02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Dopo annata da record (il 2013), la produzione enoica, per il 2014, si fermerà a quota 41 milioni di ettolitri (-15%). Raccolta in calo, secondo le previsioni di Unione Italiana Vini (Uiv) e Ismea, al Nord ed al Sud del Paese, cresce solo il Centro

Italia
La vendemmia in calo, - 15%, in Italia

Dopo un’annata da record, come quella del 2013, quando la produzione enoica del Belpaese raggiunse i 48,2 milioni di ettolitri, si torna, grosso modo, ai livelli del 2012, a quota 41 milioni di ettolitri, almeno secondo le “Previsioni Vendemmiali” 2014, frutto della ricognizione nel vigneto Italia fatta tra la fine di agosto e la prima decade di settembre, di Ismea e Unione Italiana Vini (Uiv), presentate oggi a Castello Banfi, a Montalcino. Il dato, di fatto, è una sintesi tra un’ipotesi minima, che porterebbe la vendemmia attuale al di sotto di 40 milioni di ettolitri, ed un’ipotesi più ottimistica che, invece, si attesterebbe a 42,2 milioni di ettolitri.
A livello regionale si evidenzia una riduzione consistente in tutto il Nord, compresa tra il -8% del Piemonte e il -17% del Veneto. La situazione appare ancor più problematica al Sud, con Sicilia (-27%) e Puglia (-25%) che riducono drasticamente gli abbondanti volumi dello scorso anno. È il Centro, invece, a rappresentare l’isola felice sul fronte quantitativo: Toscana (+3%), Umbria (+10%) e Marche (+7%) sono le uniche Regioni con segno positivo.
Cifre, queste, che hanno nella cautela, sempre d’obbligo quando si parla di stime, una chiave di lettura fondamentale, vista l’estrema inclemenza delle condizioni climatiche. Da mettere in conto, infatti, c’è una condizione climatica sempre sopra le righe, che per tutta l’estate è stata caratterizzata da piogge incessanti, temperature sotto le medie, e mancanza di giornate assolate, con l’aggiunta, in alcune zone, di violente grandinate. Il quadro potrebbe chiaramente evolvere in positivo, e collocare l’asticella verso il massimo della forbice, a patto che le piogge cessino e si permetta alle uve ancora in vigna di maturare adeguatamente, condizione che in diverse Regioni non si sta certo verificando.
Le operazioni di raccolta, proprio in virtù di una situazione climatica del genere, risultano slittate in avanti mediamente di una settimana sul 2013, considerata un’annata ritardataria, ripristinando così un calendario normale, dopo anni caratterizzati da forti anticipi. Certo è, e questo è sotto gli occhi tutti, che la 2014 non è una vendemmia facile. Il meteo non favorevole in tutta la Penisola - continua il report di Ismea e Uiv - ha creato terreno fertile per gli attacchi di patogeni, peronospora e botrite soprattutto, e questo ha indotto le aziende ad aumentare il numero di trattamenti in campo, con un notevole innalzamento dei costi di produzione a loro carico. In una situazione così critica, la maggior parte dei viticoltori ha mostrato preparazione e tempestività negli interventi, anche se non sempre con i successi sperati. Se c’è unanimità nel definire la produzione scarsa a livello quantitativo e con un minor grado zuccherino, sulla qualità il giudizio resta sospeso in attesa di verificare il vino in cantina.

Focus - Il dettaglio regionale della produzione enoica 2014

Piemonte (-8%)

