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DALLA SFIDA SULLA TRACCIABILITA’ AL BANCOLAT DEL MINISTERO DELL’AGRICOLTURA, DALL’INCOGNITA FINANZIAMENTI UE ALL’AGRICOLTURA AQUILANA POST TERREMOTO: TRADIZIONE E SCENARI FUTURI A “CHEESE-LE FORME DEL LATTE”, KERMESSE CASEARIA FIRMATA SLOW FOOD

Perché ogni formaggio è il risultato di una lunga storia, con le sue identità e specificità, “Cheese-Le Forme del Latte” si pone l’obiettivo di raccontare queste storie, ma anche e soprattutto di contribuire a mantenerle in vita: fino ad oggi, a Bra (Cuneo), è di scena l’edizione n. 7 della rassegna casearia internazionale, promossa da Slow Food e Città di Bra, punto di riferimento per gli artigiani della filiera lattiero-casearia mondiale e per un vasto pubblico di appassionati, grazie alla sua capacità di far conoscere “le mille anime del formaggio”, dagli animali da latte fino al prodotto finito (info: www.cheese.slowfood.it).
Se valorizzare non solo i prodotti, ma l’intera filiera, come “carta vincente” per il comparto agricolo, è uno degli assunti della filosofia Slow Food, per il presidente Carlo Petrini la prossima sfida è una normativa a livello europeo per la tracciabilità del latte, “un sistema che difenderebbe i produttori dalle logiche industriali che stanno distruggendo la nostra agricoltura”. Secondo Petrini, “la tracciabilità consentirebbe una giusta retribuzione agli allevatori che oggi vengono pagati più o meno 28 centesimi il litro, una somma che non è in grado di coprire nemmeno le spese”, ma bisognerebbe andare oltre, “indicando in etichetta anche la razza del bovino da cui proviene il latte, consentendo una corretta informazione per il consumatore che in questo modo può uscire dall’ignoranza sul prodotto e fare scelte in piena consapevolezza”. C’è poi la questione dei distributori di latte crudo, che “consentono di bypassare l’intermediazione parassita, ricevendo una giusta remunerazione e fornendo allo stesso tempo un prodotto sano, dalle qualità organolettiche eccezionali”, sottolinea il presidente Slow Food, secondo il quale, di fronte alla crisi globale, “l’economia locale e una politica di consumo più attenta e con meno spreco sono le risposte più efficaci”.
Per il Ministro delle Politiche Agricole Luca Zaia “il latte è un alimento importante e sano che invito tutti a consumare. Negli ultimi anni si è diffusa un’abitudine che credo si debba promuovere: quella dei distributori di latte crudo. Per farlo, ho deciso di impegnare anche il Ministero di Via XX Settembre, infatti, presto farò mettere dei Bancolat a disposizione di tutti”. Quanto alla crisi del latte “io sto con gli allevatori - sottolinea il Ministro - visto e considerato che un litro di latte oggi viene pagato 28-30 centesimi, mentre il costo di produzione è di 35-40 centesimi. Dobbiamo assolutamente vedere riconosciuta la nostra istanza in Europa, cioè ci deve essere data la possibilità di introdurre l’origine in etichetta, la tracciabilità, visto e considerato che siamo i produttori di 11,5 milioni di tonnellate di latte e ne importiamo 8 milioni. Ancora oggi il cittadino italiano non sa distinguere il latte straniero da quello nazionale”.
Per il Ministro Zaia, identità e tracciabilità nell’agroalimentare sono fondamentali, e questa è “una presa di posizione che viene incontro alle esigenze degli italiani, perché secondo un’indagine il 72% dei consumatori del nostro Paese è disposto a spendere di più per il cibo se ha la certezza dell’origine del prodotto. Tendenza dimostrata dal fatto che sempre più persone si rivolgono al biologico (più 11% quest’anno) e ai mercati contadini”. Per le stesse ragioni, il Ministro si dichiara fermamente contrario agli Ogm, poiché “gli organismi geneticamente modificati significano l’azzeramento dell’identità del nostro patrimonio agricolo”.
Dalla tracciabilità all’incognita dei finanziamenti comunitari, ovvero come conciliare tradizione e finanziamenti. Il direttore dell’Istituto Sperimentale per la Zootecnia di Bella (Potenza) Roberto Rubino ricorda come fino alla metà degli anni Ottanta il modello predominante fosse quello industriale: “oggi però - spiega - non è cambiato molto, noi che crediamo nella valorizzazione dei formaggi d’alpeggio siamo considerati quando va bene dei bizzarri”. Secondo il presidente dell’Arpo (Associazione Regionale Produttori Ovicaprini) Nunzio Marcelli, “bisogna ridare un minimo di democrazia all’economia” e i pastori “devono poter finalmente accedere ai finanziamenti comunitari. La legislazione attuale, infatti, favorisce le grandi aziende che, per avere i finanziamenti, prendono in affitto dai Comuni terreni che spesso non utilizzano neanche, con un effetto devastante sul paesaggio. Il problema è che i Piani di Sviluppo Rurale riguardano terre di proprietà o in affitto almeno quinquennale, mentre la stragrande maggioranza dei pascoli italiani è costituita da terre collettive amministrate da un contratto antichissimo, la sfida, che si rinnova di anno in anno”.
L’ospite di “Cheese” 2009 è sttao lo Slow Food Abruzzo, per fare il punto sulla situazione del comparto agroalimentare locale, pressoché fermo dai terribili giorni del terremoto. “Slow Food si è attivata immediatamente dopo il cataclisma - spiega il presidente di Slow Food Italia Roberto Burdese - per creare iniziative che costituissero un aiuto concreto. Innanzitutto i gruppi solidali, promossi attraverso le condotte Slow Food di tutta Italia, per l’acquisto delle eccedenze dei produttori dei tre Presìdi aquilani (oltre al canestrato, le lenticchie di Santo Stefano di Sessanio e le mortadelle di Campotosto) e delle locali comunità del cibo. A questo è seguito il progetto degli orti organizzati in dieci diverse tendopoli, utili a ricreare un rapporto con la terra, nuovamente madre e non più matrigna”. “A Slow Food, si sono affiancate anche altre iniziative, come la promozione dei prodotti alimentari abruzzesi da parte di Eataly e Unicoop” sottolinea il presidente di Slow Food Abruzzo Raffaele Cavallo, che ha annunciato “un imminente accordo di filiera diretta tra i produttori della provincia aquilana e alcuni locali recensiti dalla guida Osterie d’Italia per l’acquisto di alcune materie prime”. Il progetto più importante, però, quello che potrebbe far ripartire con decisione l’economia locale, sarà il mercato contadino a L’Aquila, per il quale, secondo il presidente di Slow Food Italia, “la progettazione partirà questo autunno e, se tutto andrà nei tempi previsti, il mercato vedrà la luce in primavera”.
Da Pascale Baudonnel (Norvegia), casara del Presidio geitost artigianale del fiordo di Sogne, a Livio Garbaccio (Piemonte), pastore del Presidio del macagn, da Francesco Giolito (Piemonte), affinatore, a Antonio Rodeghiero (Veneto), malgaro del Presidio asiago stravecchio, sono i vincitori del “Benemerito di Cheese”, un riconoscimento assegnato a quattro attori del mondo dei formaggi che si sono distinti per la passione, la dedizione e l’impegno nella ricerca della qualità in coerenza con i principi Slow Food: buono per il palato, pulito per l’ambiente, giusto per la società.

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