Istruzioni per ripartire. L’enoturismo guarda al futuro e in tanti seguono con attenzione l’evoluzione di un settore rilevante per l’economia italiana, già strategico e che, probabilmente, grazie ai grandi spazi di cantine e vigneti, lo potrà essere ancora di più dopo il Coronavirus. E per muoversi in futuro, ecco il “Decalogo dell’Enoturismo” che include dieci linee guida definite dalla piattaforma “Il Nuovo Enoturismo” (creata da The Round Table, insieme al Movimento Turismo del Vino Lombardia) per rispettare e interpretare le nuove normative e garantire allo stesso tempo la qualità del servizio. Si va dall’apertura settimanale o stagionale per almeno tre giorni fino all’accelerazione sui sistemi di prenotazione online. E poi una cartellonistica adeguata con indicazioni chiare per il visitatore italiano e straniero; la presenza ma anche l’uso di un sito web aziendale, l’indicazione dei parcheggi nelle vicinanze. Senza dimenticare l’esposizione e la divulgazione di materiale informativo multilingue, non solo sull’azienda ma anche sulla zona di produzione e sugli altri aspetti di rilevanza turistico-culturale del territorio; ambienti adeguati al ricevimento e preparazione del personale; calici possibilmente in vetro per le degustazioni. Miglioramenti (e adeguamenti) per dare nuovo slancio ad un turismo di prossimità rispettoso dell’ambiente, economicamente sostenibile, integrato con il territorio e le sue eccellenze enogastronomiche e ricettive.
Queste sono le peculiarità dell’enoturismo che ha avuto una forte crescita negli ultimi anni trainato dalla generazione dei “Millennials” ma che adesso già deve guardare alla “Generazione Z”, affascinata dalla vacanza enogastronomica e completamente a suo agio con le nuove tecnologie. L’Italia è la meta mondiale preferita dagli enogastronauti di tutto il mondo (Food Travel Monitor 2020 - World Food Travel Association) e adesso è il momento di aprire una nuova pagina per confermare la propria leadership.
Se in tempi pre-Covid la wine experience si viveva prevalentemente in cantina, ora ci si sposterà anche in vigna dove ci sono gli spazi per il distanziamento. L’edutainment - con vendemmia didattica, picnic tra i filari e degustazioni “open air” che coinvolgono anche le eccellenze agroalimentari del territorio - è un aspetto sempre più importante della nuova offerta enoturistica perché regala un’esperienza semplice ed empatica, ludica, educativa e sostenibile. Il progetto de “Il Nuovo Enoturismo” si è avviato con il ciclo di tre webinar che hanno coinvolto esperti di diverse tematiche: dallo scenario italiano e internazionale ai nuovi trend; dall’attenzione alla sicurezza in chiave covid-19 alle procedure amministrative e all’ospitalità in vigna e in cantina fino alle connessioni con il territorio. Spazio anche alla comunicazione e ai suoi strumenti off e online; la promozione e vendita dell’esperienza enoturistica in network con i tour operator; l’integrazione con l’e-commerce; l’illustrazione di case - histories e testimonianze dirette di chi già sta lavorando con successo all’enoturismo come asset strategico della propria cantina. Ai primi tre webinar, promossi da PromoTurismo FVG e dalla Strada del Vino e dei Sapori della Regione, hanno partecipato oltre 70 cantine e operatori dell’accoglienza friulani. I prossimi si svolgeranno per il territorio lombardo grazie ad UnionCamere Lombardia. Sarà poi la volta del Piemonte per i produttori del Consorzio di Tutela del Gavi e degli operatori dell’accoglienza del territorio nell’ambito del Progetto “Destinazione Gavi”.
“Il vino e i prodotti di qualità certificata (Dop, Doc e Docg) - dice Magda Antonioli, Professore Associato all’Università Bocconi e Consigliere di amministrazione di Enit - Agenzia Nazionale del Turismo - sono fondamentali per il turismo enogastronomico che a livello internazionale è uno dei driver della domanda di turismo, con una crescita quasi tripla rispetto ai settori turistici tradizionali. Il Turismo enogastronomico e l’enoturismo in particolare sono la sintesi tra produzione e territorio. Affinché si possano sviluppare è indispensabile promuovere la narrazione di tutta la filiera, offrendo a un turista sempre più consapevole una rete strutturata di informazioni ed esperienze”.
In Italia l’enoturismo è riconosciuto per legge solo dal 2019 con il decreto attuativo dell’allora Mipaaft che indica con precisione che cosa si deve fare per rispettarne i parametri di qualità e di efficacia. “Dal nostro Osservatorio - spiega Francesco Moneta dell’agenzia The Round Table - i produttori e i consorzi di tutela del vino e gli operatori dell’accoglienza risultano ancora poco informati su queste direttive e il Covid-19 rende necessaria l’evoluzione di alcune di queste stesse normative. Con l’inizio del 2020 abbiamo dato quindi vita alla piattaforma “Il Nuovo Enoturismo”, trovando subito la condivisione di Carlo Pietrasanta, tra i fondatori del Movimento Turismo del Vino, che ha lavorato a questa legge per anni. Il “Nuovo Enoturismo” ha lo scopo di affiancare produttori, consorzi di tutela ed enti di promozione territoriale nell’applicare al meglio e in tempi rapidi le determinazioni del decreto e la loro attualizzazione, sia con strumenti formativi che con soluzioni comunicative.”
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