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INNOVAZIONE

Dalla Ue via libera alle piante modificate geneticamente che presentano mutazioni semplici

Buona accoglienza di Cia - Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Coldiretti all’iniziativa della Commissione: passaggio chiave per transizione green
Cia, Coldiretti, COMMISSIONE UE, Confagricoltura, PIANTE MODIFICATE GENETICAMENTE, TECNICHE DI EVOLUZIONE ASSISTITA, TECNICHE GENOMICHE, TRANSIZIONE GREEN, Non Solo Vino
Le Tea intervengono sul Dna delle piante (ph. Pexels) 

Le piante modificate geneticamente con due nuove tecniche, che presentano mutazioni semplici, cioè simili a quelle che possono essere ottenute con l’incrocio tradizionale o possono accadere in natura, saranno soggette ad un iter di autorizzazione veloce, senza le regole di tracciabilità ed etichettatura degli Ogm. È la la proposta della Commissione Europea, presentata oggi dal vicepresidente della Commissione Ue, Frans Timmermans nel pacchetto sull’uso sostenibile delle risorse naturali, mentre le piante prodotte con le stesse tecniche, ma con modifiche più complesse, continueranno al contrario ad essere equiparate agli Ogm.

Buona accoglienza della proposta da parte delle associazioni agricole del Belpaese, a partire dalla Cia - Agricoltori Italiani, che sottolinea come “l’agricoltura in corsa contro i cambiamenti climatici chiede all’Europa più attenzione alla sostenibilità delle imprese del settore e tempestività nelle risposte, per questo la pubblicazione della proposta della Commissione Ue sulle nuove tecniche genomiche (NGTs) rappresenta uno step chiave del percorso verso la transizione green”. Negativo, invece, il giudizio “sull’analisi d’impatto del regolamento sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (SUR), che non può considerarsi esaustiva rispetto alle perplessità del mondo agricolo”.

Ora che l’Italia ha visto approvato l’emendamento al Decreto Siccità che consente la sperimentazione in campo delle Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA), Cia auspica “che l’Europa prosegua speditamente con l’iter legislativo per le NGTs, incoraggiata e sollecitata proprio dalla pubblicazione della proposta dedicata. Bene, del resto, che il Consiglio Europeo, sotto la presidenza spagnola, abbia espresso l’intenzione di portare avanti il dossier nei suoi prossimi sei mesi. Resta dirimente investire nella ricerca e nell’innovazione genetica in particolare. Bisogna fornire alle imprese agricole cultivar più resistenti alle fitopatie e agli stress derivanti dai cambiamenti climatici, e farlo in fretta vista l’aggressività di malattie come la Flavescenza Dorata, la Xylella e la Peronospora. Allo stesso tempo, vanno date anche altre garanzie agli agricoltori. Nello specifico, rispetto al regolamento sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari. L’integrazione dall’analisi d’impatto sul regolamento SUR, divulgata in contemporanea con la pubblicazione del pacchetto legislativo Ue, non dà risposte sufficienti riguardo la sostituzione delle sostanze attive e dell’utilizzo di fitofarmaci in aree sensibili”.

Per Confagricoltura, le proposte di sviluppo delle tecniche genomiche presentate dalla Commissione Ue al Parlamento di Bruxelles rappresentano un importante cambio di passo, che riporta l’Europa al centro del dibattito sulla ricerca scientifica applicata al settore agricolo. In attesa di esaminarla in tutti i dettagli, Confagricoltura giudica positivamente l’iniziativa della Commissione che mira a fare, finalmente, chiarezza sulla differenza tra le nuove tecniche genomiche (NGT) e gli organismi geneticamente modificati (OGM). Dissipando, così, quelle ambiguità che hanno costretto al palo l’intero settore della ricerca europea.

La proposta inviata al Parlamento di Bruxelles rappresenta un cambiamento di approccio al tema della transizione ambientale: la sostenibilità non può essere perseguita soltanto con divieti e limitazioni, ma è necessario dare agli agricoltori valide alternative e strumenti che permettano di ridurre l’uso di fitofarmaci e lo sfruttamento delle risorse naturali senza intaccare le produttività delle proprie aziende. La divulgatrice scientifica e presidente della FNP Proteoleaginose by Confagricoltura, Deborah Piovan, ha spiegato: “l’Unione Europea ha imboccato la strada giusta manifestando la volontà di riconoscere l’importanza della ricerca di specie vegetali resistenti alle conseguenze del cambiamento climatico. L’applicazione di queste tecniche permetterà di fronteggiare molte delle attuali minacce alla capacità produttiva nazionale: dalle malattie fungine derivanti da eccessive precipitazioni e alluvioni, alla siccità e alla salinità del suolo e delle acque fluviali”. Adesso l’auspicio è che l’iter di approvazione di una legge che regolamenti tali tecniche proceda spedito e si concluda, come annunciato, entro i primi mesi del 2024. L’impegno assunto dalla Spagna nel suo semestre alla guida del Consiglio US, ad avviare un focus sul tema nel prossimo settembre, fa ben sperare che il dossier possa approdare in aula già a febbraio.

Infine, la Coldiretti, che giudica, con le parole del presidente Ettore Prandini, “importante la presentazione del nuovo quadro regolamentare per il miglioramento genetico che distingue nettamente i vecchi ed obsoleti Ogm dalle nuove tecniche di evoluzione assistita (Tea)”. Le nuove tecnologie di miglioramento genetico raggruppate sotto la denominazione Tea (Tecnologie di Evoluzione Assistita) non implicano l’inserimento di Dna estraneo alla pianta, e permettono di riprodurre in maniera precisa e mirata i risultati dei meccanismi alla base dell’evoluzione biologica naturale, per rispondere alla sfida dei cambiamenti climatici, della difesa della biodiversità e affrontare l’obiettivo della sovranità alimentare. 

Nella proposta della Commissione - spiega e la Coldiretti - viene fatta una distinzione tra le TEA di categoria 1 (ovvero quelle che non superano le 20 mutazioni), che seguiranno una procedura autorizzativa semplificata assimilabile alle varietà vegetali convenzionali, e le TEA di categoria 2 (sopra le 20 mutazioni o selezionate per resistere agli erbicidi), che vengono di fatto assimilate ai vecchi OGM quanto a procedura autorizzativa, etichettatura e tracciabilità (con la differenza che gli Stati membri non potranno vietare la coltivazione delle TEA di categoria 2). La Commissione vieta inoltre l’utilizzo di entrambe le categorie di TEA per l’agricoltura biologica. Un passo determinante che in Italia potrà giovarsi del primo storico accordo siglato esattamente tre anni fa tra agricoltori e scienziati per la una nuova genetica “green” tra la Coldiretti e la Siga (Società Italiana di Genetica Agraria) che punta a tutelare la biodiversità dell’agricoltura italiana e, al contempo, a migliorare l’efficienza del nostro modello produttivo attraverso, ad esempio, varietà più resistenti, con meno bisogno di agrofarmaci ed acqua con risvolti positivi in termini di sostenibilità ambientale in un impegno di ricerca partecipata anche da ambientalisti e consumatori.

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