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Dopo il timido approccio del 2014, i terrazzamenti di Prosecco, dove per secoli ha prosperato la coltura della glera, il vitigno alla base della vinificazione dell’antico e indigeno Prosekar e del veneto Prosecco, tentano la scalata all’Unesco

Entrare a far parte dei siti tutelati dall’Unesco, per i territori del vino del Belpaese, non è una moda, ma piuttosto un modo per veder riconosciuti e tutelati paesaggi e colture uniche e ricche di storia e di storie. Come i terrazzamenti di Prosecco, dove per secoli hanno prosperato le colture della vite, dell’olivo e del fiore reciso che, nel 2014, con una mozione del parlamentino di Altipiano Ovest, furono proposti per l’inserimento nel novero dei siti Unesco tutelati per il loro valore culturale e paesaggistico, cavalcando l’onda della candidatura all’Unesco delle località di Conegliano e Valdobbiadene, in provincia di Treviso, per valorizzare i colli sui quali si produce il Prosecco. Era stata Valdobbiadene, per la precisione, a trainare il comprensorio delle bollicine, con la richiesta del Consorzio di tutela Conegliano Valdobbiadene stata inoltrata alla sede Unesco già nel 2008. Prendendo spunto dalla successiva creazione della Doc interregionale “Prosecco”, a protezione delle bottiglie venete e di quelle friulane dalle insidie di un mercato sempre più arrembante, il presidente della circoscrizione, Roberto Cattaruzza, si era pronunciato immediatamente per dare risalto alla frazione carsolina che, con il proprio nome, aveva permesso di utilizzare la sua collocazione geografica per proteggere fatturati miliardari.
Sulle balze di Prosecco, Contovello e Santa Croce, infatti, la glera, il vitigno che sta alla base della vinificazione dell’antico e indigeno Prosekar e del veneto Prosecco, è stata coltivata per secoli e secoli in una cornice paesaggistica unica sia per le prospettive che per le caratteristiche altamente vocate alla pratica agricola. Ed oggi, come racconta il quotidiano “Il Piccolo” (www.ilpiccolo.gelocal.it) dopo aver appreso che il vicino comune di Duino Aurisina e quello di Monfalcone, assieme ad altre località della vicina area del Collio italiano e sloveno, sarebbero in dirittura d’arrivo per essere inseriti nel prestigioso elenco internazionale, presidente e consiglieri si rifanno vivi per promuovere la candidatura del territorio del ciglione carsico.
“Un tratto costiero - sostengono i consiglieri - che analogamente alle zone del Collio e del Brda sloveno è stato oggetto per secoli di costanti e importanti interventi da parte dell’uomo per realizzare colture di alta qualità. Un patrimonio di cultura agricola, storica e naturalistico/paesaggistica la cui conservazione e sicurezza è da ritenersi importantissima, se non fondamentale, per la comunità mondiale”. Per queste ragioni la prima circoscrizione ripropone con forza all’amministrazione comunale la richiesta di inserire Contovello, Prosecco e Santa Croce nei siti tutelati dall’Unesco.

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