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ANALISI

Crea: vigneto Italia resiliente e sano, ma vendemmia quantitativamente in calo

Raccolta in anticipo di 7-20 giorni, e iniziata già in molte Regioni. Cresce l’ottimismo per la qualità delle uve
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Le previsioni sulla vendemmia 2022

Con i primi grappoli ormai in cantina da giorni praticamente in tutta Italia, in attesa che la vendemmia entri nel vivo nei territori più importanti, anche il Crea, con il suo Centro di Ricerca di Viticoltura ed Enologia, analizza i primi dati e fa le sue previsioni sulla raccolta appena iniziata. Partendo, come da consuetudine (e come ha fatto pochi giorni fa anche Veneto Agricoltura nel suo “Previsioni Vendemmiali 2022”, qui: https://winenews.it/it/caldo-e-siccita-pesano-sulla-vendemmia-2022-le-previsioni-di-veneto-agricoltura_476332/), dall’analisi dell’andamento meteo, con l’Italia accomunata eccezionalmente da un andamento omogeneo da Nord a Sud. Alte temperature, e in particolare siccità hanno caratterizzato la primavera e l’estate italiana. Nonostante le difficoltà del meteo, il 2022 ha incoronato il vigneto italiano come resiliente ai cambiamenti climatici. Già in passato è stata messa alla prova la capacità del nostro territorio, ma mai come in quest’annata le condizioni metereologiche sono state così avverse ed ostiche. Da anni la ricerca, in sinergia col mondo produttivo, ha sviluppato strategie di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici - dice il Crea - permettendo alla filiera del vino di non trovarsi impreparata neppure in estati come quella che stiamo vivendo.

Dal punto di vista fitosanitario l’annata si presenta buona, come indicano i dati rilevati dal Crea Viticoltura di Conegliano. La penuria di precipitazioni ha sicuramente facilitato il controllo delle malattie fungine, riducendo anche il numero di interventi fitosanitari: la peronospora è praticamente assente in tutto il territorio italiano, si rileva solo la presenza di alcuni focolai di oidio ma sono situazioni sotto controllo. Anche della botrite non c’è traccia, nemmeno nelle cultivar particolarmente suscettibili e a grappolo compatto. Da evidenziare solamente il problema della flavescenza dorata, che ha interessato soprattutto l’area viticola del nord Italia, in particolare Veneto, Emilia-Romagna, Piemonte e Lombardia.

In termini produttivi il 2022 non sarà ricordato come un’annata abbondante, a causa soprattutto dei vigneti non serviti da impianti di irrigazione o bacini di raccolta delle piogge. Per la qualità invece, le uve hanno un contenuto di zuccheri e sostanze coloranti superiori alla norma, mentre viene costantemente monitorata l’acidità per cogliere l’ideale momento di raccolta. La carenza di escursione termica giorno-notte ha per adesso influenzato la qualità in alcune zone, ma queste ultime settimane potrebbero compensare, dato l’attuale andamento climatico. L’anticipo rispetto al 2021 è importante e varia da 7 a 20 giorni, a seconda delle diverse aree viticole.

Per le quantità si prevedono Friuli-Venezia Giulia e Veneto in leggero calo sul 2021 (-10% e -5% rispettivamente), a causa della scarsità di piogge e dell’impossibilità di irrigare i vigneti in alcune aree, quelle collinari in particolare. In Trentino-Alto Adige la produzione è in leggero aumento, +5-6 % sul 2021, in particolare per le cultivar autoctone a bacca rossa (Teroldego e Marzemino). Lombardia ed Emilia-Romagna registrano una flessione delle produzioni, in particolare per la zona dell’Oltrepò Pavese e per la collina romagnola. Il Piemonte, invece, ha risentito meno della drammaticità dell’annata dove si prevede una riduzione, rispetto al 2021, solo di qualche punto percentuale. In altre due Regioni viticole italiane di primo piano, Toscana e Puglia, si registrano produzioni leggermente superiori al 2021, ma per motivazioni diverse: la Toscana è stata interessata da una forte gelata nella scorsa annata che aveva compromesso buona parte della produzione, e ha recuperato quest’anno. In Puglia la fertilità delle gemme è buona e superiore alla media, e nei vigneti irrigui si prevede fino ad un 10% in più. La Sicilia, infine, è la Regione che ha sofferto di più in quest’annata, soprattutto nei vigneti non irrigui, con cali del 5%-10% sulla 2021.

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