Un progetto che, come pochi altri, unisce l’arte al grande vino, e che oggi si arricchisce di un ulteriore tassello: la famiglia Chiarlo, tra le realtà più importanti del Piemonte enologico, lancia il nuovo percorso artistico “Cannubi Path”, realizzato dal Maestro Ugo Nespolo e dedicato a Michele Chiarlo, fondatore dell’azienda. Celebrazione di un fruttuoso ed ispirato sodalizio lungo oltre un decennio, il percorso sarà visitabile liberamente e aperto al pubblico tutto l’anno (ad eccezione dei giorni di vendemmia). Il nuovo percorso è inspirato all’Art Park La Court, il più esteso museo a cielo aperto tra i vigneti - che, tra i filari del Monferrato, culla della Barbera e del Nizza, vede esposte opere di grandi artisti, tra cui Lele Luzzati, Ugo Nespolo, Giancarlo Ferraris e Chris Bangle - e rappresenta un’importante occasione per rendere Cannubi un patrimonio ancora più condiviso e condivisibile, un omaggio alla sua storicità e al suo valore.
“È una giornata speciale per noi, non solo perché inauguriamo il percorso di Cannubi dedicato a nostro padre Michele, ma anche perché stiamo portando avanti un sogno che dura da quasi 70 anni - afferma Stefano Chiarlo, enologo e co-titolare della Cantina Michele Chiarlo - con il Maestro Nespolo al nostro fianco, stiamo dando vita a un progetto che invita tutti a immergersi nella cultura e nella passione che queste viti rappresentano”.
“In questi decenni abbiamo messo insieme grandi vigne a Barolo, Barbaresco e nel Nizza. Le grandi vigne sono sempre state tutto per noi, ma a un certo punto abbiamo cominciato a guardarle con un occhio diverso. È successo precisamente nell’estate del 1996, durante una festa al tramonto a Cerequio. Allora il Palás era ancora una borgata diroccata, non c’era nulla, ma è stata la festa più bella che abbiamo mai fatto - aggiunge Alberto Chiarlo, direttore marketing e vendite e co-titolare - da lì l’idea: ci siamo resi conto che da queste grandi vigne non ci bastava più “solo” fare un grande vino, ma volevamo anche portarci la gente e condividerle con loro”.
Quest’ultima iniziativa si unisce alle altre dell’universo Chiarlo, come lo Sky Bar & Lounge , inaugurato a giugno all’interno del resort Palás Cerequio di La Morra , nel cuore di uno dei cru più prestigiosi del Barolo, e la mostra “Nespolo & Chiarlo: dal 2010 arte in vigna”, allestita nel caveau del Barolo e visitabile fino alla fine dell’anno, dove si possono ammirare alcune delle opere più importanti di Ugo Nespolo e scoprire bozzetti inediti che raccontano la lunga collaborazione con Michele Chiarlo.
Il percorso si snoda tra i filari del cru più antico d'Italia, un cammino tra le vigne che non è decorazione estetica, ma l’omaggio ad un’amata collina: attraverso installazioni tra i filari e nel ciabot (ovvero il piccolo fabbricato caratteristico dei vigneti piemontesi o di altri terreni agricoli o forestali), i visitatori possono immergersi nell'essenza del paesaggio e nella passione di chi lo coltiva. Un progetto che celebra la storicità vitivinicola del territorio e il suo valore culturale, consolidando il legame tra l'arte di Nespolo e la tradizione vitivinicola di Michele Chiarlo, che nel tempo ha dato vita a progetti significativi come l’Art Park La Court e l’etichetta per un vino.
Situato nel cuore delle Langhe, Cannubi è una delle menzioni geografiche aggiuntive più celebri del Barolo. La sua storicità è testimoniata dalla prima bottiglia a portarne il nome, risalente al 1752 e conservata nell’archivio della famiglia Manzone a Bra. La fama internazionale di Cannubi è stata consolidata da Lorenzo Fantini, che nel 1879 ha identificato la zona come una delle migliori per la viticoltura. Questo cru è il punto d'incontro tra due zone geologiche, l’unione tra i suoli profondi e compatti dell’elveziano e quelli più morbidi del tortoniano. Ogni sottozona di Cannubi (Cannubi Boschis, Cannubi San Lorenzo, Cannubi Muscatel e Cannubi Valletta) aggiunge sfumature uniche all’espressione del terroir. All’interno di questo prestigioso contesto, Chiarlo coltiva un ettaro nel cuore storico di Cannubi, nella parte centrale della collina rivolta verso il paese di Barolo. L’appezzamento ha una forte pendenza, tale da richiedere il terrazzamento a ciglioni inerbiti , in grado di favorire l’esposizione e garantire l’integrità del terreno, oltre alla prevenzione del dissesto idrogeologico; un lavoro delicatissimo, che non trova altri esempi nelle Langhe del Barolo e che per questo ha richiesto per la realizzazione la supervisione dell’Università svizzera di Changin . Piantato interamente a Nebbiolo, il vigneto di Chiarlo produce vini iconici come il Barolo Docg Cannubi e il Barolo Docg Cannubi Riserva.
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