L’annata vitivinicola 2014 è piuttosto problematica, in relazione soprattutto alle condizioni climatiche che hanno caratterizzato i mesi scorsi e le settimane a ridosso della vendemmia. La stima compresa tra una flessione massima del -10% e una minima del -5% è totalmente soggetta, comunque, all’evoluzione meteo delle settimane precedenti e a ridosso della vendemmia. Attualmente anche la maturazione non può considerarsi soddisfacente, ma visti i tempi della vendemmia piemontese, soprattutto per i Nebbioli e le Barbere, tutto sarà subordinato al tempo di settembre e alla quantità di sole di cui potranno godere i vigneti. E da questo dipenderà anche il grado zuccherino e in generale tutti i parametri che incidono sulla qualità. In termini di calendario, dopo il discreto anticipo della cacciata, si è tornati ora sui tempi del 2013, anno considerato tardivo. La vegetazione è iniziata, infatti, con un buon anticipo sulla media, grazie a un inverno tiepido e un mese di marzo con temperature buone. La cacciata è stata ottima, grazie soprattutto alla buona disponibilità idrica nel terreno, legata alle piogge cadute a fine gennaio e febbraio in alternativa alla neve. Lo stesso maggio, che è stato meno bizzarro degli altri mesi, non ha però espresso le temperature a cui ci aveva abituato negli anni passati. Dopo una prima settimana di gran caldo a inizio giugno è poi tornata l’alternanza meteo che si è protratta per tutta l’estate, fino a fine agosto. In una situazione di questo tipo, decisamente orientata all’incostanza e all’instabilità, le varie fasi fenologiche hanno seguito un ritmo assolutamente originale, che trova scarsi paragoni con gli anni precedenti. La fioritura, peraltro precoce, si è protratta molto a lungo e la settimana di caldo a cavallo tra la prima e la seconda decade di giugno ha di fatto favorito un’ottima allegagione, con i grappoli che si sono chiusi molto in fretta. Entrambe queste fasi sono state buone, mentre a essere considerata mediocre è stata l’invaiatura. Quest’ultima è iniziata presto ma, al pari della fioritura è stata molto lunga, ricalcando ciò che era già avvenuto anche nel 2013. Per quanto concerne lo stato di salute del vigneto Piemonte si registra il ritorno della peronospora, che ha fatto sentire sintomi precoci sulla vegetazione di maggio, ma che è scoppiata in tutta la sua problematicità a seguito dell’improvviso peggioramento atmosferico di metà giugno, protraendosi poi per tutta l’estate, grazie anche all’evoluzione meteo incostante che l’ha assecondata. L’oidio non ha dato problemi particolari, mentre invece la botrite ha dato del filo da torcere già in fase precoce, con gli acini ancora verdi, in particolare su Chardonnay e Moscato. Più rischi, quindi, per le varietà precoci mentre su quelle tardive le speranze di avere grappoli sani sono più concrete. Come se tutte le altre anomalie climatiche non fossero state sufficienti, anche la grandine è stata piuttosto frequente, colpendo con la solita casualità ma riportando danni piuttosto contenuti. I temporali estivi sono stati numerosissimi e, spesso, hanno portato con sé la caduta di chicchi di ghiaccio di diversa dimensione e pericolosità. Pochi sono i comprensori che sono stati totalmente esclusi da questo fenomeno anche se in alcuni l’intensità è stata superiore.
Situazione analoga per le regioni a Nord e Sud del Piemonte. In Valle d’Aosta (-13%) a una buona fioritura ha fatto seguito un’allegagione a volte mediocre e un’invaiatura con tempi più lunghi della norma. Difficile al momento dare un giudizio sulla vendemmia soprattutto delle uve più tardive. Stessa flessione stimata anche in Liguria (-13%).

Lombardia (-13%)
Anche per la Lombardia il verdetto sintetico delle previsioni di vendemmia per il 2014 non volge all’ottimismo. Certo con le dovute cautele ed eccezioni. Nell’Oltrepò Pavese la stagione vegetativa è partita con un certo anticipo, mediamente di 10-15 giorni. Fino all’allegagione tutto è sembrato procedere per il meglio e le fasi fenologiche si sono succedute con normale cadenza. Da lì in avanti la stagione è stata funestata da piogge frequenti e abbassamenti di temperatura che non hanno giovato alla buona maturazione dei grappoli. Gli stessi fenomeni metereologici hanno quindi innescato attacchi parassitari, specialmente fungini (peronospora e botrite), con un’incidenza superiore alla media degli anni precedenti e hanno compromesso sia la qualità sia la quantità delle uve. Per vendemmie tardive, quali quelle della Valtellina, sarà comunque importante il decorso del mese di settembre, che rende poco predittivi i giudizi quantitativi formulati in questa fase. Giudizi, comunque, che si muovono su terreno negativo rispetto al 2013. In controtendenza, almeno fino a ora, la situazione nella zone del Lugana, dove le vendemmie sono previste verso la metà di ottobre, e ci si attende una produzione in aumento rispetto allo scorso anno anche in virtù dell’entrata in produzione dei nuovi impianti. Qualche perplessità sulle qualità. Aumenti si prevedono anche nella Franciacorta dove i primi grappoli di Chardonnay sono stati staccati prima di Ferragosto. Le gradazioni zuccherine, in media, sono previste in ribasso rispetto alle ultime annate.

