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DAL TRADIZIONALE AL DECORATIVO, DALL’URBANO ALL’EDUCATIVO: TUTTE LE IDEE E LE SOLUZIONI PER CREARE UN ORTO “BUONO, PULITO E GIUSTO” NEL MANUALE “IL PIACERE DELL’ORTO”, EDITO DA SLOW FOOD

Non Solo Vino
Il Piacere dell’orto

E’ il libro più venduto, attualmente, del mondo Slow Food: forse perché il nuovo manuale “Il piacere dell’orto”, di Slow Food Editore (16,50 euro), nasce sull’onda di una tendenza che negli ultimi anni sembra aver contagiato un po’ tutti. Dall’orto alla Casa Bianca voluto da Michelle Obama all’orto di prossimità nei ristoranti, dagli orti scolastici destinati ai bambini all’orto sul balcone per hobby, il piacere di coltivare da soli la verdura e la frutta da mettere sulla tavola sta dilagando trasversalmente, complice la crisi e il conseguente ritorno della voglia di auto-produzione.
Con “Il piacere dell’orto” si passa dalla teoria alla pratica e viceversa, in una forma che sfugge le regole del manuale in senso stretto per trasmettere, oltre alle informazioni tecniche, suggerimenti e pratiche che “fanno crescere quelli che ci piace definire co-produttori, coloro che non subiscono il cibo, ma ne fanno fonte di impegno, ricerca e piacere”, spiega Alberto Arossa, curatore del volume, insieme a Paolo Bolzacchini ed Enzo Giraudo.
“Il piacere dell’orto” è il racconto della piccola rivoluzione che si può scatenare nell’orto: “un invito a dedicarsi con piacere e passione all’attività orticola, sviluppando la consapevolezza che anche l’orto può diventare uno strumento con cui approfondire temi quali la biodiversità, il rispetto dell’ambiente, la salvaguardia dei prodotti tradizionali” continua Arossa.
Nel libro sono spiegate con linguaggio chiaro e semplice le tecniche di coltivazione più ecologiche e sostenibili: arricchito da box, approfondimenti, ricette, consigli utili per affinare le tecniche e diventare veri e propri orticoltori, il volume ha tra gli obiettivi quello di coinvolgere anche i bambini, con numerose proposte didattiche che affiancano l’apprendimento ad attività divertenti.
Inoltre, un intero capitolo è dedicato alle coltivazioni urbane, con particolare attenzione per quelle domestiche, sul balcone o addirittura sul davanzale. “Un utile vademecum per imparare a sfruttare ogni spazio, preparare un ambiente ideale per la crescita delle piante e scegliere le coltivazioni giuste in base all’esposizione, la stagione, il clima cittadino, perché ogni centimetro di verde urbano guadagnato rappresenta una vittoria e se diventa produttivo si raggiunge un doppio traguardo” conclude Alberto Arossa.

Focus - Slow Food e gli orti
Slow Food si occupa da anni di orti e orticoltura sostenibile con progetti rivolti ai più giovani, ovvero la rete di orti scolastici “Orti in Condotta”, e con numerose iniziative per gli adulti, sostenendo orti sociali e collettivi, gruppi di acquisto e comunità di supporto agli agricoltori. E, nel Salone del Gusto 2010, Slow Food ha fatto scoprire la grande varietà del mondo degli orti: scolastici, ornamentali, pensili e delle erbe aromatiche. Un percorso che rappresentava una chiave di lettura per mostrare la “sua” filosofia che vuole trasmettere: stagionalità, legame col territorio, tipicità, autoproduzione, filiera corta.
L’installazione era composta di 5 diversi orti che toccavano altrettanti temi. Il primo era costituito da un semenzaio, per illustrare l’immensa varietà dei semi e la ricchezza della biodiversità, un bene da proteggere e tutelare. Il seme è il principio della vita. Porta con sé tradizioni sociali, culturali, gastronomiche, religiose e i concetti di identità e di rispetto della natura, ma anche saperi e tecniche agronomiche.
Il secondo orto ospitava una composteria. Un modello di coltivazione agroecologico con particolare attenzione al riutilizzo e alla lotta agli sprechi: i rifiuti domestici organici producono compost prezioso per la concimazione di campi, orti e giardini contribuendo a ridurre i rifiuti in discarica. Con 3 kg di rifiuto umido si ottiene 1 kg di compost. Nel terzo si parlava di filiera corta: conosci il tuo territorio, i produttori e la stagionalità dei prodotti. Oppure costruisciti un orto. In questa installazione era presente un totem vegetale verticale che può contenere fino a 250 piante, occupando uno spazio di 60x40 cm. Si sviluppa in altezza fino a un paio di metri. Un comodo orto in uno spazio ristretto come potrebbe essere un balcone.
Nel quarto si coltivava un sogno, ovvero l’ambizioso progetto di realizzare un orto in ogni comunità africana di “Terra Madre”. Riabituare, così, le Comunità a un cibo sano e locale, recuperare i saperi degli anziani e nutrire le nuove generazioni. L’ultimo era dedicato all’educazione. L’orto educa a prendersi cura dell’ambiente e della propria salute, a godere della buona tavola e della convivialità, e a scuola è uno strumento didattico interdisciplinare efficace poiché insegna attraverso l’esperienza.

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