Che il vino italiano viva e cresca praticamente solo grazie all’export, che da anni con la sua crescita compensa il progressivo calo dei consumi interni, è ormai un fatto consolidato. Secondo alcune stime, con tanti grappoli ancora tra i filari, anche il prodotto della vendemmia 2014, per oltre il 50%, prenderà la via dell’estero. Grazie ad una crescita che, nel 2013, ha visto il vino italiano esportare per un valore record superiore ai 5 miliardi di euro, con un limite storico che probabilmente verrà superato, ancora una volta, alla fine di quest’anno.
In questo contesto di crescita, una buona parte del merito va ai fondi per la promozione nei Paesi Terzi dell’Ocm vino, che per l’Italia significano più o meno 100 milioni di euro ogni anno, per cofinanziare, al 50% in media, i progetti presentati da imprese, consorzi e associazioni. Tante risorse, gestite, grosso modo, il 70% delle Regioni, e il 30% a livello Nazionale. Solo che se negli ultimi due anni le risorse “nazionali” non sono state sufficienti a finanziare tutti i progetti ritenuti ammissibili, è successo che, a causa di alcune realtà locali, ben 17 milioni di euro della quota regionale siano state inutilizzate.
Il che, tradotto in maniera spicciola, vuol dire aver rinunciato ad attivare investimenti per oltre 30 milioni di euro, tra cofinanziamento e capitali investiti dalle imprese. Uno spreco che nessuno, tanto più in temi di ristrettezza e razionalizzazione delle spese come questi, può permettersi, come sottolineato più volte da diverse associazioni del mondo produttivo, in primis l’Unione Italiana Vini (Uiv), guidata da Domenico Zonin.
Ma è probabile che le cose cambino, come ha spiegato a WineNews.tv il Sottosegretario al Ministero delle Politiche Agricole Giuseppe Castiglione, che l’Ocm vino, per altro, la conosce in profondità, per essersene occupato a più riprese nella sua lunga attività politica: “sarebbe delittuoso non utilizzare le risorse, dobbiamo utilizzarle tutte, certo in accordo con le Regioni, senza nessuna gelosia o conflittualità, ma in maniera più efficiente. Vogliamo andare incontro alle imprese, apriremo un tavolo per decidere come utilizzare al meglio il soldi della promozione, che sono 100 milioni all’anno. Nessuno si scandalizzerà se, dopo anni, dovessimo rivedere il riparto dei fondi Ocm tra quota nazionale e regionale. C’è l’impegno mio, del Ministro Martina e del Governo”, ha detto Castiglione. Non ci sarebbe da stupirsi, quindi, se nelle prossime campagne l’Italia decidesse di far gestire più soldi per la promozione del vino a Roma, e meno alle singole Regioni ...
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