Trentino Alto Adige (-14%)
Annata difficile, con previsioni di inizio vendemmia condizionate dall’avverso andamento meteo. La flessione è prevista in entrambe le province, anche se in Trentino l’intensità è superiore rispetto a Bolzano. Da considerare comunque che lo scorso anno, secondo i dati Istat, si è avuta la migliore vendemmia, in termini quantitativi, degli ultimi 15 anni. Tornando alla situazione 2014 si deve sottolineare che, in realtà, le prime fasi fenologiche erano state buone, mentre successivamente una piovosità eccezionale e temperature al di sotto della media, con conseguente rallentamento della maturazione e l’insorgenza di problemi sanitari, nelle situazioni più critiche hanno obbligato ad anticipare la vendemmia. Le maggiori criticità si riscontrano nel fondovalle in particolare per il Pinot grigio. L’annata 2014 è stata infatti caratterizzata da continue piogge, accompagnate anche da eventi grandinigeni e danni da vento, che hanno favorito l’insorgenza di peronospora, botrite e marciume acido. Meno problematico il contenimento dell’oidio. Anche la crescita inusuale degli acini dopo l’inizio delle piogge estive può avere determinato fessurazioni della buccia su varietà delicate quali il Müller Thurgau. La situazione, almeno per quanto riguarda lo stato sanitario delle uve, appare invece meno problematica nelle fasce di media e alta collina, dove però è la lentezza della maturazione a preoccupare. Ad esempio, l’analisi pre-vendemmiale di una serie di campioni di uve ha messo in evidenza uno stato di maturazione anomalo e ritardato. Si spera quindi nel ritorno del sole per raggiungere una maturazione soddisfacente. Se l’andamento meteo di settembre sarà buono si può ipotizzare una vendemmia nella norma per le varietà tardive e di media-alta collina non interessate da problemi sanitari. Sulle uve rosse, quindi, meteo permettendo, le previsioni produttive potrebbero risultare più ottimistiche rispetto alle bianche, soprattutto precoci. Anche in Alto Adige è la pioggia estiva ad aver creato i problemi maggiori. Si sono verificati attacchi di botrite e ora un po’ di prodotto è già a terra. Le previsioni potrebbero volgere un po’ più all’ottimismo se arrivassero i venti settentrionali ad asciugare i grappoli dall’umidità.

