02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

DALL’IDROMELE AL MULSUM ALLA POSCA, DALLE BULLULAE AL CUCÌNO: ECCO LE BEVANDE PIU’ DIFFUSE NELL’ANTICA ROMA DI SCENA. A “PROSIT” (5-6 FEBBRAIO) DEGUSTAZIONE E VIAGGIO NEL TEMPO, ORGANIZZATA DALL’ASSOCIAZIONE ROMANA SOMMELIER

La storia dell’Impero Romano è stata grande anche in campo enologico: nel primo secolo d.C., secondo Livio il Vecchio, erano 85 i vini in voga e 185 le zone di produzione vocate. Dal vino più costoso in uso nelle famiglie degli aristocratici, quello alla mirra, agli Ippocratici, i vini-medicinali; da quello all’absentium, ai mosti resi più durevoli con il miele, la resina, le spezie. Nelle taverne pompeiane così come nella villa di Livia era tutto un mescere, cioè mescolare e versare una bevanda. La riscoperta delle bevande e dei cibi dall’antichità al Medioevo verrà proposta a Roma, il 5 e 6 febbraio a Palazzo Brancaccio, a due passi dalla Villa di Mecenate, in un articolata e accurata operazione di ricerca sensoriale: “Prosit” (info: www.prositroma.com), una degustazione e un viaggio nel tempo, promossi dall’Associazione Romana Sommelier (Ars), col patrocinio dell’Arsial (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio) e la collaborazione delle Biblioteche di Roma e dell’Asiciao (Alleanza Sociale Italiana Coordinamento Imprese sociali Associazioni Organizzazioni non profit).
“I visitatori - sottolineano Renzo Mansueti e Renato Procacci - potranno assaggiare le bevande più diffuse nell’antichità: dall’idromele al vino alle rose, dal mulsum alla posca, nonché i vini spumanti, le bullulae, il cucìno, il progenitore del Prosecco. E i pani, all’uva e alle nocciole, dei 400 forni dell’antica Roma, che è poi lo stesso numero di forni artigianali censiti oggi dall’Azienda Romana Mercati”.
Nell’idea-progetto Prosit anche il Museo Virtuale sulla Roma Antica che farà rivivere il percorso di Commodo per entrare al Colosseo, o far sentire ciò che sentiva un gladiatore prima di affrontare i leoni: “questa iniziativa - sottolinea il commissario di Arsial, Erder Mazzocchi - recupera l’orgoglio delle nostre radici. Roma è luogo obbligato per far riscoprire i vini dell’Impero Romano. E il recupero culturale - secondo Arsial - è anche una strada maestra per il recupero economico del cibo genuino e a km 0. L’agricoltura così ci aiuta a avere senso di appartenenza al territorio”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli