Tra le tantissime informazioni che già ci sono su un’etichetta di vino, almeno in Italia, ne manca ancora una che, però, da un certo punto di vista, soprattutto per un consumatore evoluto, è importante. Ovvero la distinzione tra chi cura tutta la filiera, dalla vigna alla bottiglia, e chi no. Un po’ come già avviene in Champagne, con le diverse distinzioni tra “Récoltant Manipulant” o “Négociant Manipulant”, per esempio. Ed ora c’è chi vuole che questo sia scritto in maniera chiara, ovvero la Fivi-Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, insieme all’Andiconsum - Associazione Difesa Consumatori, che hanno scritto insieme al Ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli e al Sottosegretario (con delega al vino) Gian Marco Centinaio per chiedere la modifica del sistema di etichettatura dei vini, ritenendola ormai obsoleta (come a dire che il semplice “imbottigliato all’origine” non basta più, ndr), e ponendo l’attenzione in particolare all’indicazione dei diversi attori.
“Attualmente la sola distinzione presente è quella tra produttore e venditore - dichiara Lorenzo Cesconi, presidente Fivi (Vignaioli Indipendenti) - ma spesso è proprio questa a generare confusione nel consumatore. Nelle etichette viene riportato come produttore sia chi segue tutte le fasi, dalla vigna fino alla commercializzazione, investendo sul territorio e impegnandosi in progetti pluriennali di sostenibilità, sia chi agisce solo come committente delle operazioni facendo svolgere l’intero processo a terzi e si limita a vendere il prodotto finito”.
“L’etichetta è la carta d’identità dei prodotti che consumiamo ed è l’unico strumento a disposizione dei consumatori per fare scelte consapevoli, responsabili, sostenibili, a tutela della propria salute e dell’ambiente - dichiara Carlo De Masi, presidente Adiconsum nazionale - ecco perché è così importante che contenga informazioni veritiere, chiare e trasparenti. È per questo che, insieme a Fivi, abbiamo chiesto al Ministero di rivedere e aggiornare, come dovrebbe essere fatto in generale per tutte le etichette obsolete, l’etichettatura dei vini, per rispondere in maniera puntuale alle richieste dei consumatori di maggiore correttezza e completezza delle informazioni riportate”.
Per consentire questa chiarezza l’etichetta di tutti vini, sia nel caso di vini spumanti che di vini tranquilli o frizzanti, dovrebbe riportare una dicitura differenziata, indicando ogni volta l’autore delle diverse operazioni: solo così sarebbe possibile dare al consumatore finale informazioni complete sulla filiera produttiva, la territorialità e le procedure utilizzate, dando per questo maggiori garanzie. Le due associazioni propongono quindi di attuare una riforma al fine di garantire una maggiore trasparenza nei confronti dei consumatori e una migliore tracciabilità dei prodotti, colmando le attuali carenze del sistema, distinguendo chiaramente le diverse categorie di chi opera nella filiera. I vini spumanti necessitano di una suddivisione più specifica, in quanto la produzione di questi ultimi prevede molteplici passaggi. Per essere chiari in etichetta servirebbero diverse categorie, al fine di distinguere chi segue l’intero processo da chi segue solamente alcune fasi, fino ad arrivare a coloro che effettuano solo la sboccatura. Con la normativa in vigore, infatti, anche questi ultimi vengono identificati come produttori, ottenendo un netto vantaggio commerciale. “La differenziazione delle specifiche in etichetta richiesta da Fivi e Adiconsum - spiega una nota - è volta a valorizzare chi si impegna nel portare avanti una viticoltura autentica, che mette davanti la qualità del prodotto alla quantità e al profitto, ponendo quindi attenzione alla sostenibilità sociale. I distinguo, inoltre, sono indispensabili per garantire al consumatore maggiore trasparenza, in linea con gli obiettivi prefissati dall’Unione Europea attraverso la strategia “Farm to Fork” che ha come intento rendere il sistema alimentare più sostenibile sotto diversi aspetti”.
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