Friuli Venezia Giulia (-9%)
La regione, pur mostrando una flessione produttiva, sembra quella più “in salute” del Nord Est. L’inverno mite con temperature sopra la media e un inizio primavera decisamente caldo hanno permesso al ciclo vegetativo della vite di evolversi con quasi tre settimane d’anticipo rispetto alla normalità. La fioritura di varietà precoci, in particolare Pinot grigio e Sauvignon, si è concentrata nella prima decade di maggio. Ma con il clima estivo, freddo per il periodo, lo scenario è cambiato ed il calendario vendemmiale si è normalizzato. Alle frequenti piogge si sono affiancate anche le grandinate. L’invaiatura, per il clima freddo e piovoso, è iniziata tardi e non è stata delle migliori ed anche la maturazione è apparsa piuttosto rallentata. Questo problema si è sentito molto sulle uve precoci. In alcuni casi l’anticipo della raccolta è stato dettato più dall’insorgenza del rischio muffa grigia che dall’effettiva maturazione delle uve. Sul fronte fitosanitario non si erano avvertiti particolari problemi fino alla fine della primavera. Il bel tempo e gli interventi preventivi si sono dimostrati fondamentali per il controllo delle crittogame. La situazione è peggiorata nel periodo estivo, a ridosso dell’invaiatura, quando i trattamenti fitosanitari sono stati spesso vanificati dalle piogge. Sono stati necessari più interventi in vigneto rispetto alla normalità, per prevenire e controllare ripetute infezioni peronosporiche e oidiche. In agosto, si sono verificati anche attacchi di Botrite e sporadicamente anche marciume acido. Tignole, cicaline e ragno rosso non hanno dato origine a problematiche particolari; in alcuni vigneti si è riscontrata la presenza di cocciniglie. Questo, in tutta la Penisola, peraltro, è stato un anno difficile sotto l’aspetto del controllo delle malattie del vigneto e chiaramente più costoso rispetto ad anni in cui non si richiedevano interventi così numerosi. Il calo produttivo della regione, al momento, sembra più evidente nelle varietà a bacca bianca quali Pinot grigio, Tocai Friulano, Chardonnay e nei rossi più precoci come il Cabernet Franc e il Merlot Discorso a parte per il Prosecco che vede aumentare le quantità prodotte solo in virtù dell’entrata in produzione dei vigneti iscritti alla Doc. Sulle uve bianche più tardive e sulla gran parte di quelle rosse, se le condizioni meteo di settembre fossero più favorevoli, si nutrono ancora buone aspettative sia sul fronte qualitativo che quantitativo. Si spera in temperature tra i 25 e i 30 gradi e in giornate ventilate. Intanto, dai primi risultati analitici si evince che la resa uva/vino è nella norma, mentre risulta inferiore allo scorso anno il grado zuccherino. Inoltre, si rileva una buona acidità. La qualità delle uve, sembra, comunque mediamente buona.

Veneto (-17%)
Tra le regioni settentrionali il Veneto è quella in cui al momento si stima la maggiore perdita in termini percentuali. Peraltro le pessime condizioni atmosferiche di questi giorni potrebbero anche abbassare ulteriormente le attese. Certo è che l’inizio del ciclo vegetativo aveva fatto sperare ben altro o, comunque, non si erano pensati cali a due cifre. Fino alla fioritura, infatti, la situazione appariva sostanzialmente buona. Con l’allegagione i primi problemi, che si sono intensificati successivamente a causa delle avverse condizioni meteo, caratterizzate da piogge intense e frequenti. Queste condizioni sono state terreno fertile per lo sviluppo di crittogame come peronospora, botrite e oidio i cui attacchi risultano decisamente superiori alla media. I trattamenti, quindi, sono stati intensificati ma a volte vanificati dal persistere delle piogge. Molti cali sono già stati riscontrati nelle vendemmie delle uve precoci. Oltre a quantità al di sotto delle aspettative, c’è un grado zuccherino inferiore allo scorso anno. Per le uve destinate a Prosecco la fase di raccolta è appena iniziata. Il tempo tuttora instabile sta compromettendo ulteriormente lo stato del grappolo anche laddove fino ad ora si era riusciti a preservare l’uva dagli attacchi di patogeni. Data l’anomalia del clima e il forte stress a cui le viti sono state sottoposte, in alcuni casi si evidenzia già da ora una drastica riduzione del processo metabolico delle viti stesse. Le ultime speranze di recupero, o meglio che le uve sane maturino in modo adeguato, sono riposte nelle restanti settimane di settembre per le quali si auspicano giornate soleggiate.

