 2024”, la ricetta migliore del prodotto che unisce i popoli è del Marocco

La storica kermesse in Sicilia, a San Vito Lo Capo. L’Italia si aggiudica due premi speciali: sostenibilità e originalità

Semplice, veloce, gustoso, capace di esaltare aromi e profumi, “accogliente”, perché sta bene davvero con tutto, ma anche un alimento che fa rima con unione. Parliamo del cous cous che, dal 2019, è stato inserito nel Patrimonio Immateriale dell’Umanità dall’Unesco, che ne riconosce il valore culturale e la capacità di unire popoli e tradizioni. Un prodotto particolarmente diffuso nell’area del Maghreb e che viene celebrato, dal 1998, in Sicilia, a San Vito Lo Capo, con il “Cous Cous Fest”, che include anche il campionato del mondo che aggrega, nel nome del cous cous, popoli, storie, tradizioni, culture e religioni differenti.
A San Vito Lo Capo, dove il cous cous è un piatto tipico, è andata in scena una vera e propria festa di sapori, amicizia e musica. Il Marocco, per la seconda volta nella storia della manifestazione (la prima nel 2003) trionfa al Campionato del mondo di cous cous, l’evento centrale del Cous Cous Fest che ha messo a confronto, a San Vito Lo Capo, chef di 9 Paesi (Cina, Eritrea, Israele, Italia, Marocco, Palestina, Russia, Tunisia e Ucraina), ma anche in rappresentanza di Medici Senza Frontiere,
il tutto all’insegna dello scambio tra culture nel festival prodotto dall’agenzia Feedback e dal Comune di San Vito Lo Capo.
La coppia di chef, Chaoui Hanae, chef imprenditrice che ha aperto a Milano “La Medina”, un bistrot specializzato in cucina e pasticceria marocchina, e Mourad Dakir, chef e titolare di “Maison Touareg”, il primo ristorante marocchino a Milano, si è imposta sul team cinese e quello di Medici senza Frontiere, arrivati in finale. Il team del Marocco ha conquistato il palato della giuria tecnica, guidata dall’imprenditore Oscar Farinetti, con un cous cous tradizionale marocchino, un ricordo delle montagne dell’Alto Atlante.
“La nostra ricetta è più di un semplice piatto - hanno detto Chaoui Hanae e Mourad Dakir - è un simbolo di famiglia, tradizione e gratitudine. Questo cous cous racchiude i sapori genuini delle montagne dell’Alto Atlante, nella provincia del Haouz, dove ogni ingrediente è scelto con cura e preparato con amore”. Alla squadra marocchina è andato anche il premio speciale Amadori per la valorizzazione del prodotto carne e il premio tegamino d’oro della storica Pentole Agnelli.
Due, invece, i premi speciali andati al team italiano, composto da Antonino Ingargiola di Mazara del Vallo e chef del ristopub “Bik Bak” di San Vito lo Capo e Andrea Pellegrino, chef pasticcere al bar “Oasi” di Castelvetrano, con la ricetta dal titolo “Il ricordo” che si ispira ai ricordi della tradizione e della cultura siciliana; e, quindi, il premio UniCredit per la ricetta più sostenibile, e quello per la ricetta più originale promosso da Conad. La squadra di Medici Senza Frontiere, charity partner del festival, capitanata da Cesare Battisti, chef e oste del ristorante “Ratanà” a Milano, e composta dal suo sous chef Davide Politi e dallo chef senegalese Mbaye Mbow, ha conquistato il premio Electrolux per l’innovazione tecnologica nella cottura. La migliore presentazione del piatto “Food Network”, secondo la giuria tecnica, è stata quella degli chef della Cina: Giulia Liu, fondatrice e proprietaria di Gong Oriental Attitude, un ristorante di alta cucina cinese a Milano e Zuo Cuibing, maestro della cucina tradizionale cinese.
Nell’albo d’oro del “Cous Cous Fest”, prodotto dall’agenzia Feedback e dal Comune di San Vito Lo Capo, Italia e Tunisia sono i Paesi con il maggior numero di vittorie, cinque a testa.

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