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LO SCENARIO

Export alimentare a 52 miliardi di euro nel 2023 (+6,6%). Ma sui mercati domina l’incertezza

Lollobrigida: “tante occasioni da cogliere, il mondo vuole il made in Italy”. Zoppas (Ice): “fiere fondamentali”. A Parma torna Cibus (7-10 maggio)
Cibus, Federalimentare, ICE, LOLLOBRIGIDA, ZOPPAS, Non Solo Vino
Export alimentare a 52 miliardi di euro nel 2023 (+6,6%). Ma domina l’incertezza

“Se ci sono più imprese che vogliono esporre di quelle possibili, e buyer di tutto il mondo che si vogliono accreditare, vuol dire che c’è grande richiesta di prodotti italiani nel mondo, ed il sistema fieristico in questo senso è un grande alleato”. Così, a WineNews, il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, commentando i dati di un export alimentare che, nel 2023, ha raggiunto il valore record di oltre 52 miliardi di euro, con un aumento del +6,6% sul 2022, nonostante un leggero calo in quantità del -2%, alla presentazione di Cibus n. 22 del salone legato al cibo italiano, di scena a Fiera di Parma dal 7 al 10 maggio, con oltre 3.000 brand presenti e 2.000 top buyer internazionali provenienti dai principali mercati obiettivo come Stati Uniti, Germania, Spagna, Francia, Regno Unito e Medio Oriente, ma anche dell’area Asean, con il ritorno della Cina, la grande assente durante la pandemia, e un’importante delegazione dal Giappone. Kermesse che che arriva in un momento complicato per le economie del mondo, segnato da tensioni sui prezzi, guerre e incertezza. Con un settore sempre più consapevole che per continuare a crescere l’agroalimentare made in Italy deve guardare all’estero e al futuro. Sta emergendo infatti un mix di fattori che possono rappresentare un rischio ma anche una opportunità per le nostre imprese: volatilità materie prime, costi energetici, polarizzazione dei canali distributivi. “Siamo cresciuti all’estero in valore - ha sottolineato, a WineNews, il presidente Federalimentare, Paolo Mascarino - ma con un -2% in volume, mentre in Italia le quantità hanno tenuto. Prova tangibile che sopra un certo livello di prezzo la domanda si riduce. L’importante per i nostri imprenditori, che già in questo periodo di crisi hanno fatto grandi sacrifici per non ribaltare tutti gli aumenti di costo sul prezzo finale cercando un equilibrio difficile tra salvare l’azienda e salvare la domanda, è continuare in questo cammino virtuoso per contenere al massimo i costi e portare i nostri prodotti sul mercato al prezzo giusto. Nel 2024 ci aspettiamo grandi cose, abbiamo fondamentali solidi, e la crisi, almeno quella inflattiva, sembra alle spalle. Abbiamo dei prodotti straordinari, e delle grandi opportunità di mercato. Dal 2013 al 2023 abbiamo raddoppiato l’export alimentare, da 26 a quasi 53 miliardi, ci aspettiamo una traiettoria simile anche nel futuro, ma naturalmente più diventa grande il fatturato più è difficile crescere. Nei Paesi terzi c’è ancora un gap da colmare, e questo dobbiamo farlo anche copiando dai nostri competitor che in alcuni mercati, come quello del vino in Asia, guardando ai francesi, fanno meglio di noi”.
Interpretare il futuro, tuttavia, è sempre più difficile, eppure è uno sforzo necessario. “Tutti i canoni di prevedibilità sui mercati sono saltati - ha aggiunto, ai nostri microfoni, il presidente Ice Agenzia, Matteo Zoppas - c’è tanta incertezza. Il vino, per esempio, che è prodotto di punta del made in Italy, è partito bene ad inizio anno, è calato di più a fine, e c’è tanta preoccupazione negli Stati Uniti, perchè la tendenza negativa e prolungata delle esportazioni essere legata sia al destocking che all’incertezza economica legata anche alle elezioni in Usa, ma sembra che anche la nuova legge sulla cannabis libera stia influendo anche sul calo dei consumi di vino. In ogni caso i nostri imprenditori sono sempre in trincea, e guardando al vino, come Ice e fiera di Verona, per esempio, stiamo organizzando questo “Vinitaly Usa”, il 20 e 21 ottobre 2024, format che ha già avuto successo l’anno scorso. Quest’anno andremo in massa, stiamo raccogliendo l’adesione di tante cantine molto rappresentative, per invertire la rotta. Cala anche l’Asia, e chi sta tendendo, stranamente, è la Germania, in controtendenza all’economia, e i Balcani, con i quali cercheremo di lavorare di più”.