Emilia Romagna (-12%)
La vendemmia 2014 sembra presentarsi in modo tutt’altro che omogeneo tra le due aree viticole della regione. Il -12% stimato, infatti, è il risultato di una consistente flessione in Romagna a fronte di una riduzione più contenuta in Emilia. Questo quindi fa di quella attuale, almeno a detta degli operatori locali, un’annata quasi normale. Infatti, se queste previsioni dovessero essere confermate, il dato di quest’anno non si discosta molto da quello registrato tra il 2010 e il 2012. Da considerare sempre che il confronto della vendemmia in corso è fatto su un 2013 particolarmente abbondante non solo per l’Emilia Romagna ma per l’Italia più in generale. Le condizioni climatiche primaverili avevano fatto partire lo sviluppo vegetativo in anticipo rispetto alla media. Anticipo che col passare dei mesi si è totalmente riassorbito arrivando fino a una vendemmia che, anzi, sembra slittata in avanti di circa una settimana. Dopo le prime fasi fenologiche, da ritenersi più che buone, le abbondanti precipitazioni, unite a repentini abbassamenti della temperatura registrati nella tarda primavera, hanno provocato fenomeni di acinellatura dei grappoli nella fase di allegagione e presenza di acini verdi in quella dell’invaiatura che non hanno però compromesso oltre misura il normale sviluppo vegetativo e produttivo della vite nonostante l’elevata virulenza di alcune fitopatie. Si sono riscontrati, infatti, attacchi di peronospora, oidio e botrite contrastate, con molta difficoltà e ricorrendo a numerosi e ripetuti interventi con prodotti fitosanitari. Questo ha comportato per le aziende viticole un aumento dei costi di produzione di oltre il 30%. A peggiorare la situazione in alcune zone sia della Romagna che dell’Emilia sono intervenute anche le grandinate.

Toscana (+3%)
1 La Toscana sembra appartenere, con le altre due regioni centrali, all’isola felice in cui si possono avere delle previsioni con segno positivo. E questo, comunque, al netto di situazioni diverse all’interno della regione o delle stesse province. Firenze e Siena sembrano, a ora, mostrare variazioni su terreno positivo. Minimo comun denominatore è comunque il ritardo con cui si è arrivati alla fase vendemmiale che, mediamente, può essere quantificabile in una settimana. Tutto questo premettendo che per quanto riguarda il principale vitigno toscano, ossia il Sangiovese, i giochi si fanno nel mese di settembre, e che quindi le prossime settimane saranno cruciali per il risultato finale sia quantitativo che qualitativo. Aspetto quest’ultimo non certo trascurabile. Da segnalare che l’intero andamento stagionale dall’inverno alla primavera è stato caratterizzato da anomalie meteorologiche. Alla sostanziale mancanza di inverno è seguita, infatti, una primavera con temperature inferiori alla media degli ultimi trent’anni. Solo giugno ha segnato un ritorno alla normalità con temperature nella norma e una decina di giorni a metà del mese particolarmente caldi. Le maggiori anomalie tuttavia si sono verificate nel mese di luglio, con piogge 5 volte superiori alla media stagionale. Elevato anche il numero dei giorni piovosi: 10 contro la media storica pari a 2,8. Conseguentemente, le temperature del mese di luglio hanno toccato livelli eccezionalmente bassi, facendo registrare una media di 2,3 °C in meno rispetto a quella degli ultimi trent’anni. E ad agosto le cose non sono andate meglio. Nel sud della regione peraltro si sono verificate anche alcune grandinate. Nonostante le avversità del tempo, le diverse fasi fenologiche fino all’allegagione sono da considerarsi buone. Meno positivi, invece, i giudizi su invaiatura e fase finale della maturazione. Sempre molto alta l’attenzione sul fronte fitosanitario. In molte zone si sono registrati importanti attacchi di peronospora, oidio e botrite dovute naturalmente all’alta piovosità della primavera estate. In alcuni casi si attendono gradazioni lievemente inferiori alla media.

Umbria (+10%)
Guida il gruppo delle tre Regioni con segno positivo, almeno in termini di variazioni percentuali, proprio l’Umbria. Inizialmente la stagione vitivinicola si è presentata in anticipo di circa quindici giorni, ma poi il perdurare delle piogge e le temperature al di sotto della norma hanno fatto sì che la maturazione delle uve sia avvenuta con circa una settimana di ritardo rispetto a un calendario normale. Nonostante le avversità meteo che hanno insistito anche su questa regione, le diverse fasi fenologiche vengono considerate buone fino all’invaiatura. La fase di maturazione, con le piogge incessanti, non è stata all’altezza delle aspettative e le stime, seppur con segno positivo, risultano forse al di sotto di quanto ci si aspettasse fino al mese di luglio. Nota positiva sono le notevoli escursioni termiche tra giorno e notte, che favoriscono gli aromi primari delle uve. Quest’anno è stato determinante l’attento controllo fitosanitario dei vigneti che ha permesso di portare in cantina un quantitativo di uva comunque abbondante. Intanto sono piuttosto rassicuranti sul fronte quantitativo i dati che arrivano dalle cantine sulla vendemmia delle uve precoci sia bianche che rosse. Si prevede un’annata migliore della passata anche nella zona del Sagrantino, sebbene anche qui ci sia stato molto da lavorare contro attacchi di patogeni. In tutta la regione, comunque, sarà fondamentale il tempo di settembre.

