Domani torna il campionato di calcio, dopo un’astinenza di mesi, che ha precipitato il Belpaese nella noia e nello sconforto estivo delle estenuanti trattative di calciomercato. Riparte la corsa alla Juventus, campione d’Italia ormai da otto anni, con le inseguitrici sempre più competitive e determinate ad assottigliare il gap con la Vecchia Signora. Tutti a vedere la partita, quindi, ma con stile. Perché gli stadi ormai non sono più quei catini infernali ed un po’ inquietanti che tengono alla larga le famiglie, al contrario, i più importanti accolgono veri e propri ristoranti di livello, skybox e skylounge con vista privilegiata sul campo dove godere della cucina di ottimi chef ed accompagnare l’esultanza per un gol con un buon brindisi. Ad inaugurare la tendenza, ormai diversi anni fa, è stato il Real Madrid, che, al Santiago Bernabeu, aprì il Puerta 57, nell’anello superiore dello stadio. Una moda, ed un business, arrivati ormai anche in Italia, con il Chianti Classico, ad esempio, che nel 2014 dette vita alla partnership con la Fiorentina da cui scaturì il Crystal Lounge Gallo Nero: cucina toscana, vini esclusivamente Chianti Classico e tifo viola. Oggi, l’hospitality della Fiorentina, così come quella di Lazio e Sampdoria, è gestita dalla Infront, che la scorsa stagione portò al Franchi, all’Olimpico ed al Ferraris i piatti di 19 Jeune Restaurateurs d’Italia.
A San Siro, invece, la realtà più longeva: per il settimo anno consecutivo, infatti, la griffe della Valpolicella La Collina dei Ciliegi torna a gestire in partnership con Hospitality Milano l’offerta food & wine delle Skylounge VIP dello stadio meneghino, per le partite casalinghe di Inter e Milan della prossima stagione che comprende, oltre alla serie A, la Coppa Italia e, nel caso del club nerazzurro, la Champions League. Fischio d’inizio il 26 agosto, per il posticipo Inter-Lecce, quando al Bistrot e al Ristorante del primo anello rosso dello stadio scenderanno in campo i vini della cantina veronese abbinati al menù stellato di Enrico Bartolini. Come nelle passate stagioni, saranno due gli ambasciatori de La Collina dei Ciliegi in rappresentanza delle rispettive squadre: Beppe Baresi (Inter) e Daniele Massaro (Milan).
Anche le duellanti degli ultimi anni, la Juventus ed il Napoli, hanno (o avranno) il loro spazio dedicato al food: allo Juventus Stadium, di gran lunga lo stadio più moderno ed accogliente del Belpaese, le aree food sono 30, animate da una vera e propria brigata di cucina, e se all’inaugurazione del 2011 fu il grande e compianto chef Gualtiero Marchesi a “battezzarle”, oggi non ci sono chef stellati. Di stelle, del resto, ce ne sono a sufficienza sulla maglia (tre, ndr), mentre la partnership più importante, in questo senso, è con le bollicine del Trentodoc di Ferrari, che da anni “bagna” le vittorie in campionato in campo e negli spogliatoi. Il San Paolo di Napoli, invece, dovrebbe svelare i propri sky box al termine dei lavori di ristrutturazione dello stadio, tra qualche settimana, ed è qui che dovrebbe (per ora il condizionale è d’obbligo) trovare spazio una gastronomia di un certo livello. E se per i tifosi della Roma c’è l’esperienza della “Tribuna 1927”, un bistrot dedicato ai fan giallorossi, l’Atalanta ha avuto la fortuna, nella stagione 2014/2015, di poter offrire ai tifosi vip della Dea la cucina firmata dalla famiglia Cerea, tre stelle Michelin con il “Da Vittorio” di Brusaporto e, soprattutto, tifosissima dei bergamaschi.
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