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Dall’Expo 2015 all’agricoltura sociale, lo spreco alimentare e il caporalato: il Ministero delle Politiche Agricole tira le somme a fine mandato, con il report “L’Agricoltura protagonista della XVII legislatura” dell’onorevole Luca Sani

Con le elezioni per il nuovo Governo alle porte, arriva il momento di tirare le somme di quanto fatto (e non fatto) durante questo mandato. Così, il Ministero delle Politiche Agricole ha messo nero su bianco gli obbiettivi raggiunti durante questi ultimi 5 anni, ne “L’Agricoltura protagonista della XVII legislatura”, una sorta di report con la prefazione del Ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, presentato dall’Onorevole Luca Sani, presidente della Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati (https://goo.gl/52gyQX).
Sono molte le iniziative che il Governo uscente ha intrapreso nel mondo agricolo italiano, partite con l’attenzione generale (e non solo dei protagonisti del settore) rivolta al mondo agricolo, grazie a l’Expo 2015, che aveva come tema proprio “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. L’evento internazionale, che ha portato a Milano oltre 22 milioni di visitatori, ha affrontato argomenti come lo sviluppo umano e la sfida alimentare, energetica ed ambientale del pianeta. E, come si legge sul report dell’onorevole Sani, ha lasciato in eredità la Carta di Milano, sottoscritta da un milione di persone, che simboleggia la presa di coscienza della necessità di diffondere il diritto al cibo e l’acqua sana e pulita; ma anche il riconoscimento dell’importanza della donne nell’agricoltura e nell’educazione mondiale, e del rispetto delle risorse naturali. La Carta di Milano è stato il maggiore contributo italiano alla discussione di queste tematiche in sede europea, da cui sono nati poi i nuovi Obiettivi Sostenibili dell’Onu per l’Agenda 2030. Avendo messo al primo posto la salute del pianeta, le misure successive ne sono nate di conseguenza. Molto è stato fatto in tema di agricoltura biologica, che è stata riconosciuta come attività di interesse nazionale con una funzione fortemente sociale: il Governo si è impegnato quindi a valorizzarla e a semplificare le norme che la regolano. A proposito della funzione sociale dell’agricoltura il Ministero ha dato la possibilità agli imprenditori agricoli di creare progetti di inserimento sociale di soggetti svantaggiati, disabili e minori e di attività che affiancano terapie mediche: molto spesso sono stati proprio questi progetti ad aiutare l’inserimento nelle comunità di immigrati e rifugiati politici. Forse una delle più importanti iniziative a scopo sociale però è stata quella di lotta al caporalato, fenomeno che in Italia coinvolge circa 400.000 persone: la legge approvata nel 2016 ha intanto riscritto il reato di caporalato, e ha intensificato le pene e le multe a chi sfrutta i lavoratori.
Il Ministero di Martina ha avviato un importante percorso di contrasto allo spreco alimentare, tema affrontato come già detto sia all’Expo 2015 che nella Carta di Milano: questo ha portato all’approvazione della legge 166/66 del 19 agosto 2016, che ha come obbiettivo non solo quello di ridurre gli sprechi in ogni fase della produzione e distribuzione degli alimenti, ma anche di recuperare e donare le eccedenze, in aiuto dei soggetti in difficoltà. Così, la legge semplifica le misure per la cessione gratuita di generi alimentari, sia verso altre persone che verso animali.
La tutela della biodiversità in agricoltura è stata al centro di molte riforme: intanto il riconoscimento e la tutela delle specie vegetali presenti sul territorio, e la costituzione con la legge n.194 del 19 novembre 2015 di un sistema di classificazione e valorizzazione della biodiversità agraria. Da qui, la volontà di creare i Distretti del Cibo, sul modello di quelli rurali istituiti nel 2001: i distretti del cibo dovranno funzionare come contratti di filiera, ma semplificati, e serviranno a promuovere lo sviluppo territoriale, a garantire la sicurezza alimentare e diminuire l’impatto ambientale delle imprese. Per questi distretti il Governo ha previsto, nella legge di Bilancio 2018, 40 milioni di euro.
In sede europea, l’Italia ha contribuito attivamente all’approvazione del nuovo regolamento Omnibus, che prevede la semplificazione della Politica Agricola Comune e l’importante valorizzazione delle imprese dei giovani agricoltori. Sempre con l’obbiettivo principale di aiutare i giovani impegnati in agricoltura, la Commissione Agricola ha approvato una serie di provvedimenti per le imprese agricole, tese alla semplificazione (ad esempio sono stati accorciati i tempi per aprire un’azienda agricola), allo sviluppo degli investimenti, all’innovazione tecnologica e alla valorizzazione del made in Italy. Proprio sulle risorse che sono i prodotti tipici nazionali la Commissione ha affrontato il problema della bassa produzione di miele di questi ultimi anni, e di conseguenza ha aumentato gli aiuti e le facilitazioni per gli apicoltori, essendo l’apicoltura a tutti gli effetti un’attività volta alla tutela della biodiversità.
Altra risorsa fondamentale per la nostra economia è l’enoturismo, che unisce quelle che sono due delle caratteristiche più famose del Paese: il buon vino e i paesaggi mozzafiato. Sempre più turisti scelgono per le proprie vacanze i sentieri tracciati dalle produzioni dei grandi vini italiani, e questa legislatura ha previsto nella legge di Bilancio 2018 una serie di interventi mirati a definire l’attività di enoturismo e riconoscere tale attività alle aziende: finalmente i produttori vitivinicoli potranno fatturare le degustazioni in cantina, come fanno già le strutture ricettive.
Oltre ai molti “macro temi” affrontati, ci sono dei prodotti agricoli che in particolare hanno avuto bisogno di interventi e norme per la loro salvaguardia e la loro valorizzazione, come vino e olio extravergine di oliva, ma anche grano e pasta (al centro di accesi dibattiti a causa dei trattati di libero scambio col Canada). Proprio sugli ultimi la Commissione ha deciso di intervenire per difendere i produttori con la risoluzione del 29 settembre 2016, che prevede l’obbligo di indicare sulle etichette di farina, semola e pasta l’origine del grano. Stessa risoluzione adottata anche per il settore lattiero-caseario che, oltre all’origine della materia prima in etichetta, ha visto da parte dello Stato l’istituzione di un fondo per gli investimenti nel settore e una serie di norme per il risparmio fiscale degli allevatori.
L’olio extravergine d’oliva, come il miele, ha visto la sua produzione messa a rischio negli ultimi anni da malattie degli olivi, come la Xylella, e dai cambiamenti climatici. Nel 2015 il Ministero delle Politiche Agricole ha istituito un Fondo di intervento, nato proprio per contrastare la diminuzione della produzione, ma anche per riconoscere a livello nazionale la qualità del prodotto, e per sostenere le nuove Organizzazioni di produttori. Anche qui, il Ministero ha lanciato iniziative per rendere la produzione di olio extravergine d’oliva sostenibile, in termini sociali, economici, ambientali ed etici. Lust but not least, la Commissione Agricoltura del Governo uscente ha riconosciuto il settore enoico come il più fruttuoso dell’agroalimentare italiano. La legge n.238 del 12 dicembre 2016 ha dato all’Italia un “testo unico” che favorisce produttori e operatori del settore, favorendo lo sviluppo tecnologico; prevede anche interventi di tutela di vitigni storici e la revisione delle discipline delle zone a denominazione, come Dop e Igt.

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