Naturalità, sostenibilità, qualità: valori fondamentali del vino, per raggiungere i quali la tecnologia e la conoscenza sono importantissime, per intervenire il meno possibile e nel modo più corretto in vigna e in cantina. Ed è proprio la tecnologia per la viticoltura al centro di “Enotivitis in campo”, la kermesse firmata Unione Italiana Vini (Uiv), di scena l’1-2 luglio, tra i filari della cantina Pico Maccario, a Mombaruzzo, tra il Monferrato e le Langhe patrimonio Unesco, in presenza e con oltre 160 espositori. Per raccontare un settore, quello della tecnologia e delle macchine agricole che, nel 2020, ha realizzato quasi 782 milioni di euro di export, in crescita del 5,7% sul 2019 nonostante la congiuntura pandemica. Sotto i riflettori ci saranno un progetto di “droni, connettività a lunghissima distanza e data sharing” per mappare anche le aree più remote del territorio, “biotour” guidati per analizzare tutte le nuove risorse per il biologico e collaborazioni nel segno dell’agricoltura di precisione, ma anche le innovazioni in tema di difesa, a partire dal mal dell’esca.
Anticipatore di tendenze e vero e proprio boom nella vitivinicoltura, il biologico debutta ad “Enotivitis in Campo”, grazie alla collaborazione con FederBio Servizi, la società di consulenza specializzata nell’assistenza culturale, sociale, tecnica ed economica a tutte le componenti della filiera biologica: gli esperti di FederBio Servizi delineeranno, in ecpo, dei percorsi tematici segnalando con un bollino tutte le proposte (dai software alle attrezzature per la viticoltura, e dai prodotti per la nutrizione e la difesa fino alle barbatelle) valutate “interessanti per il biologico”, con un excursus a tutto tondo sulla coltivazione biologica della vite dall’impianto al prodotto finito.
Ad alto contenuto di innovazione anche la collaborazione tra Politecnico di Torino e Università di Torino e il Consorzio di tutela dei Vini d’Acqui, il Consorzio del Barbera d’Asti e il Consorzio dell’Asti, che, ad “Enotivitis in Campo”, presenteranno un progetto di monitoraggio e mappatura del territorio che coinvolge 17 aziende agricole guidate da giovani viticoltori under 40. Unico per scala, raggio di azione e tecnologie implicate, tra cui sistemi di ultimissima generazione per la trasmissione di dati di monitoraggio fino a 700km di distanza e droni con camere multispettrali, il progetto punta a rilevare e mappare (particella per particella) l’evoluzione triennale delle variazioni micro-metereologiche, condizioni vegetative e fitosanitarie, in un’ottica di razionalizzazione, sostenibilità e definizione su microscala degli interventi. E la mappatura e raccolta di dati sito-specifici sono alla base anche di “Ripreso” (Rilievo della variabilità Intra-parcellare e applicazioni di PRecisione per una viticoltura Efficiente e Sostenibile - Misura 16.1.01 del PSR Emilia-Romagna) un progetto realizzato dall’Università di Piacenza in collaborazione con New Holland Agriculture e Pico Maccario, e coordinato dall’Università Cattolica del Sacro Cuore che punta a ottimizzare le prestazioni economiche delle aziende vitivinicole attraverso l’agricoltura di precisione. Grazie ai dati acquisiti con il sensore di prossimità MECS-Vine, infatti, con “Ripreso” è possibile descrivere la variabilità intra-parcellare e realizzare mappe di prescrizione per l’applicazione di input anche in tempo reale. I principali ambiti operativi riguardano l’inerbimento temporaneo, la difesa antiperonosporica e la vendemmia selettiva.
A queste iniziative, ad “Enotivitis in Campo”, si aggiungeranno gli approfondimenti, targati Unione Italiana Vini (Uiv), con gli ultimi aggiornamenti anche sul monitoraggio del mal dell’esca.
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