Ma più in generale, spiega Zoppas, “c’è una mutazione negli assetti fieristici e nella loro internazionalizzazione che vanno cavalcati, perché altrimenti rischiamo di restare indietro rispetto agli altri Paesi; non è solo questione di dove possiamo arrivare sfruttando questi mutamenti ma dove rimarremmo se non lo facessimo. Sia un esempio quanto sta accadendo nel panorama delle piattaforme fieristiche fuori dall’Italia legate al mondo del vino. Eventi come Cibus sono molto importanti per fare il punto sulla situazione dei mercati domestici ed internazionali, ma anche l’opportunità, soprattutto per le Pmi, per iniziare o accrescere il proprio percorso di internazionalizzazione, rafforzando la presenza e individuando nuove opportunità e nuovi mercati. Le fiere - continua Zoppas - sono il punto di incontro tra buyer esteri, che arrivano in Italia anche grazie all’Agenzia Ice, e gli imprenditori italiani, soprattutto quelli delle Pmi, che hanno la possibilità di stringere i rapporti e concludere contratti che in alcuni casi potrebbero far raddoppiare il fatturato in pochi anni. Stiamo assistendo ad una forte accelerazione di tutto il Sistema Paese, attraverso l’intensa collaborazione tra Ice, Cdo, Sace e Simest, sotto la guida dei ministeri coinvolti che anche loro stanno serrando i ranghi, nel sostegno agli imprenditori che vogliono andare all’estero. Un esempio della capacità di far sistema è senza dubbio l’operazione che ha portato la pasta italiana nello spazio e che rappresenta un’opportunità promozionale incredibile per la cucina italiana soprattutto se la colleghiamo alla candidatura a Patrimonio Immateriale Unesco, promossa dai ministri Sangiuliano e Lollobrigida. Dobbiamo essere bravi a sfruttare queste attività di promozione perché la cucina italiana non è solo valore numerico ma ha un ruolo ed un valore strategico per l’export italiano nel mondo”, conclude Zoppas.
D’altra parte, “il made in Italy è l’insieme delle migliori qualità che possiamo offrire. Dobbiamo raccontare al resto del mondo l’eccellenza del sistema agroalimentare italiano facendo conoscere sempre di più i nostri prodotti. L’export rappresenta un asset primario per l’economia della Nazione, per questo è fondamentale creare occasioni, in cui incontrarsi e discutere dei nuovi scenari e delle nuove strategie per il settore. Cibus, che ho avuto modo di presentare ad inizio marzo in Giappone, insieme al presidente dell’Agenzia Ice Matteo Zoppas e all’Ambasciatore Gianluigi Benedetti, rappresenta senz’altro un momento per affermare il nostro modello alimentare come riferimento globale”, ha detto il Ministro Lollobrigida, che, a WineNews, ha aggiunto: “lavoriamo quotidianamente insieme ad Ice Agenzia, per cercare di aprire più strade possibile alle nostre imprese, e devo dire che basta provarci e ci si riesce, perchè nel mondo aspettano l’Italia a braccia aperte. Lavoreremo non solo per contrastare le difficoltà, ma anche nella visione strategica. Semplificare, sostenere, incentivare: questi - ha ribadito Lollobrigida - sono i pilastri su cui si muove l’azione del Governo. L’Italia ha grandi potenzialità, ne siamo consapevoli, bisogna dare l’opportunità di svilupparle meglio, con meno leggi e più eque, che è quello che chiediamo anche all’Unione Europea. Che ha sovraccaricato i nostri imprenditori di norme, balzelli, regole, spesso in contrasto tra loro. È ora di semplificare capendo che la competizione non è all’interno dell’Europa, ma è mondiale, e quindi dobbiamo mettere i nostri imprenditori nella possibilità di competere alla pari con chi ha meno regole”.