Marche (+7%)
Anche per le Marche, come per Toscana e Umbria, c’è l’eccezione del segno positivo. Il clima invernale e quello primaverile sono stati caratterizzati da temperature al di sopra della media sta-gionale e questo ha anticipato la ripresa vegetativa di una decina di giorni. Anche le fasi successive, consi-derate buone, hanno mantenuto qualche giorno di anticipo. Le mutate condizioni meteo di fine primavera e di tutta l’estate (diminuzione delle temperature e abbondanti piogge) hanno condizionato in parte l’allegagione e successivamente l’invaiatura che comunque hanno avuto un decorso normale, anche se non ottimo, soprattutto in aree viticole esposte a forti escursioni termiche e ai venti del nord. Le aree colpite dalla grandine sono state superiori a quelle riscontrate nel 2013, ma gli effetti non hanno pregiudicato oltre misura la quantità della produzione. Il maltempo ha comunque condizionato un risultato produttivo che si attendeva sicuramente migliore. Non sempre infatti si è potuto intervenire in modo tempestivo ed efficacie per contrastare fitopatie quali peronospora, oidio e botrite. Soprattutto nelle aree collinari è stato difficoltoso entrare nei vigneti con i mezzi meccanici, per l’impraticabilità dei terreni intrisi d’acqua. Vi è inoltre da segnalare che data l’eccezionalità degli eventi meteorici e delle basse temperature riscontrate con elevata frequenza, non sempre i prodotti fitosanitari hanno avuto una loro efficacia. L’andamento stagionale, non certamente ottimale e che ha indotto molte aziende a praticare la defoglia-zione al fine di accelerare la maturazione, sembra avere influito solo in parte nella maturazione delle varie-tà precoci. Anche su quelle più tardive si nutrono ancora discrete aspettative, sempre con l’incognita delle condizioni metereologiche delle prossime settimane.

Lazio (-5 %)
L’Italia centrale dei segni positivi si interrompe con il Lazio dove la stagione è stata a dir poco inedita. L’inverno mite, la primavera e l’estate fresche e, soprattutto, le frequenti piogge hanno messo a dura prova anche i viticoltori più attenti. Le avversità meteo hanno condizionato lo sviluppo vegetativo a partire dalla fioritura e poi con l’allegagione che ha prodotto grappoli più spargoli del normale. L’invaiatura si è svolta senza problemi: le uve si presentano con acini turgidi e un corredo di succo e zuccheri apprezzabili. Le temperature più basse della media stagionale hanno, invece, rallentato la maturazione delle uve, che registra mediamente una settimana di ritardo, fino a due settimane nelle zone più interne come l’area del Cesanese. La vendemmia è iniziata solo per alcune varietà internazionali, complessivamente di buona qualità, e si sta svolgendo tranquillamente ma con un occhio al cielo, sperando in un periodo di soleggiamento più intenso di quanto non sia accaduto fino ad ora. Anche nel Lazio le frequenti piogge hanno indotto i viticoltori a intensificare i trattamenti contro peronospora e oidio, con un conseguente aumento delle spese. In molti vigneti, magari piccoli e non condotti in maniera “imprenditoriale” si registrano perdite piuttosto ingenti. La gradazione zuccherina delle uve attesa è inferiore rispetto alla media stagionale.

