02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

Essere un Ferrari non è semplice, ma riempie il calice di soddisfazioni. “Con Ferrari si accolgono gli ospiti al Quirinale, le star festeggiano l’Oscar, Vinitaly i primi 40 anni, brindano gli Azzurri”. Così Matteo Lunelli a WineNews #Vinitaly50Story

Essere uno spumante Ferrari non è semplice, ma riempie il calice di soddisfazioni. In oltre un secolo di storia, italiana oltre che del vino italiano, osservatore privilegiato nei brindisi, non ha mai mancato i momenti che contano. Come al Quirinale, “da quando negli Settanta Sandro Pertini sostituì lo Champagne con il Ferrari, con cui da allora è consuetudine accogliere Capi di Stato e di Governo, e iniziando una tradizione, dai G8 ai 150 anni dell’Unità d’Italia, all’Expo 2015 di Milano, che arriva fino al Presidente Mattarella”. O in una giornata memorabile per l’Italia “come l’11 luglio 1982, fissata dalla “bevuta mundial” alla magnum di Pablito Rossi al Bernabeu, dopo il 3-1 contro la Germania e la vittoria ai Mondiali a Madrid. Ero un ragazzino ... O le tantissime medaglie olimpiche vinte dall’Italia. Nel 2005, invece, ero in azienda da pochi anni ed ebbi la fortuna di andare a Los Angeles alla Notte degli Oscar. Ricordo in particolare la cena della Elton John Foundation in cui cantò dal vivo. E l’anno scorso siamo stati il brindisi degli Emmy Awards”. E, ovviamente, Ferrari è presente alle tappe più importanti del vino italiano, “come i primi 40 anni di Vinitaly, nel 2006, quando il Giulio Ferrari 1995, le leggendarie bollicine create da Mauro Lunelli nel 1972, oggi Collezione 1995, è stato nominato “Mito del Quarantennale” da oltre 2.000 tra ristoratori, sommelier, enotecari e giornalisti di 66 Paesi, cui si chiedeva l’etichetta indimenticabile, quella che, per la sua straordinarietà, era da collocare nel mito”. Ma, del resto, qui si parla del brindisi italiano per eccellenza, quello “delle emozioni degli italiani”. È il ricordo a WineNews, uno dei siti più cliccati dagli amanti del buon bere, di Matteo Lunelli, alla guida con Marcello, Camilla e Alessandro Lunelli delle Cantine Ferrari, simbolo del Metodo Classico italiano Trentodoc, per #Vinitaly50Story, la cronistoria di mezzo secolo di Vinitaly e del vino italiano, attraverso le storie dei suoi personaggi, per i primi 50 anni della rassegna internazionale di riferimento del settore (Verona, 10-13 aprile; www.vinitaly.com).
Per diventare un’icona della “dolce vita” italiana “ci sono voluti un secolo, 50 anni di storia di Giulio Ferrari, tre generazioni della famiglia Lunelli, un territorio straordinariamente vocato, chiave di ogni grande vino, la passione di tutti coloro che si sono avvicendati in azienda, e la fortuna di essere espressione di uno stile di vita che tutto il mondo ama ed invidia - dice Matteo Lunelli - e pensare che, tra tanti episodi, se nella Seconda Guerra Mondiale la cantina che Giulio Ferrari aveva murato nel suo palazzo, sperimentando il primo invecchiamento “forzato” di Ferrari, fosse stato colpita nel bombardamento di Trento oggi non saremo qui”. E Warhol, Papa Giovanni Paolo II, Margareth Thatcher, Nixon e Kissinger, la Regina Elisabetta II, Gorbaciov, Andreotti, Mitterand, Chirac, Bush, Putin, Schröder, Ciampi, Berlusconi, D’Alema, Hollande, Angela Merkel, Senna, Villeneuve, Schumacher, Niky Lauda, Alain Prost, Stoner, Valentino Rossi, Roger Moore, Charlton Heston, Ugo Tognazzi, Lina Wertmüller, Woody Allen, Bruce Willis, Carlo Verdone, i Missoni, i Versace, Gucci, Benetton, Pavarotti, tanto per citarne solo alcuni, non lo avrebbero bevuto. E con loro, almeno una volta nella vita, milioni di italiani.
Fondata nel 1902, a Trento, la Ferrari è l’azienda della famiglia Lunelli, discendente di quel Bruno che nel 1952 aveva acquisito un coriandolo di cantina, dal fondatore Giulio Ferrari, uno dei più grandi pionieri del vino italiano, il cui sogno era stato quello di creare in Trentino un vino capace di confrontarsi con lo Champagne. Bruno Lunelli incrementa la produzione, trasmettendo la passione ai figli Franco, Gino e Mauro, con i quali, dagli anni Settanta, nascono le etichette mito Ferrari Rosé, Perlé, e, ovviamente, il Giulio Ferrari Riserva del Fondatore. Dagli anni Ottanta, al Ferrari si affiancano la grappa Segnana, l’acqua minerale Surgiva, i vini fermi trentini, toscani e umbri delle Tenute Lunelli (Tenuta Margon, Tenuta Podernovo e Tenuta Castelbuono con il Carapace, la cantina-scultura di Arnaldo Pomodoro) e lo storico marchio del Prosecco Superiore Bisol - “l’annuncio dell’acquisizione, nel 2014, proprio nei giorni di Vinitaly, è un mio ricordo personale e particolare”, dice Matteo Lunelli - dando vita al Gruppo Lunelli, con il ristorante stellato Locanda Margon, a Trento, a pochi passi dalla rinascimentale Villa Margon, e i Ferrari Spazio Bollicine nei luoghi simbolo della “dolce vita” italiana.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli