Dalle strade d’Italia a Fieragricola a Verona, passando ovviamente per i social network, anche in Italia si accendono i toni della protesta degli agricoltori. E mentre le organizzazioni di categoria ufficiali, da Coldiretti a Confagricoltura, almeno a livello nazionale, cercano di farsi portavoce del malcontento, annunciando azioni sui tavoli istituzionali a Bruxelles, e, dall’Europa, arrivano le prime timide risposte, in attesa di proposte più corpose previste in arrivo domani, il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, a Verona, avrebbe incontrato dei portavoce delle protesta (ma sconfessati come tali via social), sottolineando come “le vostre battaglie sono le nostre battaglie, non ci devono essere agricoltori contro agricoltori”.
Ma andiamo con ordine. Nella mattinata di oggi, riporta l’Ansa, la Commissione Europea ha annunciato una nuova proroga della deroga alla regola della Politica Agricola Comune (Pac) che prevede che, per accedere agli aiuti comunitari, gli agricoltori debbano lasciare delle quote di terreni a riposo, secondo quanto detto dal vicepresidente dell’esecutivo comunitario Margaritis Schinas, in conferenza stampa. Quella legata al maggese è una delle misure per rendere sostenibile il settore agroalimentare contro le quali, però, stanno protestando gli agricoltori schierando i trattori sulle strade di diverse città europee. L’esecutivo comunitario propone, in particolare, di consentire agli agricoltori dell’Unione Europea di avvalersi di deroghe per il 2024 alle norme della Politica Agricola Comune che li obbligano a mantenere determinate aree non produttive. Per ricevere il sostegno della Pac, gli agricoltori devono rispettare una serie rafforzata di nove standard benefici per l’ambiente e il clima. Questo principio di condizionalità si applica a quasi il 90% della superficie agricola utilizzata nell’Ue e, secondo la Commissione, svolge un ruolo importante nell’integrazione delle pratiche agricole sostenibili. Lo standard sulle “buone condizioni agricole e ambientali” prevede di dedicare una quota minima di terreno coltivabile ad aree o caratteristiche non produttive, tipicamente terreni incolti, ma anche ad elementi quali siepi o alberi. Le aziende agricole con meno di dieci ettari di terreno coltivabile sono generalmente esentate da tale obbligo. Oggi la Commissione offre la possibilità a tutti gli agricoltori dell’Ue di essere esentati da questo requisito e di continuare ad avere diritto al pagamento diretto di base della Pac: invece di mantenere il terreno incolto o improduttivo sul 4% dei loro seminativi, gli agricoltori dell’Unione Europea che coltivano colture che fissano l’azoto (come lenticchie, piselli o fave) e/o colture intercalari sul 7% dei loro seminativi saranno considerati conformi ai requisiti.
I trattori che affollano caselli autostradali e strade da Nord a Sud, intanto, si sono riuniti anche davanti a Fieragricola, la più antica fiera del settore di scena da oggi al 2 febbraio a Veronafiere, che si è aperta in un clima surreale, ma senza particolari disagi causati da 300 manifestanti e da trattori che, in poco tempo, si sono ridotti a qualche decina. Il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, prima e dopo l’inaugurazione, ha incontrato un sedicente gruppo di portavoce della protesta. “L’incontro è andato bene, non ci devono essere agricoltori contro agricoltori, le vostre battaglie sono le nostre” ha detto il Ministro, spiegando che il Governo è consapevole delle istanze del settore. Ma sui social, sulla pagina Facebook del C.R.A. Agricoltori Traditi, tra i principali promotori della protesta, si legge: “Questa mattina un manipolo di opportunisti, spacciandosi per rappresentanti dei contadini e della mobilitazione agricola, andranno a “trattare” con membri del Governo. Gli stessi falsi rappresentanti (iscritti ai partiti che, da anni, stanno decimando il comparto agroalimentare) tratteranno per il loro personale tornaconto. Il C.R.A. e tutti i Comitati, associazioni e ceti sociali aderenti alla mobilitazione, prendono le distanze da questi mercenari al soldo di una classe politica fallita e inaffidabile e che ancora una volta manovra i suoi sottomessi spacciandoli per rappresentanti del mondo agricolo e della mobilitazione”.