Abruzzo (-13%)
Le temperature particolarmente miti registrate a fine inverno ed inizio primavera hanno favorito un anticipo di 10 giorni della ripresa vegetativa della vite e hanno avuto effetti positivi anche nelle fasi della cacciata e della fioritura. Il successivo e repentino cambiamento del tempo, caratterizzato da piogge e temperature inferiori alla media stagionale, ha condizionato allegagione e invaiatura, annullando di fatto tutto l’anticipo registrato in precedenza. L’innalzamento delle temperature e la diminuzione delle precipitazioni hanno consentito alle uve precoci di ottenere in vendemmia i risultati attesi, sebbene o condizionati da un’allegagione non ottimale e dalla presenza di peronospora. L’incognita legata all’estrema variabilità delle condizioni meteo rende incerto il risultato per le varietà più tardive, soprattutto rosse. Le buone condizioni di agosto, comunque, hanno fatto ben sperare per le uve Montepulciano anche se settembre sarà fondamentale per la maturazione fenolica.Per quanto riguarda le fitopatie, si sono verificati, come detto, ripetuti attacchi di peronospora anche nel mese di luglio che non sempre è stato possibile contenere attraverso la lotta integrata.

Campania (-10%)
Anche il vigneto campano sembra in ritardo rispetto a un 2013 che già era stato considerato un anno di ritorno nella media, dopo svariate vendemmie anticipate. Le diverse fasi fenologiche si sono susseguite regolarmente ma non sempre in modo ottimale. Già la fioritura per alcune varietà è risultata problematica anche se, mediamente ha guadagnato comunque un giudizio buono da parte degli operatori. Così anche l’allegagione. Dati i vincoli dettati dalla situazione preesistente e da un clima non certo tra quelli auspicabili, anche l’invaiatura è stata all’altezza delle aspettative mentre la maturazione è partita non nel migliore dei modi. Con il procedere delle settimane e un clima più in linea con le medie stagionali, anche la maturazione delle uve ha cominciato a procedere bene. Come nel resto della Penisola, anche la Campania ha affrontato una stagione difficile sul fronte fitosanitario. La peronospora ha colpito molto di più rispetto alla media sia in fase di pre-fioritura e fioritura sia successivamente durante l’invaiatura. Intanto sulle varietà di uve precoci ci sono stati cali significativi con punte del 40%. In tema di qualità e di grado zuccherino sarà fondamentale il tempo del mese di settembre. Nei vigneti non danneggiati da fitopatie il ritorno del bel tempo potrebbe permettere di portare in cantina buone quantità ed anche di ottenere un recupero qualitativo.

Puglia (-25%)
Lo sviluppo vegetativo presenta un ritardo di circa sette giorni rispetto alla media stagionale. Tutte le fasi fenologiche sono considerate buone o nella media, mentre è stata proprio la fase finale della maturazione a risultare mediocre. Molta peronospora, date le avverse condizioni atmosferiche, ha caratterizzato la zona del Salento, in particolare a Nord, con diffuse difficoltà nel combatterla. Attacchi di botrite si sono registrati nel mese di agosto in particolare nelle provincie settentrionali della regione. Gli ultimi giorni del mese di agosto, caratterizzati da piogge intense, in particolare nell’area salentina, potrebbero aver compromesso ulteriormente le partite di uve Negroamaro e Primitivo rese ancora più deboli perché già parzialmente danneggiate dalla peronospora. Su queste aree, peraltro, incombe il pericolo muffe. Ci si aspetta comunque che le aziende ben strutturate e pronte a difendersi da attacchi crittogamici, possano assicurare un prodotto buono (anche ottimo in alcune zone). I problemi potrebbero invece essere piuttosto pesanti per i viticoltori non professionali che di norma sono meno tempestivi negli interventi. Oltre ad una quantità nettamente inferiore rispetto allo scorso anno anche la gradazione delle uve è prevista in diminuzione.

Molise (-23%)
Il calo produttivo è imputabile in particolar modo alle piogge e alle basse temperature durante l’allegagione, in parte a fitopatie come peronospora e oidio, contenute solo parzialmente con un maggior numero d’interventi in vigna. Le avverse situazioni stagionali, poi, hanno portato a un ritardo vegetativo stimabile in circa 10-15 giorni solo in parte recuperato dalle condizioni favorevoli del mese di agosto. Anche per il Molise, come per il vicino Abruzzo, è stimata una buona produzione per il Trebbiano, il vitigno a bacca bianca più coltivato. Per le uve tardive, quali il Montepulciano, in Molise come nel resto della Penisola sarà fondamentale il mese di settembre. Intanto la qualità generale delle uve sembra sostanzialmente buona ma, certamente, non potrà essere iscritta tra quelle da ricordare.

