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AGRICOLTURA E NON SOLO

“Decreto flussi” e migranti, l’accusa della Premier Giorgia Meloni: “c’è la criminalità organizzata”

Dal monitoraggio dei dati, forti discrasie “tra chi entra e chi sottoscrive un contratto di lavoro. Servono interventi normativi e amministrativi”

Che la manodopera straniera sia fondamentale per l’agricoltura è un dato di fatto, da anni (ma vale anche per edilizia, turismo e non solo, ndr), così come è sempre più evidente che quella extracomunitaria sarà sempre di più il bacino predominante, come evidenziato, nelle scorse settimane, da un’analisi di WineNews con Roberto Caponi, responsabile Area Politiche del Lavoro di Confagricoltura, la più grande organizzazione datoriale d’Italia. Così come è un fatto, denunciato da tempo da tutte le associazioni del mondo agricolo, che il sistema del “Decreto Flussi” e dei cosiddetti “click day” presenti più di qualche criticità, a livello burocratico, ma non solo. E ora sullo strumento è arrivato anche l’esposto alla procura Antimafia presentato dalla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha evidenziato discrasie e ipotizzato l’infiltrazione della criminalità organizzata nel meccanismo (oltre ad aver pesantemente criticato e messo in discussione il funzionamento della legge “Bossi-Fini” sull’immigrazione, ndr).
Nella conferenza stampa della serata di ieri a seguito del Consiglio dei Ministri, Meloni ha sottolineato come dal monitoraggio sui dati voluto dal Governo, “emergono dati allarmanti. Il fatto è questo. Da alcune regioni, su tutte la Campania, abbiamo registrato un numero di domande di nulla osta al lavoro per extracomunitari, durante il “click day”, totalmente sproporzionato rispetto al numero dei potenziali datori di lavoro, siano essi singoli o imprese. Un dato: sui permessi per lavoro stagionale, cioè per lavoro in campo agricolo o turistico-alberghiero, nel 2023, su un totale di 282.000 domande, 157.000 arrivano dalla Campania, mentre 20.000 arrivano dalla Puglia. Solo che, per esempio nel settore agricolo, la Puglia ha circa il 12% delle imprese agricole italiane e la Campania solo il 6%. Dato ancora più preoccupante è che a fronte del numero esorbitante di domande di nulla osta, solo una percentuale minima degli stranieri che hanno ottenuto il visto per ragioni di lavoro in base al “Decreto Flussi” ha poi effettivamente sottoscritto un contratto di lavoro. In Campania, meno del 3% di chi entra con un nulla osta sottoscrive poi un contratto di lavoro. Uno scarto significativo tra il numero di ingressi in Italia per motivi di lavoro e i contratti di lavoro che vengono poi effettivamente stipulati è però una caratteristica che accomuna, anche se con numeri meno spaventosi, molte regioni italiane”.
Secondo il capo del Governo italiano, dunque, “in alcuni territori il numero di richieste è enorme rispetto alla capacità di assorbimento del tessuto produttivo locale, e quindi balza facilmente agli occhi. In quasi tutte le regioni italiane c’è uno scarto significativo tra chi entra per finalità di lavoro e chi effettivamente poi sottoscrive un contratto di lavoro. Che significa? Secondo noi significa che i flussi regolari di immigrati per ragioni di lavoro vengono utilizzati come canale ulteriore di immigrazione irregolare. Significa che, ragionevolmente, la criminalità organizzata si è infiltrata nella gestione delle domande e i “Decreti Flussi” sono stati utilizzati come meccanismo per consentire l’accesso in Italia, per una via formalmente legale e priva di rischi, a persone che non ne avrebbero avuto diritto, verosimilmente dietro pagamento di somme di denaro (secondo alcune fonti, fino a 15.000 euro per “pratica”). L’ipotesi di infiltrazioni criminali sembra avvalorata dal fatto che la stragrande maggioranza degli stranieri entrati in Italia negli ultimi anni avvalendosi del “Decreto Flussi” proviene da un unico Stato, il Bangladesh, dove le autorità diplomatiche parlano di fenomeni di compravendita dei visti per motivi di lavoro. I bengalesi, ricordo, sono anche la prima nazionalità di immigrazione illegale nei primi cinque mesi di quest’anno, e questo presuppone un collegamento forte tra organizzazioni criminali che operano nel Paese di partenza e organizzazioni criminali che operano nel Paese di arrivo. Per questa ragione, raccolti questi dati, stamattina (ieri, 4 giugno, ndr) mi sono recata dal Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo Giovanni