La vinificazione in anfora, tecnica antica, che dalla Georgia, dove i “qvevri”, i vasi di terracotta usati già 8.000 anni fa, non sono mai stati abbandonati, negli ultimi decenni ha ridestato l’interesse e l’attenzione di tanti vignaioli, specie in Italia, terra che ha conosciuto il vino fatto nella terracotta ben prima di quanto si immagini: è così che si faceva il vino ai tempi degli Etruschi, e prima ancora dei Greci. Non è un caso, quindi, che, da qualche anno, una delle fornaci più importanti di Toscana, la “Artenova Terrecotte” di Impruneta, sponsorizzi la kermesse dei vini in anfora “La Terracotta e il Vino”, che torna il 4 e 5 giugno a Firenze, nella cornice della Certosa, dopo i due anni di pandemia, organizzata dall'Associazione culturale La Terracotta e il Vino, con Sergio Bettini, l’enologo Francesco Bartoletti di Artenova Terrecotte ed Adriano Zago, agronomo ed enologo esperto di biodinamica, di scena alla Certosa di Firenze, luogo unico per la sua ricchezza di storia e arte.
Saranno 50 i produttori, provenienti da tutta Italia e dal mondo, che presenteranno oltre 200 etichette di vini affinati esclusivamente in giare di terracotta. Si tratta di produttori che credono e investono nella sostenibilità della viticoltura, dimostrando qualità e cura, con l’applicazione di ridotti impatti ambientali nell’intera filiera di trasformazione, dalla vigna, alla cantina, fino alla distribuzione. L’appuntamento più atteso è quello con il convegno tencinco che apre la manifestazione, il 4 giugno, articolato in due sessioni: la prima, con un taglio storico-narrativo sulla tradizione della vinificazione in anfora, con gli interventi di Ivano Asperti, wine scout, scrittore e autore di “Vitigni, vini rari e antichi, Le unicità dell’Italia enoica”, e del giornalista americano Paul White con “I racconti di Talha, l’antica risposta del Portogallo al vino in anfora”; la seconda parte illustrerà, invece, il monitoraggio dei parametri chimici, fisici e sensoriali di un vino Sangiovese nel corso di un anno di maturazione in diverse tipologie di contenitore, cemento, acciaio e legno, oltre naturalmente alla terracotta, con attenzione anche allo studio dell’ossigenazione dei vari materiali, con gli interventi dei professori del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie dell’Università di Firenze Valentina Canuti, Monica Picchi e Francesco Maioli.
Il 5 giugno, invece, degustazione guidata del wine expert, Filippo Bartolotta, dal titolo “I vini affinati in terracotta e il loro potenziale di invecchiamento”: insieme a FIlippo Bartolotta ci sarà anche Adriano Zago, agronomo ed enologo esperto di biodinamica; nel pomeriggio la proiezione dei video che raccontano la storia di Tenuta Fontana presenta (“Il vino del Re: la vigna della Reggia di Caserta e il Pallagrello) e Azienda Agricola Arrighi (“Nesos il vino Marino: viaggio alla scoperta di un vino mitologico“), e ad impreziosire i due giorni de “La Terracotta e il Vino” ci sarà anche la mostra multimediale “L’Enologia nell’Arte, fra storia e tradizione”, curata dalla storica dell’arte Annamaria Bernacchioni.
Focus -“La Terracotta e il Vino”: i produttori dall’Italia, dal Nuovo e dal Vecchio Mondo
M achi ci sarà di produttori dall’Italia, dal Nuovo e dal Vecchio Mondo a “La Terracotta e il Vino” n. 4, che torna il 4 e 5 giugno ? In primnis le conferme di chi ha aderito dalla prima volta: 1701 Franciacorta (Cazzago San Martino, Lombardia), Casadei, con la linea de Le Anfore di Elena Casadei e le aziende toscane di Castello del Trebbio e Tenuta Casadei a Suvereto, l’Azienda Agricola Cirelli (Atri, Abruzzo), I Cacciagalli (Teano, Campania), l’Agricola Arrighi (Porto Azzurro, Isola d’Elba), Corte d’Aibo (Monteveglio, Bologna). Tra le toscane tornano, per la seconda volta, l’Azienda Agricola Oliviero Toscani Wine di Pisa, La Piana (Isola di Capraia) e Le Verzure (Murlo, Siena), mentre, fra le altre, fanno il loro ingresso, per la prima volta, Vicchiomaggio (Greve in Chianti), Sassotondo (Grosseto), Podere Ema (Bagno a Ripoli), Tommaso Bojola Fattoria La Castellina (Castellina in Chianti), Fattoria le Masse (Barberino Val d’Elsa), Fattoria di Petrognano (Montelupo), Falzari Vini (Vinci). L’Italia è ben rappresentata anche al Nord e al Centro-Sud. Dalla Campania ci sono Tenuta Fontana, Villa Matilde Avallone, l’Agricola Marino Mariae I Cacciagialli. C’è la Sicilia dell’Agricola Lipari e di Bagolarea, la Basilicata di Elena Fucci, la Puglia di Cantina Cignano e di Masseria La Cattiva. Fra i nomi della produzione vinicola dell’Italia centrale fa il loro ingresso quest’anno Terrazze di Spazzavento (Castel Viscardo, Terni), mentre torna, per la seconda volta, Marco Carpineti (Cori, Latina). Dall’Italia del Nord Vini Visintini (Corno di Rosazzo, Udine) e Cascina Corte (Dogliani, Cuneo). Tra gli stranieri a rappresentare i continenti che praticano l’affinamento in anfora, tornano, tra Europa e Asia, l’Armenia di Zorah Wines e l’Europa di Ploder (Austria) e di Herdade de Rocim (Portogallo); per la prima volta, Ghira Winery (Croazia) e Terracotta Wines di Valencia (Spagna), e saranno presenti cantina dalla Francia, tra cui le Chateau De Piote.
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