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DIVINO TUSCANY, OLTRE LA TOSCANA E L’ITALIA. A WINENEWS LE PAROLE DEL GURU JAMES SUCKLING, TRA L’IDEA DI ESPORTARE IL FORMAT IN ASIA E LA SFIDA ALLA FRANCIA, POSSIBILE CON I GRANDI VINI DEL BELPAESE, DAL BRUNELLO AL BAROLO

Riunire le eccellenze enoiche di un territorio nel cuore delle sue bellezze architettoniche e storiche, per un’esperienza in grado di affascinare il consumatore con l’allure dei vini protagonisti. È la formula del successo di Divino Tuscany, l’evento creato da James Suckling in questi giorni a Firenze. E che guarda anche al di fuori del Granducato: “credo che funzionerebbe anche in Piemonte, l’importante - spiega a WineNews - è l’esperienza “intima” con il produttore che sempre più consumatori, stanchi di punteggi e recensioni, cercano. E potrebbe funzionare anche all’estero, sto pensando di fare qualcosa di simile ad Hong Kong. Gli asiatici devono entrare più in contatto con i produttori italiani, e l’Italia deve conquistarli, come con la moda, partendo dai grandi nomi e poi arrivando con prodotti di tutti i livelli. E così il vino, deve portare prima Barolo e Brunello, e poi tutto il resto. Quando faccio degustazioni di Brunello di Montalcino, per esempio, spiego che questi territori, a livello di prestigio e di immagine, sono per l’Italia quello che Bordeaux è per la Francia, un concetto che capiscono al volo. E così si apre la strada da seguire con altri territori e altri prodotti”.

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