“Il riconoscimento della Docg è riservato ai vini già riconosciuti a Doc da almeno 7 anni, che siano ritenuti di particolare pregio, per le caratteristiche qualitative intrinseche e per la rinomanza commerciale acquisita, e che siano stati rivendicati, nell’ultimo biennio, da almeno il 66%, inteso come media, dei soggetti che conducono vigneti dichiarati allo schedario viticolo di cui all’articolo 8, che rappresentino almeno il 66% della superficie totale dichiarata allo schedario viticolo idonea alla rivendicazione della relativa denominazione e che, negli ultimi 5 anni, siano stati certificati e imbottigliati dal 51% degli operatori autorizzati, che rappresentino almeno il 66% della produzione certificata di quella Doc”; ecco come è formulato il nuovo articolo 33 del Testo Unico del Vino, che disciplina il riconoscimento dei vini a Denominazione di Origine Controllata e Garantita, una delle novità introdotte dalla conversione in legge del “Dl Semplificazione”, e pubblicato ieri nella Gazzetta Ufficiale. Solo una delle modifiche, che riguardano anche aspetti legati al Registro Unico dei Controlli Ispettivi (Ruci), tempi e modalità di comunicazione preventive, la revisioni dell'istituto della diffida amministrativa, una disciplina per gestire la movimentazione e l’imbottigliamento di vini a Dop e Igp in caso di nuovi lockdown, anche localizzati, al periodo di vendemmia, che potrà iniziare normalmente dal 15 luglio invece che dal 1 agosto, e non solo.
Modifiche che gran parte delle rappresentanze della filiera (Unione Italiana Vini, Federvini, Federdoc, Assoenologi, Confagricoltura, Cia Agricoltori Italiani, Alleanza delle Cooperative Italiane e Copagri), apprezza molto, spiega una nota congiunta, con particolare riferimento “al percorso di ottenimento della Dccg per valorizzare ulteriormente questa categoria, riconosciuta dai consumatori di tutto il mondo. La filiera inoltre apprezza le ulteriori forme di innovazione ottenute, in particolare in materia di etichettatura e presentazione, comunicazioni, agenti vigilatori e periodo vendemmiale e ringrazia il governo e le Commissioni Agricoltura di Camera dei Deputati e Senato della Repubblica per l’accoglimento e il sostegno alle istanze del mondo produttivo. È vivo auspicio che queste modifiche non siano considerate un traguardo finale: ma siano di stimolo per continuare un dialogo aperto ed incisivo fra le Istituzioni e la filiera per aiutare il settore a superare la complessità del momento”.
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