Ha adottato un manuale di buone pratiche agricole ecosostenibili; certificata “Biodiversity Friend”, si impegna a difendere e custodire la biodiversità del territorio; ricicla il 75% dei rifiuti che produce; promuove la cultura del vino italiano, a partire dai giovani, basata sulla convivialità e sul consumo consapevole; e, last but not least, investe gli utili della produzione dei vini che la rendono famosa e che esporta in tutto il mondo nel territorio, sostenendone le eccellenze culturali e sociali, da Dynamo Camp all’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze. Ecco Ruffino, griffe simbolo del vino italiano, di proprietà del colosso americano Constellation Brand, ritratta nel suo “bilancio di sostenibilità”, edizione n. 2, cuore del progetto “Ruffino Cares” e dell’impegno della griffe nella responsabilità sociale di impresa, con iniziative e progetti la cui finalità va oltre il business, dalla sostenibilità ambientale all’educazione al consumo responsabile di vino, all’impegno verso gli altri. L’obbiettivo futuro? Nel 2021 più del 40% dei vigneti di proprietà di Ruffino sarà a conduzione biologica.
La storica Tenuta di Pontassieve e Greppone Mazzi a Montalcino, tra le proprietà, dove si producono vini come Chianti Classico Riserva Ducale e Riserva Ducale Oro, Chianti Ruffino e Brunello, sono da sempre il fulcro della produzione Ruffino. Ma nuove sfide hanno portato la griffe alla creazione di Supertuscan come il pluripremiato Modus, e all’acquisizione nel 2018 di due tenute in Veneto per la produzione di Prosecco, 140 ettari integralmente bio. In totale, gli ettari sono oltre 500, in cui sono occupate oltre 200 persone, per un volume totale di 26 milioni di bottiglie annue e un valore alla produzione relativo all’anno fiscale 2019 di 119.993.687 euro, in crescita del 16% sul precedente, destinata a 85 mercati, a partire da Italia, Usa e Canada, che traino le performance finanziare del Gruppo con l’80% del valore complessivo, con una crescita, rispettivamente, dei ricavi del 6,2% e del 12% (l’Italia è a +38%). Il capitale sociale di Ruffino Srl è di 1.438.744,00 euro, quello di Tenute Ruffino Srl Società Agricola e Poderi Ducali Ruffino srl Società Agricola di 10.000 euro. L’utile consolidato è di 10.619.615 euro, con un margine netto da distribuire di 27.639.739 euro, in leggera flessione. “Già da qualche anno - spiega l’ad Sandro Sartor - abbiamo sentito il bisogno di misurarci su un livello di responsabilità più elevato: una sfida che sappia andare oltre la creazione di valore per gli azionisti. Lavorare la terra ed ottenere da essa il frutto da cui dipendono tutto il nostro lavoro ed i nostri ricavi, fa capire quanto preziosa sia la sostenibilità, la capacità cioè di un sistema produttivo di ripetersi infinite volte senza erodere o consumare i fattori produttivi che ne fanno parte”.
Il polo gravitazionale e aspirazionale di Ruffino Cares è rappresentato dagli obiettivi di sviluppo sostenibile dettati dall’Onu a Stati e grandi imprese. Ruffino si è impegnato a perseguirne alcuni e a intraprendere il lungo percorso di conseguimento verso altri, costituendo un comitato Csr-Corporate Social Responsability.
La sostenibilità ambientale, la tutela dell’ambiente e della sua biodiversità è uno dei primi obiettivi: ormai da anni Ruffino ha adottato un manuale di buone pratiche agricole per la corretta implementazione di tutte le fasi di gestione vitivinicola in ottica ecosostenibile. Nel 2018 Ruffino ha ottenuto la certificazione “Biodiversity Friend” dalla World Biodiversity Association, associazione internazionale che attesta con monitoraggi scientifici una gestione della produzione volta a preservare la biodiversità e la salubrità dell’ambiente. Senza dimenticare la conversione biologica dei vigneti toscani. Ma l’impegno di Ruffino non si limita alla gestione dei vigneti: con una costante attenzione agli sprechi e all’impatto ambientale è arrivata a riciclare oltre il 75% dei rifiuti prodotti. Un esempio virtuoso ne sono la gestione delle acque con impianti di depurazione all’avanguardia, la fitodepurazione che permette di trattare in modo naturale le acque di scarico delle cantine grazie all’uso delle piante palustri e del filtraggio naturale dell’acqua a mezzo di sabbia e ghiaia, permettendo così il riutilizzo dell’acqua purificata nelle operazioni di irrigazione e pulizia.
La necessità di promuovere una educazione al consumo responsabile di vino è il secondo pilastro strategico di Ruffino Cares. Questo si incarna nell’idea di educare a gustare il vino ancorandolo ai sistemi relazionali che ci appartengono quasi geneticamente e per i quali, come italiani, siamo invidiati e imitati in tutto il mondo: la convivialità, la condivisione affettuosa, un vino da spartire con coloro a cui si vuole bene. Perché secondo Ruffino bere vino deve significare elevarsi nel piacere dello stare insieme e non isolarsi negli eccessi. Inoltre, un progetto pilota con Dnv Gl, permette a Ruffino di mettere a disposizione del consumatore tutte le informazioni sulla tracciabilità del prodotto-icona, il Chianti Classico Gran Selezione Riserva Ducale Oro, Chiaattraverso la teconologia BlockChain.
Infine Ruffino Cares è impegno verso gli altri, responsabilità nel sostenere le eccellenze del territorio. Ruffino è impegnata per la gestione di 1.200 ettari di verde del parco Dynamo Camp, a San Marcello Pistoiese, primo campo di terapia ricreativa in Italia per i bambini con gravi patologie, dove ogni dipendente può svolgere attività di volontariato con parte di permessi retribuiti. Dall’anno della sua creazione, nel 2015, Ruffino è al fianco dell’associazione MIA.DI per sostenere l’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze.
Ruffino Cares è un progetto a lungo termine, ambizioso, che ha anche l’aspirazione di rappresentare quello che Ruffino desidera far vivere nella sua essenza di marchio: l’italianità di gusto e stile, il sapersi divertire senza eccessi, la condivisione di affetti semplici, la bellezza buona e sociale.
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