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CULTURA DEL VINO

Enoteche, business in crescita nel 2022. Torna il concorso per il “miglior Enotecario d’Italia”

A firmarlo Aepi-Associazione Enotecari Professionisti Italiani, insieme a Vinarius - Associazione Enoteche Italiane
AEPI, ENOTECHE, MIGLIOR ENOTECARIO D'ITALIA, VINARIUS, vino, Italia
Torna il concorso per il “Miglior Enotecario d’Italia” di Aepi e Vinarius

Le enoteche italiane, che, dopo il Covid, periodo difficile in cui si sono reinventate e spesso, con i ristoranti chiusi, sono state una sorta di “presidio territoriale” per il contatto tra produttori e consumatori, stanno vivendo una buon momento di riscossa, come del resto, al netto di mille difficoltà, lo sta vivendo il mercato del vino in generale. E, in un quadro in cui le stime degli addetti ai lavori parlano di aumenti di vendite intorno al 20% sia in volume che in valore sul 2021, in attesa di dati più precisi, torna il Concorso “miglior Enotecario d’Italia”, organizzato da Aepi-Associazione Enotecari Professionisti Italiani, e presentato al Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare dal presidente Aepi, Francesco Bonfio, alla presenza del Ministro Francesco Lollobrigida.
Il contest (edizione n. 2), organizzato con la collaborazione di Vinarius - Associazione Enoteche Italiane, nasce nell’ottica, rimarcata dal presidente Bonfio, di “assicurare una maggiore ribalta e attenzione mediatica all’enotecario, che merita un riconoscimento per l’importante ruolo svolto nella filiera del vino e dell’agroalimentare. Solo i sommelier e gli enotecari, nella filiera vino, hanno un rapporto diretto con il consumatore: vogliamo valorizzare il loro ruolo e la loro professionalità”, ha aggiunto il presidente Bonfio.
Di “ruolo centrale” dell’enotecario all’interno della filiera vino ha parlato anche il ministro Lollobrigida, sottolineando soprattutto funzione di garante della qualità del prodotto venduto da parte della categoria: “non è banale il rapporto interpersonale tra enotecario e cliente - ha osservato il Ministro - all’interno di quel rapporto c’è, infatti, garanzia per il cliente, c’è la garanzia del prodotto di qualità; in altri locali capita, invece, di poter trovare prodotto contraffatto o che comunque non corrisponde a quanto descritto in etichetta”. Il Ministro è anche tornato a soffermarsi sulla vicenda del vino dealcolato “che crea preoccupazione”, ribadendo, tra gli applausi della platea, che, a suo avviso, “il vino può e deve contenere alcol. Poi nessuno è obbligato a berlo o non berlo. La vita è troppo breve per poter bere cattive bottiglie di vino. Il vino dealcolato non è vino, è un altra cosa e allora lo chiami con un altro nome - ha aggiunto il Ministro - non si può pretendere di chiamare vino quello che non è vino”. In fatto di nomi impropri, esiste anche il problema, come rilevato dal presidente Bonfio, a Winenews, che in Italia capita che si chiami enoteca anche quello che enoteca non é, e non si può neanche sapere il numero esatto delle enoteche presenti in Italia perchè non si è mai fatto un censimento. “Capisco che ci sia difficoltà a farlo - ha osservato il presidente Aepi - perchè il termine enoteca non è registrabile, non è “proteggibile”, e questo significa che il fruttivendolo che tiene sei bottiglie diverse su uno scaffale, a fianco di arance e finocchi, e scrive enoteca fuori, non incorre in sanzioni perché non glielo vieta nessuna legge. Ma dobbiamo anche dire che in Italia manca la considerazione da parte del consumatore, che legge enoteca fuori dal fruttivendolo e pensa che sia davvero un’enoteca. In Francia questo non potrebbe avvenire, il consumatore francese riconosce, infatti, il termine “caviste” solo ai professionisti”.
In ogni caso, secondo Aepi, le enoteche presenti in Italia, “meritevoli di essere chiamate Enoteche con la E maiuscola”, si aggirano sulle 1600. “1000, i wine bar, e 600 le enoteche da asporto - dice Bonfio, a Winenews - gli affari stanno andando bene e riteniamo che manterremo la percentuale di aumento delle vendite registrata nel 2021”.
Il concorso “miglior Enotecario d’Italia” 2023 si articolerà secondo una serie di tappe descritte dal presidente di giuria, Stefano Caffarri, profondo conoscitore e comunicatore dell’enogastronomia italiana. Le iscrizioni al contest, aperto sia agli enotecari operanti nelle bottiglierie, dove viene proposta la vendita per asporto, sia ai professionisti che lavorano all’interno di mescite (winebar) dove è previsto il servizio, si aprono oggi e chiuderanno nel mese di febbraio per poi dare vita al primo processo di selezione, a carico della giuria, e alle due prove tecniche che sarà necessario superare per decretare i finalisti. Previsti anche due premi speciali: miglior Enotecario d’Italia Under 30 e il miglior Enotecario d’Italia all’Estero. Il Concorso rappresenta anche un’occasione di crescita professionale: in qualità di formatore sarà presente il Comité de Champagne che, per il secondo anno consecutivo, offre ai finalisti la possibilità di vivere un’esclusiva full-immersion ad Epernay di quattro giorni.

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