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Economia / La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

Sorpresa Verdicchio. E' boom nel Nord Europa ... Avanti col bianco, anche sui mercati esteri. Sono soprattutto i Paesi del Nord Europa a mostrare un particolare apprezzamento per i bianchi “made in Italy”: Svezia, Norvegia e Finlandia hanno sensibilmente aumentato i consumi di etichette del nostro Paese; ma anche i mercati emergenti, come Russia e Cina, si stanno muovendo. Dopo gli internazionali (Pinot grigio, chardonnay e sauvignon), stanno aumentando le richieste di etichette prodotte coi grandi autoctoni. E’ il caso del Verdicchio, bandiera della vitivinicoltura marchigiana. A confermarne il boom è Michele Bernetti (Umani Ronchi), una cantina che esporta l’82% della produzione: “Stiamo assistendo ad una ripresa generale dei bianchi, in particolare di quelli ad alto profilo, dall’ottimo rapporto qualità/prezzo e prodotte con vitigni autoctoni. Per il Verdicchio è un vero e proprio trionfo: + 10% nel 2002 e nel 2003. In testa c’è la Svezia, in cui oggi bere Verdicchio è diventato di gran moda, soprattutto tra i giovani”. Ma per esportare servono anche idee nuove. La nuova parola d’ordine è: formazione. Marco Caprai, che ha rilanciato in Italia e nel mondo il Sagrantino di Montefalco, è categorico: "Fiere, mostre e marketing non bastano, bisogna investire all'estero nella formazione di operatori e sommelier per comunicare fuori dai nostri confini lo spirito e la qualità dei nostri prodotti. Servono ambasciatori del gusto italiano, comunicatori e promotori dei nostri prodotti nei ristoranti e nelle cucine internazionali”. Dalla Sicilia arriva la ricetta Tasca d’Almerita, Oscar del vino 2004 come miglior azienda italiana: per resistere alle crisi cicliche dei mercati internazionali, Alberto Tasca ha creato una società commerciale composta da giovani siciliani, collegati tra loro da un sistema informatico che consente di ‘saggiare’ in tempo reale gli oltre 66 Paesi in cui vengono esportati i pluripremiati vini dell’azienda. E dalla Toscana Stefano Cinelli Colombini, della storica Fattoria dei Barbi, vede nell’Est Europa la nuova frontiera: “Russia, Repubblica Ceca, Lettonia, Polonia, Ungheria sono mercati ancora vergini, con una classe dirigente danarosa e attratta dagli status symbol del made in Italy, soprattutto la Russia”. (arretrato de "Economia - La Nazione, Il Giorno, Il Resto del Carlino del 3 luglio 2004)

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