02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)
ATTUALITÀ

Enea brevetta il pomodoro San Marziano: resistente a spazi ridotti, gravità anomala e radiazioni

La verdura spaziale è frutto di lungo lavoro e sarà “cibo fresco senza rifornimenti dalla Terra”. Ma le biotecnologie guardano al nostro Pianeta

Il MicroTom biofortificato, o “San Marziano” come è stato chiamato dagli studiosi del team Enea che lo ha brevettato, è un pomodoro sviluppato per rispondere alle esigenze degli astronauti nei loro lunghi viaggi spaziali: ambienti confinati, differenti condizioni di gravità rispetto alla Terra e radiazioni ionizzanti non condizionerebbero, infatti, solo la salute umana, ma anche la produttività delle piante e la qualità del cibo, potendo generare stress ossidativo e danni al Dna.
Questa variante di pomodoro, dalle dimensioni più compatte, un maggior contenuto di antocianine (la cui sintesi è stata riattivata sebbene solitamente sospesa nelle specie attualmente coltivate) e con trascurabili variazioni di crescita e fotosintesi potrà fornire “cibo fresco e salutare senza necessità di rifornimenti dalla Terra e rappresenterà la principale fonte di molecole ad alto valore aggiunto, come antiossidanti e biofarmaci, a supporto della vita nei futuri avamposti spaziali”, secondo Silvia Massa del Laboratorio Enea di Biotecnologie.
La ricerca di Enea, però, non è utile soltanto per i viaggi che porteranno l’uomo su Marte: l’esplorazione dello spazio, infatti, rappresenta da sempre un potente acceleratore di tecnologie per applicazioni sulla Terra, dove è urgente il ricorso all’innovazione tecnologica in agricoltura per far fronte all’aumento della popolazione mondiale, alla riduzione delle superfici coltivabili e agli effetti dei cambiamenti climatici. La ricerca Enea sulle biotecnologie punta allo sviluppo sia di piante resistenti a condizioni estreme che di piante “biofabbrica” per la produzione di molecole di interesse farmaceutico.

Il San Marziano deriva da un lungo impegno di Enea, dapprima con il progetto Bioxtreme nel 2014, studiando come le piante alimentari possano crescere in modo adeguato in un ambiente extraterrestre e arrivando a sviluppare un vero e proprio modello, e poi col progetto Hortspace, valutando i requisiti di produttività e di qualità nello Spazio e studiando l’impatto delle radiazioni sulle piante.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli