Ottimi valori medi di contenuto proteico e di peso ettolitrico, alto grado di sanità (con un bassissimo tasso di micotossine) e tanta qualità del glutine fanno del grano duro coltivato in Toscana il migliore d’Italia e uno dei migliori al mondo. Maria Grazia d’Egidio, direttore del Cra-Qce, il Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura, ha riconosciuto il merito di questa eccellenza al clima regionale mediamente secco a sufficienza da impedire l’accumulo di umidità in pianta ed evitare l’insorgenza di muffe in silos e magazzini.
Le caratteristiche delle varietà Levante, San Carlo, Latinur e Svevo - quest’ultima coltivata solo in Maremma - sono state presentate insieme ai risultati del “Monitoraggio qualitativo del frumento duro” realizzato da Cra-Qce, presentato in assemblea di Toscana Cereali. Consentono, secondo il direttore di Toscana Cereali Luciano Rossi, di dar vita a paste regionali di notevole qualità come “La Tosca”, che ha ormai raggiunto un largo consenso tra i consumatori.
Se si va a osservare la qualità per aree, in Maremma e in provincia di Arezzo si hanno le caratteristiche migliori, 13% di contenuto proteico e 81,44% di peso elettrolitico, a Siena 13,2% e 80,9%, Livorno 12,1% e 82,4%, Pisa 12,9% e 91,9%. La percentuale di proteine oscilla negli anni tra il 13 e il 14% con il picco massimo toccato nel 1999, 14,2% mentre il peso elettrolitico ha raggiunto quota 84% nel 2006.
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