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Cresce il mercato cinese del vino e cresce l’interesse a capirlo. Quali sono le province che hanno più sete? Quali i paesi maggiormente importati, dopo gli amati Bordeaux di Francia? Ecco una mappa 2017 del Chinese General Administration of Custom

Il rapporto della Cina con il vino si è ormai consolidato e sta crescendo di anno in anno, soprattutto in termini di consumo di etichette estere. Secondo i dati pubblicati dalla Chinese General Administration of Custom, l’import di vino nel 2017 è cresciuto sul 2016 del +17,9% in valore (per 2,789 miliardi di dollari e un prezzo medio di 3,74 dollari al litro) e del +16,8% in volume (per un totale di 746 miliardi di litri): una cifra che in 5 anni si è quasi duplicata, quando nel 2012 la quantità di vino importata si fermava al 394 miliardi di dollari.

Il comunicato si addentra ulteriormente nell’analisi del mercato interno cinese, dando un’interessante mappa delle province cinesi che dimostrano di avere più sete in termini di valore: al primo posto c’è Guangdong (provincia che confina con Hong Kong e Macao) con 909 milioni di dollari, seguita da Shanghai a 735,5 milioni di dollari (provincia che però batte la prima in termini di volume, con 150 milioni di litri importati). Seguono Zhejing (189 milioni di dollari), Fujian (136,6 milioni di dollari), Beijing (136,1 milioni di dollari), Tianjin (124,6 milioni di dollari), Shandong, la principale regione vinicola della Cina e il principale mercato commerciale di vino sfuso (111,6 milioni di dollari), Jiangsu (79,7 milioni di dollari), Liaoning (34,9 milioni di dollari) e infine Sichuan (20,1 milioni di dollari).

Parte dell’analisi si dedica infine anche ai principali Paesi importatori di vino in Cina, ripresa da “The Drinks Business” (www.thedrinksbusiness.com). Resta imbattibile la Francia (e i suoi Bordeaux), sia in termini di valore (1,05 miliardi di dollari, +8,83% sul 2016) che di volume (217,8 milioni di litri, +14,05 sul 2016). La segue l’Australia, fresca di accordo di libero scambio col gigante asiatico, che nel 2017 vi ha esportato 105,7 milioni di litri (+33,2%) per un valore di 682,4 milioni di dollari (+25,77%), e che batte la Francia in termini di valore a bottiglia (6,45 dollari al litro, contro i 4,82 dollari al litro dei francesi). Il terzo posto va al Cile con 74,3 milioni di litri esportati (+23,66%) per 266,97 milioni di dollari (+27,5%) che perde però il primato di principale esportatore di vino sfuso, scettro che passa alla Spagna con un +200,3% per 63,34 milioni di litri: per quanto riguarda, invece, il vino imbottigliato la nazione spagnola guadagna il quarto posto con 67,9 milioni di litri (-5,74%) per un valore di 149,9 milioni di dollari.

L’Italia è stabilmente alla posizione n.5, sia in volume (29,4 milioni di litri, +14,21%) che in termini di valore (139,1 milioni di dollari). Seguono gli Stati Uniti, a 9,63 milioni di litri esportati per un valore di 75,6 milioni di dollari (+44,09%, segno che è aumentato il prezzo medio a bottiglia). Settimo posto per la Nuova Zelanda, che sperimenta (dopo l’accordo commerciale bilaterale) un crollo nei volumi, ma un deciso aumento del valore (+39,89% per 29,2 milioni di dollari). Il Sud Africa perde a doppia cifra sia per volumi (8,1 milioni di litri, -15,48%) che per valore importato (24,45 milioni di dollari, -29,71%), senza soluzione di continuità vista la siccità che l’affligge e il drastico calo di uva prodotta, seguito dal Portogallo in posizione n.9, con 7,7 milioni di litri esportati, con un aumento del valore del 16,91% (22,19 milioni di dollari). Chiude la classifica l’Argentina, anche lei in perdita, con 5,05 milioni di litri esportati (-9,6%) per un valore di 22,08 milioni di dollari (-4,5%).

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