Due occhi verdi che brillano come il suo mare, quando riflette il sole caldo del Sud. Misette Casano è una giovane donna che vive a Pantelleria, dove conduce l’azienda di famiglia che da quattro generazioni si occupa di vino: “Cossyra”, che significa “la piccola”, proprio come lei, la più giovane di casa. E con il suo primo vino, il moscato Cossyra, ha già fatto il suo gran debutto nella “buona società del vino”. Nel nome, Cossyra, c’è un destino che la segue o la guida, come le sembra di avvertire, e mentre lo racconta si svela la sua emozione. Il filo impercettibile è partito dal passato, proprio da una bottiglia di moscato. Lo faceva il nonno nel 1892 con uve di moscato d’Alessandria (zibibbo) e veniva spedito sui velieri, in partenza da Pantelleria, verso l’America del Sud.
“Veniva esportato in Honduras ed usato nelle celebrazioni liturgiche, para consacrar sacra missa - racconta l’affascinante siciliana, riprendendo l’antica dicitura ritrovata nei documenti antichi. Le ci è voluto più di un anno e mezzo per ricostruire la storia del Cossyra, della bottiglia dal corpo slanciato avvolta da un’etichetta che ha ritrovato intatta. “Appartiene da sempre alla mia famiglia - è il moto di orgoglio della ragazza con tanta passione da vendere - Io ho voluto rifarlo per il mio papà perchè era il vino di suo padre”. Ha usato il metodo naturale antico e ha fatto tutto lei: “non ho ascoltato nessuno, ho scelto una bottiglia con la stessa forma e l’etichetta del passato”. Gli unici consigli li ha accettati dal padre, il conte Salvatore come viene chiamato sull’isola, che le ha dettato le regole di vinificazione e le ha trasmesso un’esperienza lunga cinquant’anni. Lei a soli trent’anni ha le idee chiare e la carica di un vulcano, come la sua isola. “Per me Pantelleria è magia e energia vitale data da una terra lavica che riesce a trasmettere profumi unici”. Le uve del vitigno, che proviene dal nord d’Africa, viene appassita in vigna dal calore del sole e poi deposta sulle reti appoggiate su un letto morbido di erba secca per la ventilazione.
Misette Casano segue tutte le fasi dalla vigna fino alla bottiglia, che nasconde un altro segno del destino: nel collarino di fine ottocento la scrittura del nonno oggi si sovrappone come d’incanto a quella della nipote. “Abbiamo la stessa calligrafia” - racconta con la luce negli occhi la giovane produttrice. Il legame con la tradizione e la storia di famiglia sono la sua forza. “Voglio trasmettere tramite questo vino la mia assoluta passione e far riscoprire una tradizione antica che racchiude la vita di tanti uomini”. La medaglia vinta a Vinitaly è il riconoscimento della sua dedizione e dei sacrifici, che le hanno fatto rinunciare persino all’amore, e che per lei valgono come una medaglia d’oro. Ma sono anche il segno di stima per una piccolissima realtà come quella dei viticoltori di Pantelleria. La cultura di questa terra Misette la sente nel sangue e la vive come un dovere morale da trasmettere perché non venga disperso. A questa “piccola” ragazza, che trasmette emozioni ed entusiasmo come un cratere in eruzione è stato consegnato anche un nuovo impegno: la nomina di presidente della neonata sezione siciliana di Pantelleria del Movimento Turismo del Vino. Un sorriso e tanto entusiasmo per un nuovo traguardo.
Silvia Airoldi
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