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CIBO SOSTENIBILE

Dal biologico all’economia circolare, Legambiente lancia il “Decalogo dell’agroecologia sostenibile

“Agroecologia circolare” è il volume dell’Associazione per il Pre-Vertice delle Nazioni Unite sulla trasformazione dei sistemi alimentari a Roma
AGROECOLOGIA, FOOD SYSTEMS SUMMIT, LEGAMBIENTE, ONU, SOSTENIBILITA, Non Solo Vino
Il volume di Legambiente “Agroecologia Circolare”

Puntare con decisione allo sviluppo del comparto biologico, a partire dall’approvazione definitiva dell’apposita proposta di legge e raggiungendo il 40% di Sau biologica entro il 2030; alzare l’asticella dell’agricoltura integrata con innovazione e ricerca secondo il modello agroecologico, riducendo fortemente gli input negativi; incrementare la sostanza organica e aumentare la fertilità dei suoli, contribuendo allo stoccaggio di carbonio attraverso buone pratiche agricole e rotazione delle colture; proteggere gli ecosistemi e gli habitat naturali, incrementare i corridoi ecologici e tutelare gli insetti impollinatori, indispensabili per la biodiversità agricola e naturale; ridurre l’impatto degli allevamenti intensivi, responsabili di 2/3 delle emissioni del settore, favorendo un modello sostenibile di allevamento, riducendo l’inquinamento di aria, acqua e suolo, migliorando il benessere animale e riducendo l’importazione di mangimi e foraggi causa di deforestazione. Questi sono solamente alcuni dei 10 punti del Decalogo di Legambiente, per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità nell’agroecologia, un mondo e un modo di coltivare in cui diventa sempre più fondamentale la riduzione dell’inquinamento di aria, acqua e suolo, privilegiando un’economia circolare, la bioeconomia e la chimica verde. Ma quando si parla di “agroecologia” un’attenzione sempre maggiore deve essere data anche al rispetto e alla difesa dei diritti dei lavoratori del comparto agricolo, cercando di contrastare l’illegalità, le agromafie, l’agropirateria e il caporalato.
Un Decalogo, secondo il quale per raggiungere l’obbiettivo occorre ridurre fortemente i consumi idrici ed energetici del comparto, e abbattere significativamente l’utilizzo di molecole pericolose di sintesi dal campo alla tavola, unendo pratiche tradizionali a sperimentazione agronomica e innovazione digitale; incentivare l’utilizzo delle rinnovabili in agricoltura in un’ottica di multifunzionalità: dal solare termico al biogas e al biometano, passando dalla promozione dell’agrivoltaico, che unisce produzione energetica del fotovoltaico con la coltivazione agricola, e dalla riconversione del parco macchine agricolo per renderlo più efficiente e meno inquinante; promuovere l’economia circolare, la bioeconomia e la chimica verde, porre un freno al consumo di plastica in agricoltura, favorendo il riciclo di imballaggi, l’utilizzo di materiali riutilizzabili, riciclabili, compostabili e l’eco-packaging; promuovere un sistema del cibo sano, giusto e sostenibile e l’agricoltura come collante sociale, presidio territoriale per le comunità rurali e antidoto al dissesto idrogeologico, specie nelle aree interne, marginali, collinari e montane, particolarmente colpite dal fenomeno dell’abbandono, nonché nel sistema delle aree protette del Paese; infine, rispettare e difendere i diritti dei lavoratori del comparto agricolo, contrastando l’illegalità, le agromafie, l’agropirateria e il caporalato.
E proprio il sistema in cui produciamo, distribuiamo e consumiamo il cibo, in funzione di un futuro più sostenibile sono anche i temi che sono stati affrontati, in modo chiaro ed esplicito, nel volume “Agroecologia circolare - Dal campo alla tavola. Coltivare biodiversità e innovazione”, a cura di Angelo Gentili e Giorgio Zampetti (Edizioni Ambiente), la cui pubblicazione cade per il Pre-Vertice delle Nazioni Unite dedicato alla trasformazione dei Sistemi Alimentari, a Roma fino al 28 luglio. Un volume è ricco e denso di spunti e informazioni, grazie ai preziosi contributi e approfondimenti specifici di esperti di settore, del mondo universitario e della ricerca. Ma non mancano significative testimonianze concrete dei nostri ambasciatori del territorio, come i piccoli agricoltori, allevatori, apicoltori, veri e propri protagonisti dei cambiamenti e delle trasformazioni positive e virtuose già in atto in modo capillare nel nostro Paese.
Per capire l’importanza e l’urgenza delle tematiche affrontate nel libro è sufficiente sapere che il settore agricolo è responsabile di circa il 10% delle emissioni di gas a effetto serra dell’Ue. La zootecnia incide per i 2/3 delle emissioni dell’intero comparto. Un dato che trova riscontro anche in Italia, dove le emissioni climalteranti si concentrano nelle quattro Regioni (Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna) in cui risiede un’analoga quota dei capi allevati. Inoltre più di 1/3 della superficie delle terre emerse del pianeta è utilizzata esclusivamente per nutrire animali da reddito; dagli alimenti di origine animale deriva solo 18% dell’apporto calorico e il 37% di quello proteico . Negli ultimi quarant’anni la fauna selvatica del pianeta si è ridotta del 60% a causa delle attività umane e quasi 3/4 della superficie terrestre hanno subito alterazioni che hanno relegato la natura in un angolo sempre più ristretto. Le nostre scelte alimentari possono avere un impatto importante sull’ambiente, poiché sono responsabili di circa il 37% delle emissioni globali di gas serra.
Incredibili sono anche i numeri legati alle agromafie. Nel triennio 2017-2019, sono stati 151.915 i reati accertati da forze dell’ordine e capitanerie di porto, 80.372 le persone denunciate, 547 quelle arrestate, 25.370 i sequestri e 137.840 le sanzioni penali e amministrative comminate. I sequestri sono pari a oltre 1,6 miliardi di euro. Il trend dei reati è in tumultuosa crescita (+83%) così come quello dei sequestri (quintuplicati in tre anni), delle persone denunciate e delle sanzioni, sia penali sia amministrative (+88% dal 2017 al 2019). Moltissimi i settori interessati: dagli allevamenti ai prodotti ittici, dal contrasto alle frodi sui fondi europei ai controlli sulle etichettature e la tracciabilità, dai mangimi ai ristoranti. Infine emerge che in tutto il mondo sono state censite oltre 5.000 specie vegetali e 40 specie animali che forniscono alimenti per l’uomo, ma 12 specie vegetali e 5 animali da sole provvedono al 75% del cibo prodotto a livello mondiale. Tre specie (riso, mais e grano) soddisfano i 2/3 del fabbisogno alimentare. Dieci specie di cereali, legumi e semi oleosi da soli coprono invece l’80% dei terreni coltivati del mondo.
Non è quindi un caso che tra i principale obiettivi Ue per un food system sostenibile abbiamo: il 50% in meno di utilizzo di pesticidi nei campi; il 50% in meno di antibiotici negli allevamenti; il 20% in meno di fertilizzanti: il 10% di superficie agricola utilizzata (Sau) dedicata a corridoi ecologici e fasce tampone e 25% dedicata al biologico, tutela della biodiversità e del suolo.

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