Se la qualità del vino italiano, a detta di molti, non è mai stata così alta, il merito è anche degli enologi. E, in un ponte che ha collegato passato e futuro, la figura dell’enologo è stata celebrata, e non poteva essere diversamente, al Congresso Assoenologi, nei giorni scorsi, a Cagliari: da un lato, con la consegna di una targa ricordo in memoria di Giacomo Tachis, considerato il più grande enologo italiano di tutti i tempi, al quale si deve la figura dell’enologo moderno, e firma di tanti vini mito come il Sassicaia della Tenuta San Guido, del Turriga di Argiolas, del San Leonardo di Tenuta San Leonardo, il Terre Brune di Cantina di Santadi, il Tignanello di Antinori, il Saffredi de Le Pupille, il Mille e una notte di Donnafugata, il Pelago di Umani Ronchi e non solo, ricevuta dalla figlia, Ilaria Tachis, e, dall’altro, il Premio di Laurea Marco Accordini, in memoria del giovane enologo prematuramente scomparso due anni fa, a soli 26 anni, andato a Francesca Violardo, dell’Università di Trento, per un lavoro sulla “Caratterizzazione isotopica del chitosano”.
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