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D / La Repubblica Delle Donne

Rivoluzione di champagne ... Il più costoso, almeno secondo la classifica elaborata da Forbes, è il Dom Perignon Rosé del 1995, con un prezzo che oscilla dai 350 ai 290 euro a bottiglia. Non male per uno champagne rosé, vino fino a qualche tempo fa poco considerato persino dai produttori. Ma in questi ultimi due anni c’è stata una rivoluzione in cantina: intanto perché champagne e spumanti hanno perso la loro connotazione da vino delle feste, per diventare l’accompagnamento di una tavola non banale. E poi perché fra gli champagne si sta assistendo a una decisa renaissance delle bollicine rosa, di quei rosé finora snobbati o relegati al dessert.
Lo confermano i dati: se i rosé erano il 2,5% delle esportazioni di champagne nel 1977, nel 2006 sono diventati il 10% di un mercato che vale 320 mila bottiglie l’anno. Veuve Cliquot (maison che per prima lo ha prodotto, nel 1775) nei 2001 ha iniziato a pensare a un rosé senza annata, e i risultati di vendita sono stati straordinari, nonostante prezzi di vendita più elevati.
Grandi case internazionali e produttori più di nicchia hanno tutti lanciato il loro rosé, con un successo tale che qualche produttore (Bruno Paillard per esempio) sta pensando di contingentare la produzione. Il segreto di questo fenomeno? Figaro Madame ne ha dato una lettura anche cromatica: da quando il rosa è stato sdoganato anche come colore, togliendogli connotazioni eccessivamente sdolcinate, il rosé ha potuto trovare una sorta di vita propria, favorito dal suo essere comunque un vino strutturato e di carattere. Che può accompagnare moltissime portate. Insomma, un vino da piacere.

Felicità in bolle...
La degustazione smentisce qualsiasi pregiudizio. Chi pensa che lo champagne rosè sia un vino femmlnile, da accompagnare solo a torte e dessert, rimarrà stupito dai piatti che Carlo Cracco, chef del milanese CraccoPeck, ha abbinato ai Moèt & Chandon Grand Vintage 2000 Rosè: un risotto allo zenzero, pepe di Sechuan e acciughe, e un carrè di maialino di cinta senese allo spiedo, accompagnato con ratatouille di frutti invernali. Sapori decisi, dalla tradizione italiana, esaltati dalle bollicine rosa. In questa direzione, d’altra parte, va la tendenza in tavola: il rosé può accompagnare qualsiasi piatto, dal culatello di zibello alla cucina etnica, dall’aperitivo al dopo cena.

Trasparenze e grafica alcolica...
Gancia e Pininfarina: due storiche aziende piemontesi si sono unite per un esperimento di cobranding: Pininfarina ha disegnato le bottiglie per un Asti Docg metodo Gancia, un Prosecco Extra Dry e un Rose Brut che Gancia produrrà appositamente per l’operazione.
Restyling in casa Ferrari: la cantina trentina dei Lunelli ha presentato la nuova veste grafica. Per il Ferrari Brut si è trattato di un intervento conservativo mentre più deciso è stato il restyling per l’etichetta rosé.
È rigorosamente rosa la Cliquot Loveseat. doppia poltrona che Karim Rashid ha realizzato. In edizione limitata, per la casa della Grande Dame.
9.800 bottiglie. 400 Magnum: è la tiratura limitata dei Jacquesson Rose 1996: gusto equilibrato, con fragranze floreali.
Cinzano punta sulle trasparenze: il suo rosé ha una nuova bottiglia che gioca su riflessi e rifrazioni della luce.


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