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ATTUALITÀ

Dazi alle auto elettriche cinesi, Pechino risponde con un’indagine sui latticini europei

Nel mirino i prodotti lattiero-caseari, un settore che riguarda anche l’Italia, dove l’export in direzione Cina vale 83,1 milioni di euro
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Dei formaggi nella foto di Racool_studio da Freepik

Scenari di guerra commerciale tra il Vecchio Continente ed il Paese del Dragone. Dopo la notizia dei dazi europei sulle auto elettriche fabbricate in Cina, da Pechino non si è fatta attendere la risposta, tanto che, nel mirino, sono finiti il latte, derivati e formaggi europei, con l’apertura di un’indagine “anti-sussidi” sulle importazioni di prodotti lattiero-caseari. Un’inchiesta che durerà 6 mesi che interesserà venti programmi di sovvenzione, alcuni dei quali legati alla Politica Agricola Comune (Pac).
In passato “sotto osservazione” cinese erano già rientrati prodotti come il brandy europeo e la carne di maiale. Adesso si parla, appunto, dei prodotti lattiero-caseari che vengono esportati dalle aziende europee in Cina per un valore di 1,8 milioni di euro, con Francia e Irlanda che sarebbero i Paesi più danneggiati in caso di nuove misure.
E l’Italia? Del Belpaese, stando ai dati Istat, l’export lattiero-caseario verso il Dragone ammonta a 83,1 milioni di euro, grazie, in particolar modo, ai formaggi, e con prospettive importanti. Non a caso, si è fatta sentire la voce della Coldiretti, che ha dichiarato come “la guerra commerciale sulle auto elettriche tra Unione Europea e Cina mette a rischio la crescita dell’export di formaggi Made in Italy in Cina che, nei primi 5 mesi 2024, hanno fatto segnare un incremento del 35% sullo stesso periodo del 2023 (analisi Coldiretti su dati Istat, ndr)”. Una mossa, quella dell’indagine antisussidi sull’import di prodotti lattiero-caseari dall’Unione Europea, voluta dalla Cina, “che pone per l’ennesima volta il cibo italiano come merce di scambio nei contenziosi politici ed economici scoppiati su altri settori e che, come accaduto in passato, rischia di avere contraccolpi sull’intero export agroalimentare nel Paese asiatico che vale 590 milioni di euro”.
Ma non è l’unica “tegola” visto che l’associazione ricorda che “sul commercio con la Cina, pesa anche il blocco dei traffici sul Mar Rosso legati agli attacchi Houthi. L’allungamento delle rotte marittime tra Oriente e Occidente, costrette a circumnavigare il Sud Africa, hanno portato ad un aumento dei costi di trasporto del 659% secondo il Centro Studi Divulga”.

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