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IL COMMENTO

Export 2024 del vino italiano, Osservatorio Uiv-Vinitaly: “round favorevole, ma non convincente”

Si parla di “forte reazione in diverse piazze strategiche”, ma anche di “picchi in Russia e Giappone destinati a scemare”
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L’export è fondamentale per il vino italiano (ph: Pixabay/Reinhard Thrainer)

Un anno importante per il mondo del vino, il 2024, da molti atteso come quello della ripresa dopo un 2023 entusiasmante. E con i primi segnali positivi che sono arrivati dall’export, visto che, come ha già analizzato Winenews su dati Istat, nel periodo da gennaio ad aprile 2024 le esportazioni di vino italiano, a livello globale, hanno superato i 2,5 miliardi di euro (+7% in valore sullo stesso periodo 2023) ed i 690,76 milioni di litri (+5,8% in volume sul primo quadrimestre 2023). Ovviamente, al netto dei numeri che sono positivi, e quindi che è un segnale importante per il settore, è ancora presto per capire davvero come andranno le cose sui mercati in questo anno che si spera di ripresa.
L’Osservatorio Uiv-Vinitaly, ha parlato di “round favorevole, ma non convincente, delle esportazioni di vino italiano nel primo quadrimestre. Il rally di aprile traina l’export del vino tricolore in terreno ampiamente positivo nel primo quadrimestre, che chiude con un tendenziale a +5,8% nei volumi e a +7% nei valori (oltre 2,5 miliardi di euro). Ma i dati rilasciati da Istat non bastano a soddisfare appieno i player del settore. Secondo l’Osservatorio, i fortissimi rialzi degli ordini dalla Federazione Russa e dal Giappone - protagonisti del 60% dell’incremento complessivo dell’export - sono però destinati a sgonfiarsi nella seconda parte dell’anno. Da una parte, infatti, il risultato russo è fortemente condizionato da una domanda che nel quadrimestre ha registrato una vera e propria corsa alle scorte di vino e spumante (volumi a +120,5%) in vista dell’aumento delle accise, in vigore dall’1 maggio, con maggiorazioni delle aliquote fino al 243%. In Giappone (+36% volume) si riscontra invece un forte quanto inusuale aumento degli ordini di vino e agroalimentare proveniente da tutta Europa, con ogni probabilità legato anche all’entrata in vigore ad aprile della annunciata legge di riforma dell’autotrasporto merci, che ha imposto un abbassamento della durata massima delle ore di lavoro di camionisti e corrieri, tra le più alte al mondo. Questo fattore da inizio anno ha causato “stress da approvvigionamento” a tutti i livelli della logistica, come verificatosi nel 2021/22 in tutto il mondo a seguito della crisi dei container.
Oltre a ciò, è da comprendere il forte disallineamento in Germania: nel pari periodo il dato export sale a +0,4%, mentre alle dogane tedesche l’indicatore import scende a -12%, con un gap di 25 milioni di litri. Un fattore che non si riscontra per il nostro competitor principale sul lato sfusi, la Spagna, che vede crescite allineate export/import del 20% circa”. L’Osservatorio parla comunque di “un aprile - che si confronta con il precedente, il peggiore degli ultimi 5 anni - tuttavia positivo e di forte reazione in diverse piazze strategiche. Rispetto al saldo trimestrale, secondo Istat gli Stati Uniti e la Germania guadagnano 3 punti percentuali e si riposizionano in terreno positivo (volumi rispettivamente +2,6% e +0,4%), il Regno Unito è autore di un nuovo scatto (+12%), la Svizzera recupera da -6% a -1%, e fa bene anche il Canada (+5%). Sempre rispetto al trimestre, perde 8 punti la Cina che chiude i volumi ordinati a +3%”.

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