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VINO E TERRITORI

Da PrimaAnteprima ai territori “Dop”, ecco le “Anteprime di Toscana”. Con l’Igt Toscana sugli scudi

La più grande Indicazione geografica della regione vale mezzo miliardo di euro, con 89 milioni di bottiglie nel 2024, e 15.000 ettari rivendicati
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Al via la “Settimana delle Anteprime di Toscana”, tra Firenze e i territori “Dop”

Non è immune dalle difficoltà del vino in generale, e dei vini rossi in particolare, la Toscana, regione a netta trazione rossista. Ma archiviato un “Buy Wine” by Regione Toscana e PromoFirenze, nei giorni scorsi a Lucca, che ha confermato un grande interesse per i territori del Granducato da parte dei buyer del mondo (nei prossimi giorni il video su WineNews), alla vigilia di PrimAnteprima (14 febbraio, Firenze), la giornata-evento che apre ufficialmente la “Settimana delle Anteprime di Toscana”, i numeri parlano di una filiera che tiene, almeno con i vini fermi a denominazione, con una produzione a 2,6 milioni di ettolitri ed un export per i vini fermi Dop che nei primi 10 mesi 2024 ha fatto registrare un +4,8% in volume ed un +10% in valore. Numeri di Ismea, che saranno approfonditi domani, al via di una maratona che vedrà il 15 e il 16 febbraio andare in scena l’Anteprima del Nobile di Montepulciano, nella Fortezza della città del Poliziano, con i riflettori che torneranno su Firenze, il 17 e il 18 febbraio con la Chianti Classico Collection alla Stazione Leopolda, il 19 febbraio con Chianti Lovers & Rosso Morellino alla Fortezza da Basso, e poi la chiusura, il 21 febbraio, con il “Valdarno di Sopra Day” a Il Borro, il Relais & Châteaux della famiglia Ferragamo a San Giustino Valdarno. Mentre a prendersi la scena, il 20 febbraio, al Palazzo degli Affari ancora a Firenze, sarà “L’Altra Toscana”, con l’associazione guidata da Francesco Mazzei, presidente del Consorzio Vini della Maremma Toscana - con la regia di Scaramuzzi Team - che racconterà un volto diverso della Toscana enologica, presentando in degustazione le nuove annate di 13 Dop e Igp, con i rispettivi consorzi, tutti assieme: Maremma Toscana, Montecucco e Montecucco Sangiovese, Cortona, Chianti Rufina, Terre di Casole, Suvereto, Val di Cornia e Rosso della Val di Cornia, Carmignano, Barco Reale di Carmignano e Vin Santo di Carmignano e Igt Toscana.
E proprio la grande Igt Toscana, un architrave del sistema enoico della Regione, arriva a questo appuntamento in buona salute e con lo sguardo rivolto al futuro, con la forza dei numeri. “La carta d’identità del vino Toscana Igt racconta di 89 milioni di bottiglie prodotte nel 2024, di cui 27,5 milioni - pari al 31% - assorbite sul mercato interno ed il restante 69% sui principali mercati internazionali, con i Paesi europei in testa che rappresentano nel complesso il 46% della quota export totale, seguiti dagli Stati Uniti che assorbono il 33% e dall’Asia con il 6%. Il rimanente 15% è distribuito nel resto del mondo. E con 15.000 ettari rivendicati, il record di sempre. In termini di valore, la produzione del Vino Toscana Igt si attesta attorno al mezzo miliardo di euro”, sottolinea il Consorzio Vino Toscana guidato da Cesare Cecchi. Che spiega: “l’anteprima de “L’Altra Toscana” arriva dopo una vendemmia 2024 assolutamente soddisfacente, foriera di vini equilibrati e gradazione non troppo elevata. La produzione è stata buona anche dal punto di vista quantitativo, con 820.000 ettolitri prodotti in 15.000 ettari di vigneto. L’aumento rispetto allo scorso anno è stato significativo dato che la vendemmia 2023 era stata molto scarsa a causa dei numerosi problemi dovuti all’andamento climatico e alle patologie che si svilupparono. La rivendicazione di 15.000 ettari di vigneti per la produzione di Toscana Igt rappresenta un dato importante perché non si era mai superato il tetto di 13.000 ettari: questo significa che sempre più produttori credono nelle potenzialità del marchio e sono disposti ad investire le proprie energie nella valorizzazione del vino Toscana Igt. Tutto questo nonostante una campagna viticola a tratti complicata, avvenuta leggermente in ritardo rispetto agli anni precedenti pur avendo presentato uno sviluppo vegetativo precoce nelle fasi iniziali. Durante l’estate l’anticipo è stato recuperato e la vendemmia si è svolta un po’ in ritardo rispetto a quanto successo negli ultimi anni. La raccolta - conclude Cecchi - per le varietà più precoci è andata avanti per tutto settembre ed è terminata nelle colline più alte e per le varietà più tardive nella prima decade di ottobre”.
Tra i temi caldi di cui si discute nelle ultime settimane a livello globale c’è anche quello dei dazi, che il Governo degli Stati Uniti, con la rielezione del Presidente Donald Trump, vorrebbe introdurre per i prodotti d’importazione, ivi compreso il vino.In merito a ciò, il presidente del Consorzio Vino Toscana Cecchi spiega come “già nel 2019, quando gli Stati Uniti erano intenzionati ad applicare i dazi, il Consorzio Vino Toscana realizzò un’indagine tra i produttori e l’80% delle aziende pensava che il fattore che avrebbe potuto maggiormente influire negativamente per l’export negli Usa sarebbero stati proprio gli eventuali dazi. Oggi la situazione sembra di nuovo essere del tutto simile e la sensazione dei produttori è del tutto analoga. Comunque non vogliamo agire come se già ci fossero i dazi, ma attendere gli eventi auspicando che l’Italia riesca a superare il problema e fare degli accordi soddisfacenti. Intanto il Consorzio ha provveduto alla registrazione del nome “Toscana Igt” negli Usa”. La presenza alle spalle dei ben 390 soci che, considerando quelli delle cooperative, arrivano a 1.594 produttori - tra viticoltori, vinificatori ed imbottigliatori tra i più rappresentativi del panorama vinicolo internazionale aumentati in modo considerevole dal 2019 - del Consorzio Vino Toscana, in questo scenario, acquisisce una fondamentale rilevanza strategica per tutto il territorio della Toscana, soprattutto nell’ambito della gestione, tutela, promozione, valorizzazione e informazione al consumatore. “La Regione Toscana ha assunto un ruolo determinante nel processo di riconoscimento avvenuto con Decreto del Ministero dell’Agricoltura nell’agosto 2023 - spiega il direttore del Consorzio, Stefano Campatelli - portando di fatto a compimento un progetto di rinnovamento avviato già nel 2019. Così come determinante è stato il contributo fornito in merito alla modifica del disciplinare di produzione dell’Indicazione Geografica, sul quale la Giunta Regionale si è espressa con parere favorevole. La proposta dovrà essere adesso esaminata dal Ministero e dalla Commissione Europea, ma siamo fiduciosi che il messaggio da veicolare con tali modifiche - l’eliminazione dell’aggettivo “Toscano” lasciando solo il riferimento al nome geografico “Toscana” e l’introduzione delle nuove categorie Vino Spumante e Vino Spumante di Qualità - possano essere ben recepite nell’ottica di rafforzare l’identità e la qualificazione del vino della denominazione conferendo una specifica provenienza geografica, nonché dando nuovo impulso alla crescita delle aziende viticole toscane, che potranno incrementare la produzione e diversificare l’offerta puntando sempre di più sulla qualità e sulla sostenibilità”.

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