Basilicata (-30%)
La Basilicata, come le regioni limitrofe, ha visto un alternarsi di condizioni atmosferiche difficili, piogge, grandinate localizzate e un alto tasso d’umidità, che hanno caratterizzato tutte le fasi fenologiche portando la produzione ad una brusca riduzione; giudizi ancora sospesi sulla qualità.

Calabria (-23%)
In Calabria la maturità delle uve è risultata disomogenea rispetto all’annualità scorsa e si sono riscontrati in media almeno dieci giorni di ritardo. La cacciata è risultata buona o nella media mentre la fioritura si può definire mediocre. L’andamento meteo ha portato, infatti, ripercussioni negative con perdita di fiori e frutticini. Anche l’allegagione risulta, almeno in alcune zone, appena sufficiente con diversi ceppi con grappoli spargoli. L’invaiatura si può definire buona ma in ritardo e non uniforme. La regione è risultata sotto attacco di oidio e peronospora che hanno compromesso alcune produzioni. Per quel che riguarda l’andamento climatico le aree collinari, nonostante l’annata piovosa, subiscono sempre lo stress idrico dovuto all’eccessivo caldo umido; solo delle micro zone hanno subito grandinate ma con un danno minimo. La quantità di prodotto previsto risulta, così, in calo in particolare con zone vitate in buono stato e vigneti compromessi e senza raccolto. Si attende comunque la fine del mese di settembre per valutare la resa.

Sicilia (-27%)
Produzione in calo ma qualità per ora in linea con le aspettative: appaiono queste le previsioni per la ven-demmia targata 2014 in Sicilia. Le temperature piuttosto miti e le piogge contenute registrate durante la stagione estiva dovrebbero garantire un prodotto qualitativamente all’insegna dell’equilibrio. Rispetto alle media stagionale, la vegetazione è avvenuta con tre - sette giorni di ritardo, ottima la cacciata, buona la fioritura, buone anche l’allegagione e l’invaiatura. Per ora anche la gradazione delle uve appare nella media degli ultimi anni. La flessione della produzione 2014 non giunge comunque inaspettata. Da considerare, infatti, che nell’isola lo scorso anno si era avuto un livello produttivo particolarmente alto e quindi già dalle prime fasi fenologi-che si preannunciava un calo fisiologico. Non preventivabile è stata invece la perdita, sebbene contenuta, di prodotto ascrivibili all’incidenza della malattie, quali peronospora e tignoletta, che hanno colpito i vigneti occidentali nella fase finale della maturazione. Un po’ di siccità è stata, invece, riscontrata nella Sicilia orien-tale.

Sardegna (-13%)
Nonostante una previsione in calo del 13% in Sardegna tutto lascia prevedere una annata comunque soddisfacente da ogni punto di vista. Le fasi fenologiche cacciata, invaiatura, fioritura e allegagione, sono risultate tra il buono e il discreto. Nel mese di giugno si sono fatti vivi, oidio e peronospora, ma solo in alcuni areali e ben controllati nelle aziende organizzate e tecnicamente condotte. L’andamento meteo favorevole ha portato a un’ottima maturazione delle uve che sembrano presentarsi in buono stato dal punto di vista vegetativo, profumate e colorate, merito anche delle piogge che hanno dissetato le piante al momento giusto e delle forti escursioni termiche tra le giornate calde e il forte abbassamento di temperature della notte. Inoltre gli indici di maturazione fenolica, centrati con un grande equilibrio fra zuccheri e acidità, fanno ben sperare nell’ottenimento di vini corposi e di buona struttura. Si è riscontrata siccità in alcune zone dell’isola nei mesi di luglio e agosto. Se la situazione metereologica, che ha contraddistinto la regione rispetto al resto del nostro Paese, continuerà a presentarsi piuttosto positiva, nonostante la resa uva/vino si presenti decisamente contenuta, la quantità prodotta dovrebbe risultare comunque soddisfacente se confrontata con gli ultimi cinque anni.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024