L’estate è ormai entrata nel vivo e sempre più italiani sono pronti a partire in auto per le vacanze. Ma le soste in autogrill per rifocillarsi e mangiare qualcosa sono diventate sempre più care: una bottiglietta d’acqua può costare fino a cinque volte di più rispetto al supermercato, un panino semplice arriva anche a 8,50 euro e una brioche costa mediamente il 47% in più che in città. Non mancano lievi cali rispetto al 2024, ma i rincari su prodotti essenziali, in particolare con il caldo, restano evidenti. Lo rivela Altroconsumo, che ha analizzato i prezzi in 16 aree di servizio tra Milano, Roma, Napoli e Venezia, per valutare il costo reale di una sosta lungo la rete autostradale. L’indagine, che confronta i costi di colazioni, pasti veloci e snack con quelli praticati fuori dall’autostrada, evidenzia come i prezzi siano alle stelle rispetto a bar e supermercati in città.
Sono migliaia le persone che ogni giorno si mettono in viaggio per raggiungere spiagge o altre località di vacanza attraverso la nostra rete autostradale: oltre 7.000 chilometri puntellati da circa 400 aree di servizio, in cui si sosta per una pausa rifocillante e il rifornimento. Ma, se l’auto può essere un’alternativa all'aereo (visti, in particolare, i costi dei voli e dei servizi extra) anche l’autogrill ha un costo da considerare. Altroconsumo, che ha visitato 16 aree di servizio di varie insegne (Autogrill, Chef Express, My Chef, Hermes, Sarni, Ristop) nei pressi di Milano, Napoli, Roma e Venezia ha rilevato che mangiare e bere in autostrada è caro e costa molto più che altrove: l’acqua è arrivata a quasi 3,20 euro al litro, il quintuplo rispetto ai supermercati, un panino può costare anche più di 8 euro e anche le brioche sono aumentate parecchio.
I costi medi sono piuttosto elevati: rispetto all’anno scorso, in alcuni casi sono aumentati e in altri diminuiti, ma restano sempre e comunque molto più alti rispetto ai prezzi al di fuori delle autostrade, con alcuni prodotti in particolare che si fanno notare, come l’acqua, ancor più essenziale per chi viaggia con queste temperature, eppure costosissima. Negli autogrill paghiamo 3,18 euro per un litro di acqua (prezzo simile per naturale o gassata), cinque volte quanto la paghiamo nei supermercati dove (secondo i dati di un’indagine in oltre 1.000 punti vendita) costa 63 centesimi (considerando le bottigliette da 500 ml). Va un po’ meglio rispetto ai prezzi rilevati l’anno scorso negli autogrill (- 5%), ma i costi di questo bene di prima necessità restano comunque troppo elevati nelle aree di servizio autostradali.
Un altro dato che si fa notare è l’aumento del prezzo delle brioche negli autogrill rispetto al 2024: le paghiamo il 16% in più. Mediamente si tratta di 2 euro a cornetto, ma si può andare da 1,50 a ben 2,20 euro, in base all’area di sosta. Anche in questo caso, i prezzi sono più alti del 47% rispetto ai bar fuori autostrada, dove paghiamo una brioche 1,37 euro in media.
La differenza si fa sentire anche per caffè e cappuccino. Un caffè al banco, nei bar lungo le autostrade, costa in media 1,46 euro (ma si va da 1,30 euro a 1,50 euro), il 7% in più rispetto all’anno scorso e il 21% in più rispetto ai bar in città (dove costa 1,20 euro in media). Il cappuccino all’autogrill invece costa 1,85 euro in media (da 1,60 euro nelle aree di servizio più economiche della rilevazione a ben 2,20 euro in quelle più care): prezzo stabile rispetto all’anno scorso, ma siamo comunque a +16% rispetto ai bar in città (dove costa 1,60 euro in media). Per un panino quest’anno siamo a circa 6,80 euro per una farcitura semplice (tipo salume e formaggio), il 6% in meno rispetto all’anno scorso, quando si superavano i 7,20 euro. Ma se andiamo oltre le medie, in alcuni casi lo avremmo pagato anche 8,50 euro. In generale il prezzo medio, anche se è sceso, è comunque più alto del 57% rispetto ai bar in città, dove un panino si paga mediamente 4,30 euro.
Se volete aggiungere una cola preparatevi al salasso: il costo del marchio più diffuso, Coca Cola, è di circa 8 euro al litro (in bottigliette di piccolo formato, tra 450 ml e 700 ml), più del quintuplo rispetto ai supermercati, dove costa in media circa 1,39 euro al litro. Stesso discorso per il gelato confezionato, che oltretutto aumenta del 5% rispetto all’anno scorso: per uno stecco ricoperto al cioccolato bisogna considerare di spendere più di 3 euro, più del doppio rispetto ai supermercati (dove, ad esempio il gelato Algida Magnum costa in media 1,30 euro). Spiccano i costi e gli aumenti degli energy drink (tipo Red Bull in particolare, che è il più presente e salato): si spendono quasi 16 euro al litro, il 23% in più rispetto all’anno scorso. Per un sacchetto di patatine si spendono circa 3,50 euro, per formati che variano da 165 gr a 200 gr. Se andiamo a vedere il prezzo al chilo c’è una netta diminuzione rispetto al 2024 (-28%), ma questo dipende dal fatto che quest’anno sono stati trovati più spesso i formati grandi, che hanno un prezzo al chilo più basso.
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