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ANALISI DEL SETTORE

Esportazioni record di formaggi per l’Italia (+13,8% in valore), seconda al mondo dopo la Germania

Crescono consumi interni (+0,8%) e prezzi del latte alla stalla (+16%), trainati dalle Dop come Grana Padano e Parmigiano Reggiano. A dirlo, Ismea
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Esportazioni record di formaggi per l’Italia, i dati Ismea

Il settore lattiero-caseario italiano continua a brillare sui mercati internazionali. Secondo l’ultimo report “Tendenze Latte” pubblicato da Ismea, nei giorni scorsi, l’Italia ha superato Francia e Paesi Bassi, diventando il secondo esportatore mondiale in valore di formaggi e latticini, dietro solo alla Germania. “Un risultato storico, trainato da una crescita del +13,8% in valore e del +3,4% in volume nel primo trimestre del 2025”, afferma il report Ismea, rispetto ad un 2024 che si era chiuso con esportazioni a 5,4 miliardi di euro a fronte di 658.000 tonnellate di prodotto.
“Il comparto mostra segnali positivi anche sul fronte interno - precisa lo studio - i consumi domestici sono aumentati dello +0,8% in volume e del +7,7% in valore tra gennaio e aprile, con una forte domanda di formaggi (+4,1%) e yogurt (+5,4%). In controtendenza, invece, il latte alimentare, che continua a registrare un calo negli acquisti”.
“Nonostante una lieve flessione della produzione nazionale (-1% nei primi quattro mesi del 2025 rispetto allo stesso periodo del 2024) - continua Ismea - i prezzi del latte alla stalla sono aumentati del +16%, sostenuti dalla performance dei formaggi Dop. A giugno, il Grana Padano ha raggiunto gli 11 euro/kg (+14% su base annua), mentre il Parmigiano Reggiano ha toccato i 13,3 euro/kg (+21%)”.
“A livello europeo - aggiunge il report - la produzione di latte vaccino è calata del -1%, con contrazioni in Germania, Francia, Paesi Bassi e Spagna. Tuttavia, i prezzi restano elevati, con una media di 53 euro/100 kg a maggio (+15,4%). Mentre gli allevatori mostrano maggiore fiducia, grazie alla dinamica favorevole dei prezzi, l’industria di trasformazione resta più prudente. Si segnalano, infatti, un lieve calo degli ordini e preoccupazioni legate alla domanda estera e al contesto geopolitico”, sottolinea lo studio.
“I risultati del settore sono buoni, ma soprattutto cresce la fiducia tra gli allevatori. Il nostro sistema delle Indicazioni geografiche permette di sviluppare valore e distribuirlo su tutta la filiera. La qualità - conclude il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida - riconosciuta sia in Italia che all’estero, permette di guardare con più serenità al futuro del settore e garantire il benessere degli allevatori, trasferendo anche sul territorio l’andamento economico positivo. Le esportazioni crescono in valore e volume, siamo il secondo Paese al mondo per esportazioni, e anche i consumi interni, segno che le aziende italiane investono, innovano senza dimenticare la tradizione, e rispondono alle richieste del mercato”.

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