Melillo per consegnare un esposto sui flussi di ingresso in Italia di lavoratori stranieri avvenuti negli ultimi anni avvalendosi del cosiddetto “Decreto Flussi”. È evidente che se, come immagino - ha detto ancora Giorgia Meloni - da una parte l’autorità giudiziaria aprirà una o più indagini in base agli elementi forniti e farà seguire la necessaria opera di accertamento per il passato, dall’altro lato le soluzioni per fermare questo meccanismo in futuro competono al Governo. Lo stesso gruppo tecnico di lavoro che ha tirato fuori questi dati, che è coordinato dalla Presidenza del Consiglio e vede la partecipazione del Ministero dell’Interno, del Ministero degli Esteri, del Ministero del Lavoro, del Ministero dell’Agricoltura e del Ministero del Turismo, ha ipotizzato delle iniziative da intraprendere, sia di ordine legislativo, sia di ordine amministrativo. Ci troviamo di fronte a un meccanismo di frode e di aggiramento delle dinamiche di ingresso regolare, con la pesante interferenza del crimine organizzato, che dobbiamo fermare e correggere, esattamente come abbiamo fatto, e stiamo facendo, per il Superbonus edilizio e per il reddito di cittadinanza”.
Secondo Meloni, gli aspetti su cui intervenire sono quelli della verifica delle domande di nulla osta al lavoro, del meccanismo del “click day”; della definizione delle quote; del rafforzamento dei canali di ingresso speciali; e più in generale della collaborazione con le associazioni di categoria, allo scopo di definire i fabbisogni di manodopera. E nell’azione, normativa amministrativa, che seguirà, nelle intenzioni del Governo, c’è il coinvolgimento delle imprese e delle associazioni di categoria. “Intendo promuovere un incontro con le organizzazioni datoriali, poiché troppo spesso si esprimono fabbisogni di manodopera che trovano solo parzialmente riscontro nelle domande di nulla osta al lavoro presentate nei “click day”. Penso serva maggiore responsabilità e un più serio approfondimento, capendo ad esempio se le associazioni abbiano un sistema di monitoraggio delle domande per conto dei propri associati e facciano dei controlli preliminari su di essi. Mentre il Governo individuerà le necessarie soluzioni per il futuro, auspico che si faccia piena luce su quanto è avvenuto negli scorsi anni. Con il Gruppo tecnico di lavoro noi abbiamo fatto una ricognizione solo sui due decreti flussi varati da noi, ma è ragionevole ritenere che le stesse degenerazioni si trascinassero da anni e mi stupisce che nessuno se ne sia reso conto. Noi modificheremo i tratti operativi che hanno portato a queste storture, e lo faremo nel rispetto del principio che ispirò la legge cosiddetta “Bossi-Fini” che ha regolamentato il fenomeno in questi anni, cioè consentire l’ingresso in Italia solo a chi è titolare di un contratto di lavoro”, ha concluso Meloni.
“Il quadro che emerge dal monitoraggio del Governo sui dati dei flussi di ingresso regolari degli ultimi anni, soprattutto per quanto riguarda il lavoro stagionale nel settore agricolo e turistico, è inquietante e bene ha fatto il Presidente Meloni a presentare un esposto all’Antimafia. In Italia non c’è spazio per l’immigrazione illegale - ha detto dal canto suo il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida - e per chi vuole operare fuori dalle regole e sfruttare i lavoratori stranieri. Siamo determinati a fare luce su quanto accaduto fino ad ora e altrettanto determinati ad intervenire per interrompere immediatamente tali meccanismi su cui la criminalità organizzata ha costruito un vero business dell’orrore. L’impegno del Governo Meloni per combattere lo sfruttamento dei lavoratori nel settore agricolo è una priorità, come dimostra il primo provvedimento che ho firmato subito dopo il mio insediamento al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste. Con lo stesso spirito abbiamo organizzato flussi triennali per poter programmare e consentire a chiunque un lavoro onesto, dignitoso e remunerato. Oggi un altro segnale è stato dato dal Consiglio dei Ministri, con la nomina di Maurizio Falco, attuale prefetto di Latina, a Commissario straordinario in materia di superamento degli insediamenti abusivi per combattere lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura. Andiamo avanti nella nostra battaglia per sradicare il caporalato, sconfiggere la criminalità e perseguire il principio della legalità come faro nella nostra azione di Governo”.

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