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L'appuntamento - Emergenti e big si sfidano al Vinitaly ... E’ la fiera del vino che vanta più tentativi di imitazione. Quasi sempre malriusciti. L’ultimo - il milanese Miwine - è stato un tale flop da provocare un terremoto ai vertici dell’Unione Italiana Vini con la fuoriuscita di un gruppo di grandi nomi del settore guidati dall’ex presidente Ezio Rivella. Nonostante gli attacchi, Vinitaly (VeronaFiere, 7-11 aprile) resta non solo la prima fiera del vino italiano, la seconda in Europa dopo Bordeaux, ma anche un evento unico. Piazza commerciale, termometro del settore, luogo di dotti convegni ma anche di spettacolari kermesse, di defatiganti degustazioni. Crocevia imperdibile per aziende, reti di vendita, commercianti, enotecari, ristoratori. A tu per tu con i vignerons più blasonati, si beve e si assaggiano piatti preparati dagli chef più in voga, mentre vip del cinema e della televisione sfilano come testimonial di chi ha i soldi per pagare lauti cachet. Passerella delle realtà emergenti del vino, con le Regioni che si sfidano a colpi di stand miliardari (in lire): la Sicilia enologica è esplosa qui, conquistando un intero padiglione. Che il Lazio volesse uscire dall’anonimato lo si è capito qui, quando due anni fa arrivò il governatore Storace. Qui la Campania ha mostrato per la prima volta i muscoli. Qui tutto è grande, a partire dal Concorso enologico internazionale, “la più selettiva e partecipata competizione mondiale del settore, a cui prendono parte 3.500 campioni di vino provenienti da 31 Paesi”, spiega soddisfatto Giovanni mantovani, direttore generale di Veronafiere. Per chi cerca la novità e si è entusiasmato al cinema per ‘Sideways’, si potranno degustare i vini californiani proposti nel film di Payne. Monica Larner, corrispondente dall’Italia per la rivista “Wine Enthusiast”, parlerà del suo paese, la soleggiata Santa Ynez Valley, nella contea di Santa Barbara, dove il film è ambientato e presenterà tutti i vini della regione citati nella pellicola.
Per gli enoappassionati Vinitaly è il Nirvana. Non solo bottiglie pregiate e vini d’autore, ma anche accessori di culto. Chi adora i bicchieri da degustazione professionali, decanter di cristallo, cavatappi avveniristici e sofisticati termometri qui trova di che saziarsi. Secondo un sondaggio svolto da winenews.it in collaborazione col Vinitaly, per dotarsi degli strumenti giusti la maggior parte degli appassionati (72%) spende una cifra compresa tra i 100-150 euro all’anno. Ma per cosa spendono gli eno-appassionati? Principalmente per i bicchieri, per avere quello adatto ad ogni vino. E il desiderio segreto? Non ci sono dubbi: l’81% degli enonauti sogna una cantina ipertecnologica e climatizzata per le proprie adorate bottiglie. E poiché sognare non costa, ci sono anche altri “oggettini” per i quali gli enonauti farebbero follie: dalla collezione di bicchieri in cristallo Baccarat e argento all’antico decanter di cristallo del Settecento, dal tastevin in platino al cavatappi ricercato e prezioso.

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