Toni accesi, dunque, come quelli che stanno animando la protesta in Francia, con delegazioni di trattori bloccati dalla Gendarmerie, con tanto di mezzi blindati, a pochi chilometri dall’Aeroporto di Roissy Charles-de-Gaulle di Parigi e altre azioni nella capitale francese ma non solo, con il Ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, che ha parlato di “oltre 100 punti di blocco” dei trattori e di “10.000 manifestanti” in tutta la Francia. Il presidente del Sindacato agricolo francese Fnsea, Arnaud Rousseau, in un’audizione al Senato di Parigi, ha assicurato di “appellarsi alla calma e alla ragione” dinanzi al protrarsi della protesta degli agricoltori, aggiungendo che a suo avviso molti “temi europei” non si possono risolvere “in tre giorni”. Ed, intanto, alcuni manifestanti francesi stanno raggiungendo il confine con l’Italia, a Ventimiglia, con la polizia di frontiera italiana, la Gendarmerie e la Police Nationale hanno disposto un rafforzamento dei controlli ai varchi. Intanto, la Coldiretti (di cui nei giorni scorsi, da più parti, i manifestanti hanno bruciato qualche bandiera, ndr), mette il cappello sulla prima concessione arrivata dall’Unione Europea: “la prima mobilitazione degli agricoltori da tutta Europa con la partecipazione per l’Italia della Coldiretti a Bruxelles fa cedere la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che annuncia le deroghe alle norme Ue sull’obbligo di mantenere i terreni incolti”, afferma l’organizzazione agricola, sottolineando che “si tratta di un primo risultato del pressing degli agricoltori, provenienti dal sud e dal nord, dell’Unione Europea che, per prima volta insieme, manifesteranno domani 1 febbraio alle ore 9,30 in Place du Luxembourg, di fronte al Parlamento europeo”. Un obiettivo che risponde alla lunga battaglia della Coldiretti insieme alle altre grandi organizzazioni agricole europee a partire dalla francese Fnsea, con la quale è stato costruito un fronte comune. “Va cancellato definitivamente l’obbligo di lasciare incolto il 4% dei terreni destinati a seminativi imposto dalla Politica Agricola Comune (Pac). È una scelta sbagliata come sosteniamo da anni, eredità della folle era Timmermans con il quale ci siamo confrontati molto duramente, unici in Europa, aprendo una breccia. Non ha senso impedire agli agricoltori di non coltivare quote dei loro terreni, quando poi si è costretti ad importare” ha affermato il presidente Coldiretti Ettore Prandini.
Ma a fare rotta su Bruxelles è anche la Confagricoltura: “in molti Paesi dell’Unione Europea, tra i quali l’Italia, sono in atto proteste da parte di alcuni rappresentanti del mondo agricolo. Il comune denominatore delle rimostranze è la contestazione della Pac, e del “Green Deal” applicato all’agricoltura. Anche in questa occasione, Confagricoltura, da sempre in prima linea per rappresentare le istanze degli agricoltori, partendo dall’ascolto e comprendendo il disagio del settore, conferma il proprio impegno per portare le questioni poste nelle sedi competenti, in Europa. La Confagricoltura, infatti, condivide l’attenzione del Governo nazionale sulle richieste degli agricoltori, ma auspica risposte più incisive ed urgenti da parte dell’Unione Europea”, spiega una nota. In cui si aggiunge: “in questo senso, Confagricoltura, da poco riunitasi a Palazzo della Valle, ha deciso di avviare una serie di iniziative a Bruxelles per chiedere che le richieste degli agricoltori vengano affrontate con maggiore sollecitudine, a tutela di un settore trainante della nostra economia che subisce le conseguenze economiche di uno scenario internazionale ad alta instabilità”. “Le iniziative già avviate potrebbero portare ad un primo risultato già nei prossimi giorni - segnala Confagricoltura - con il rinnovo della deroga all’obbligo di destinare a finalità non produttive una parte dei seminativi L’impegno di Confagricoltura punta al raggiungimento dei seguenti obiettivi: assicurare un reddito adeguato ai produttori agricoli; migliorare la sostenibilità ambientale senza tagli produttivi; favorire la diffusione delle innovazioni tecnologiche per far fronte alle sfide del cambiamento climatico, salvaguardare i prodotti italiani ed europei nei confronti di una concorrenza non allineata con le regole dell’Unione per la sicurezza alimentare, la tutela delle risorse naturali e del lavoro, il benessere degli animali”. E la Confagricoltura annuncia un’assemblea straordinaria a Bruxelles, convocata per il 26 febbraio, nella quale verrà illustrata la sua visione sul futuro dell’agricoltura e sulla nuova Pac.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024