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COLOSSI DEL BEVERAGE

Diageo, vendite nette in calo e prospettive in ribasso per il 2026: “non siamo soddisfatti”

Nel primo trimestre, chiuso a settembre 2025, sono diminuite del 2,2%, a 4,9 miliardi di dollari. Frenano i mercati della Cina e del Nord America
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Diageo, vendite nette in calo e prospettive in ribasso per il 2026

La crisi delle bevande alcoliche, che non coinvolge solo il vino, è un fenomeno che incide anche sulle grandi realtà internazionali. Diageo, tra i big player del mercato del wine & spirits mondiale (produttore, tra gli altri, di Johnnie Walker, Don Julio Tequila e Guinness), con oltre 200 marchi venduti in oltre 180 Paesi, ha pubblicato i dati del primo trimestre (che si è concluso il 30 settembre 2025) con vendite nette dichiarate, per il primo trimestre dell’anno fiscale 2026, diminuite del 2,2%, attestandosi a 4,9 miliardi di dollari. Tuttavia, le vendite nette organiche sono rimaste stabili nel trimestre, con una crescita organica dei volumi del 2,9% compensata da un rapporto prezzo/mix negativo del 2,8%. Per l’anno fiscale 2026 sono state aggiornate le previsioni sulle vendite organiche e sugli utili operativi a causa dell’impatto negativo dei white spirits cinesi e di un contesto di consumo statunitense più debole del previsto. Alla voce crescita organica delle vendite nette, Diageo spiega che “prevediamo una crescita stabile o leggermente in calo”.
Nik Jhangiani, ad ad interim
, ha dichiarato che “il fatturato netto è rimasto invariato a livello organico nel primo trimestre, con una crescita in Europa, America Latina e Africa compensata dalla debolezza dei white spirits cinesi e da un contesto di consumo statunitense più debole del previsto. Non siamo soddisfatti della nostra performance attuale e ci concentriamo su ciò che possiamo gestire e controllare; agendo rapidamente per promuovere l’efficienza, dando priorità agli investimenti e adattandoci più rapidamente a un contesto di consumo in evoluzione”.
Per quanto riguarda il peso dei dazi Usa sulle vendite, Diageo spiega che “le nostre previsioni sull’impatto previsto dei dazi sugli Stati Uniti derivanti dalle importazioni dal Regno Unito e dall’Europa rimangono invariate a circa 200 milioni di dollari prima della mitigazione su base annua. Ciò presuppone che i dazi attuali rimangano al 10% sulle importazioni dal Regno Unito e al 15% sulle importazioni dall’Europa, e che le importazioni di alcolici messicani e canadesi rimangano esenti ai sensi dell’Usmca (accordo Stati Uniti-Messico-Canada, ndr), senza altre modifiche ai dazi. Considerate le azioni intraprese finora e prima di qualsiasi determinazione dei prezzi, prevediamo di essere in grado di mitigare circa la metà di questo impatto sull’utile operativo su base continuativa”.

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