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Dopo Veneto, Trentino, Toscana e Sicilia, Santa Margherita continua la sua politica di espansione, e guarda al Piemonte, tra Barbaresco e Barolo. A WineNews l’ad del Gruppo, Ettore Nicoletto: “ci interessa un brand con potenziale e profittabilità”

Italia
Ettore Nicoletto, ad Santa Margherita

Santa Margherita cerca casa in Piemonte: il gruppo vinicolo della famiglia Marzotto continua l’espansione nei mercati internazionali a livello commerciale, ma vuole estendere ulteriormente il perimetro in Italia. Dopo la presenza in Veneto, dove è nata, in Trentino Alto Adige, in Toscana e in Sicilia, il gruppo sta cercando un’occasione nella regione a vocazione vinicola che ancora le manca, il Piemonte appunto. Lo ha rivelato, a WineNews, Ettore Nicoletto, ad Santa Margherita, a Milano, per il lancio della sponsorizzazione della Mille Miglia. “Il Piemonte ci piace. Non nascondo che stiamo cercando. Quello che ci interessa è un brand, una marca che abbia potenziale e che abbia già la profittabilità”. I nomi dei territori? Quelli fatti da Nicoletto per primi sono Barolo e Barbaresco.
Santa Margherita, intanto, oltre a proseguire con la politica delle acquisizioni, rafforza la sua presenza commerciale all’estero: è ufficiale l’apertura, avvenuta a inizio 2016, di una sede diretta negli Stati Uniti, primo mercato estero per il Gruppo, a Miami, dove lavorano 71 persone. “Guideremo noi il nostro business - commenta Nicoletto - e ci occuperemo noi dell’importazione e delle distribuzione di tutti i nostri vini”. La controllata, che ha richiesto investimenti per oltre 14 milioni di euro, gestisce direttamente la distribuzione dei vini di tutte le tenute del gruppo (Santa Margherita, Torresella, Kettmeir, Lamole di Lamole, Vistarenni, Sassoregale, Terrelìade). Unica eccezione Cà del Bosco, che avrà un importatore dedicato di base a New York.
“La start-up non esaurisce - spiega Nicoletto - la propensione all’investimento che ha caratterizzato l’ultima decade di lavoro in Santa Margherita (complessivamente oltre 100 milioni di euro, dal 2008 a oggi). Stiamo completando il nuovo volto della cantina storica di Fossalta di Portogruaro: un upgrade architettonico e tecnologico, dalla vinificazione all’imbottigliamento, che favorirà e supporterà l’espansione del Gruppo. Si tratta di 6,75 milioni di euro, specificamente investiti nel biennio 2015-16”.
Investimenti che stanno dando i loro frutti, con il rendiconto dell’esercizio 2015, che registra il segno “più”: le vendite sono cresciute del 7,3% in valore e del 3,1% in volumi, attestandosi rispettivamente a 118,1 milioni di euro ed a 19,1 milioni di bottiglie vendute in 85 Paesi del mondo. Numeri che dovrebbero crescere ancora di più quest’anno.
“Le cifre sono ancora più lusinghiere - ha sottolineato Gaetano Marzotto, presidente Santa Margherita - se consideriamo il “peso” del mercato italiano, stabilmente al 36% del fatturato, che è cresciuto in valore del 7,5%”. Ma a crescere, oltre a quello italiano, sono tutti i mercati mondiali, con l’incremento maggiore in Canada e nell’area Caraibica, con un +16,5%, superando, per la prima volta, la soglia degli 11 milioni di euro fatturati. Interessante resta la proiezione nei mercati asiatici: Australia (uno dei Paesi produttori competitor), Giappone e Cina con una crescita del 6.5%, mentre positivi incrementi si registrano nel competitivo mercato europeo, in Regno Unito, Germania e Svizzera in modo particolare. Negli Usa, le vendite sono cresciute ulteriormente del 5,1% avvicinandosi alla soglia dei 50 milioni di euro di fatturato a fronte di una sostanziale conferma dei volumi esportati.
Sul fronte vinicolo, l’azienda a Vinitaly con una nuova, inedita, linea Docg del Prosecco Conegliano Valdobbiadene Superiore e del Cartizze: il restyling vuole evidenziare, da un lato, la tradizione del Gruppo Vinicolo di Fossalta di Portogruaro - fra i primissimi a credere nelle potenzialità del Prosecco realizzando i suoi primi vini spumante ancora nel 1952 - e, dall’altro, l’assoluto pregio, il valore qualitativo del Prosecco, che nasce sulle colline di Conegliano-Valdobbiadene e di Cartizze.
Ma, nella conferenza a Milano, il focus dell’evento era un altro: la nuova generazione Marzotto, rappresentata da Luca, Stefano, Nicolò e Gaetano, figli di Vittorio, ha rinnovato la sponsorizzazione come “Main Wine Sponsor” della “Mille Miglia”, anche il 2016, di scena dal 19 al 22 maggio. Una corsa che è un affare di famiglia, visto che, negli anni Cinquanta, i quattro fratelli Marzotto da non professionisti svelarono straordinarie capacità automobilistiche, con vittorie incredibili su campioni come Alberto Ascari, Juan Manuel Fangio e Stirling Moss. Nel 1950 e nel 1953 Giannino Marzotto trionfa alla Mille Miglia per “Gentlemen Drivers”, bissando il successo a bordo della Ferrari “Uovo” e stabilendo, a soli 22 anni, il record del pilota più giovane sul podio. La leggenda lo vuole mentre corre con il suo impeccabile abito doppiopetto, che dalla tonalità beige della partenza giungeva al traguardo annerito dagli schizzi delle ruote sul fango. Dopo due clamorosi ritiri nel 1951 e nel 1952, il fratello Vittorio entra nella storia nel 1954: primo posto di classe sulla Ferrari Sport 500 Mondial e secondo posto assoluto dietro il campione di Formula 1 Alberto Ascari.
Fausta Chiesa

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