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TAGLI EUROPEI ALL’AGRICOLTURA

Dall’Assemblea Coldiretti una certezza: “ci sono ancora due anni per cambiare la Pac 2028-2034”

Prandini e Gesmundo contro von der Leyen, mentre Fitto prova a fare chiarezza. Lollobrigida invoca pianificazione e Gualtieri rispolvera gli eurobond

Se confermati, i tagli all’agricoltura immaginati nella proposta della Commissione Europea per la Politica Agricola Comune 2028-2034 (86 miliardi di euro in meno rispetto alla 2021-2027, ma ancora da capire se gestiti attraverso un nuovo Fondo Unico o mantenendo le specificità della Pac) colpirebbero 770.000 aziende agricole italiane, generando una “perdita secca per le migliaia di imprese che ricevono sostegno, compresi gli investimenti, proprio dalla Pac”. È la stima elaborata da Coldiretti su dati Agea sugli effetti del piano di bilancio della Commissione Ue, e diffusa oggi in occasione dell’Assemblea Nazionale al Teatro Eliseo a Roma. Che, negli interventi, è ruotata attorno proprio al taglio del 20% delle risorse della Pac, lambendo, però, anche il tema dei dazi aggiuntivi annunciati dal Presidente statunitense Donald Trump e dei quali, a partire dal 1 agosto, (forse) si dovrebbe avere un quadro più concreto: finora, l’incertezza legata all’evolversi di questa situazione ha fermato la crescita in valore dell’export agroalimentare italiano in Usa che a maggio è scesa al +0,4%, con risultati negativi per tutti i prodotti più esportati, dall’olio extravergine d’oliva (-17%) ai formaggi (-4%) ed al pomodoro trasformato (-17%), mentre sul fronte del vino si segnala un recupero del 3% rispetto al dato negativo di aprile, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat.
Ma tornando al tema Pac, oggetto anche di recenti mobilitazioni di protesta a Bruxelles e a Roma, la posizione dell’organizzazione agricola è netta: meno agricoltura, in Europa e in Italia, significa aumentare le importazioni dall’estero ed esporre i prezzi del cibo alle fluttuazioni dei mercati, con un impatto devastante sulle tasche dei cittadini. E nel mirino c’è Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue: “ha scelto un campo da gioco dove lei sola ha deciso le regole e nessuno ha potuto mettere piede - ha detto il segretario generale Coldiretti Vincenzo Gesmundo - ha ridotto l’agricoltura a mera moneta di scambio, ha esautorato il Parlamento Europeo, voce dei cittadini, e scavalcato i commissari. Dietro la retorica della transizione si nasconde la volontà di concentrare risorse sul riarmo, smantellando la Pac e condannando alla marginalità le imprese agricole”. Gesmundo nel suo intervento, molto concitato, ha colto anche l’occasione per fare una riflessione sulla politica europea: “la vedo molto delegittimata - ha affermato - chi ne ha fatto da pilastro oggi non gode di consenso, né Emmanuel Macron, né Manfred Weber. Non traballa solo la Pac, traballa l’Unione Europa che rischia una implosione interna e i suoi primi guastatori sono i tecnocrati. Abbiamo ancora due anni per trovare una via d’uscita. Che non è dire “tranquilli, ci sono i Fondi di Coesione”, che è una bugia. Ma noi siamo la Coldiretti e non tradiremo mai i nostri soci per un quieto vivere”.
Francesco Lollobrigida, Ministro dell’Agricoltura, ha ricordato sul palco che “bisogna tornare a investire sulla pianificazione” citando il vertice di Stresa del 1958 che pose le fondamenta per la nascita della Pac: “i ministri dell’agricoltura delle 6 nazioni fondatrici sapevano già che le priorità sono garantire reddito agli agricoltori e la sicurezza alimentare - ha raccontato - immaginarono uno strumento che doveva garantire strategia comune, ma che ora vive una involuzione. Adesso la Commissione Ue è determinata su un altro percorso, che, però, non è soddisfacente. Non ha senso andare in una direzione diversa rispetto a quella indicata dagli Stati nazionali che rappresentano la volontà popolare. Troppo spesso i governi non fanno pianificazione strategica, ma pensano solo al consenso immediato”.
Raffaele Fitto, vicepresidente Commissione Europea, ha provato a fare chiarezza: “c’è un nuovo bilancio con una nuova architettura. Abbiamo una conferma delle risorse sul primo pilastro, pari a 294 miliardi di euro, mente la parte rivolta allo sviluppo rurale di 87 miliardi di euro è all’interno dei Piani nazionali e regionali, in un nuovo fondo, in cui ci sono complessivamente 781 miliardi - ha spiegato - gli obiettivi centrali di questa proposta sono avere maggiore semplificazione per superare gli aspetti burocratici e maggiore flessibilità per aspettare le sfide nuove che abbiamo di fronte nella dimensione globale. Non possiamo decidere 7 anni prima come utilizzare le risorse e utilizzarle in un modo immodificabile in un mondo che cambia. Dobbiamo essere in grado di avere quella flessibilità necessaria per spostare in base agli scenari nuovi le risorse in modo efficace. E questo bilancio mette in campo questa possibilità”.
Presente anche il sindaco di Roma Roberto Gualtieri che, riguardo alla proposta di Fondo Unico, ha detto, senza mezzi termini, essere “una sòla, come si dice a Roma”, aggiungendo che “se ti dicono che tutti avranno gli stessi soldi, ma nel fondo comune ce ne stanno di meno, finiremo a litigare noi comuni e regioni e voi agricoltori”, e che comunque “il Parlamento Europeo deve ancora votare”, e rispolverando l’idea per l’Unione Europea di emettere titoli di stato per trovare risorse, invece che tagliarle.
Una soluzione ribadita anche dal presidente Coldiretti, Ettore Prandini, nell’intervento conclusivo nel quale ha detto che “gli eurobond sarebbero una risposta da buona politica”
, seguito, poi, da un appello: “alla von der Leyen dico di uscire dal suo palazzo di cristallo, di aprire un confronto costruttivo con le economie reali e di dare fiducia a suoi commissari di esercitare appieno le proprie deleghe. La Pac non è uno strumento di facciata in Ue, anzi è uno dei suoi elementi fondanti. Abbiamo due anni di tempo davanti per modificare completamente tutto l’impianto della misura finanziaria presentata dalla Commissione. Confidiamo di lavorare in modo significativo con il Parlamento Europeo, ma in particolare modo con il Consiglio Ue”. Infine il tema dazi: “Trump sta semplicemente attuando quello ha detto in campagna elettorale, ma cosa più sbagliata è rispondere con i controdazi - ha concluso Prandini - il nostro approccio deve essere un dialogo costruttivo nel quale si fanno emergere dati di carattere economico. Perché il rischio di questa misura esiste anche per loro, con l’inflazione e la svalutazione del dollaro. Bisogna lavorare in termini di interlocuzione e diplomazia”.

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