Una delle principali coltivazioni italiane è quella della vite, legata alla produzione del vino. La filiera enologica, come molte altre filiere, produce numerosi scarti di lavorazione tra vinacce, raspi e fecce. Che però possono diventare risorse importanti per altri settori. Come racconta, tra gli altri, il progetto europeo Cirevalc “Introducing and upscaling Circular Economy models in regional Value Chains in the food, catering and packaging sectors”, un’iniziativa finanziata dal programma Interreg Central Europe, e che vede la partecipazione della Camera di Commercio di Padova come unico partner italiano, e che, il 6 dicembre, a Padova, ha messo sotto i riflettori tre esperienze “made in Veneto” simbolo di questo modo di pensare l’impresa, firmate da realtà importanti dei loro settori come Rigoni di Asiago, leader nella produzione di miele e confetture, le storiche distillerie Bonollo e Serenissima Ristorazione.
In particolare, al centro dell’esperienza proposta da Distillerie Bonollo Umberto (provincia di Padova) vi è il recupero della vinaccia impiegata per realizzare i distillati dello storico marchio di Mestrino. Nella logica dell’economia circolare, dopo la produzione della grappa, la vinaccia viene nuovamente utilizzata per creare altri sottoprodotti. Il residuo della prima lavorazione dell’uva conosce così una terza vita e viene impiegato per la produzione dell’acido tartarico utilizzato nel settore alimentare e in enologia come correttore di acidità, ma anche nell’industria alimentare e nel settore farmaceutico per la preparazione di specifici medicinali. Non solo: i vinaccioli estratti dalla vinaccia vengono utilizzati per ottenere l’omonimo olio alimentare, utilizzato, per le sue proprietà benefiche, nella cosmesi e nell’industria alimentare. Le buccette d’uva essiccate sono destinate all’industria di produzione dei mangimi animali. Dai vinaccioli, in alternativa, vengono anche estratte sostanze antiossidanti destinate al settore della nutraceutica (integratori alimentari). La logica “zero waste” si iscrive nella storia centenaria dell’azienda: già negli anni Sessanta la vinaccia, estratta la componente alcolica ed aromatica, veniva essiccata ed utilizzata come “biomassa” per produrre il vapore per le distillazioni successive. Il più recente sviluppo in termini riutilizzo e valorizzazione è avvenuto ad aprile 2023 quando, insieme ad Italgas, è stato inaugurato presso la distilleria di Conselve il primo impianto di produzione di biometano, direttamente immesso in rete di consumo, ottenuto a partire dai residui liquidi di distillazione della distillazione.
Sull’Altopiano dei Sette Comuni, Rigoni di Asiago (provincia di Vicenza), realtà leader nella produzione di miele e confetture, ha scelto la strada del biologico, intraprendendo un cammino di sviluppo sostenibile, con il preciso obiettivo di ridurre l’impatto della produzione sull’ambiente, limitando fortemente il consumo di combustibile fossile e evitando l’uso intensivo dei terreni e dell’acqua. Tra le iniziative attivate, il progetto Sarr - Sistemi Avanzati per il Recupero dei Rifiuti, condotto con la rete Veneto Green Cluster: grazie alla collaborazione con enti universitari e con un partner esterno specializzato nel trasferimento tecnologico per la caratterizzazione fitochimica dei residui e di formulati a partire dai residui di lavorazione, come mirtilli, more, lamponi, sambuco e mele, è stata sviluppata una nuova linea di ingredienti da impiegare nel settore della nutraceutica e della cosmesi.
Il terzo caso-modello è rappresentato dal Gruppo Serenissima Ristorazione, oggi una delle realtà italiane più importanti nel campo della ristorazione commerciale e collettiva con una produzione di circa 40.000 pasti al giorno nello stabilimento di Boara Pisani (provincia di Padova), uno dei centri più moderni e tecnologicamente avanzati d’Europa. Tra le buone pratiche che contraddistinguono l’impegno del Gruppo, la scelta di donare i pasti invenduti per minimizzare gli sprechi, le pratiche per la riduzione e il recupero dei rifiuti, l’impiego di tecnologie per migliorare e snellire i processi produttivi eliminando gli sprechi.
“La partecipazione a questo importante progetto europeo - spiega Antonio Santocono, presidente della Camera di Commercio di Padova - ci consente di entrare in rete con alcune tra le migliori competenze, esperienze e pratiche a livello europeo e di trasferire questa “ricchezza” alle aziende del territorio, accompagnandole nel percorso verso la transizione green”. Nel progetto, ora, verranno selezionate 12 aziende venete dei settori alimentare, ristorazione o packaging che parteciperanno a un’azione pilota per l’implementazione di un piano di transizione verso un modello di economia circolare. Il bando per la selezione sarà aperto fino al 9 dicembre; dopodiché, le realtà individuate per questa prima azione pilota verranno coinvolte nello sviluppo di un piano di transizione circolare, un percorso gratuito di consulenza che avrà come risultato finale la redazione in un report con le indicazioni per migliorare il sistema produttivo nell’ottica dell’economia circolare.
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