Non di meno, l’orizzonte del settore è molto incerto a livello globale per l’incertezza degli scenari internazionali, ma anche delle normative intra ed extra Ue. Nonostante la riduzione dei margini e del reddito disponibile, il rischio di nuovi dazi e di legislazioni iper restrittive, le aziende del settore continuano ad investire e innovare guardando con crescente attenzione alle esigenze del consumatore e del pianeta, come dimostrano le migliaia di prodotti che saranno esposti a Cibus 2024 per ridare valore a categorie messe a dura prova dalle guerre e dalla crisi climatica.
I prezzi alimentari al consumo purtroppo per fattori esogeni alle imprese - secondo i dati di Federalimentare - corrono così più dell’inflazione: una tendenza che contraddice le antiche doti calmieratrici del settore e che si evidenzia anche nei primi mesi del 2024. Nel 2023, a fronte di un’inflazione media del 5,7%, i prezzi al consumo del comparto si sono attestati al +9,8% e questi aumenti non riusciranno a coprire l’impennata dei costi di produzione. Segnali ulteriori di vulnerabilità emergono guardando anche le macro quotazioni internazionali delle materie prime agricole, che nel decennio 2014 - 2024 sono tutte cresciute a doppia cifra (fonte: Banca Mondiale). Elementi che si sommano, secondo Federalimentare, alle tensioni delle importazioni cerealicole che - anche a causa del conflitto Ucraino - sono ad alto rischio con evidenti conseguenze sulla volatilità dei prezzi dei prodotti che sono alla base della dieta mediterranea. Un caso emblematico per esempio è rappresentato dall’olio extravergine di oliva, dove il raddoppio dei costi della materia prima, e quindi l’aumento esponenziale dei prezzi del prodotto finito, ha costretto un consumatore italiano su 3 ha ridurne il consumo, come ha rilevato una recente ricerca presentata a Cibus Lab, a Bitonto, l’8 marzo. Esempi che evidenziano nel complesso come l’Industria alimentare nazionale, nonostante sia strutturalmente “ostaggio” dei trader internazionali per circa un terzo delle materie prime, continua a competere e a crescere grazie ad una straordinaria flessibilità e creatività che ha consentito ai consumatori italiani di non impoverire troppo il proprio carrello della spesa e ai distributori internazionali adattare rapidamente i propri assortimenti per non perdere troppi volumi. “Il futuro del made in Italy Alimentare - afferma Antonio Cellie, ad Fiere di Parma - dipenderà dalla sua capacità di continuare ad innovare e investire restando fedele a tradizioni e territori. Dall’osservatorio privilegiato di Cibus siamo molto fiduciosi rispetto alla consistenza delle nostre imprese e dei nostri prodotti. Negli ultimi anni abbiamo ulteriormente incrementato il value for money della nostra offerta che diventa sempre più interessante per le principali geografie del nostro export a tutto vantaggio della bilancia commerciale e delle varie filiere”. In questa chiave Cibus ha promosso e realizzato un Osservatorio sul settore food, che Fiere di Parma svilupperà in collaborazione con il Cers, Centro di Ricerca per lo Sviluppo Imprenditoriale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Un Monitor per offrire a imprenditori, manager e policy-makers un quadro costantemente aggiornato sull’andamento internazionale del settore food, fornendo indicazioni utili ai fini della ricerca di opportunità di sviluppo commerciale nei mercati esteri attraverso una metodologia comparata e costantemente aggiornata. Già in occasione del salone verrà presentato in anteprima un primo nucleo di dati della ricerca volta ad analizzare i trend della competitività delle principali regioni del mondo (Europa, America, Asia). Uno studio che vedrà la sua piena realizzazione in autunno, con l’analisi dei dati sulle esportazioni di 11 Paesi chiave: Italia, Germania, Spagna, Portogallo, Polonia Belgio, Paesi Bassi, USA, Cina, Brasile e Thailandia. L’obiettivo è fare un assessment sulla competitività internazionale di ciascun paese, attraverso l’analisi dell’evoluzione della posizione competitiva negli ultimi cinque anni e dei principali mercati di destinazione dei prodotti alimentari.

Focus - Cibus 2024: format & programma …
Cibus offrirà uno spaccato completo del settore alimentare italiano, presentando in fiera tutto il meglio dei principali settori dell’Agroalimentare Made in Italy: formaggi e derivati del latte, carni e salumi, gastronomia e prodotti surgelati, oltre alla sezione grocery, con pasta, dolci, conserve e condimenti, pilastro del nostro export agroalimentare. A Parma, grazie alla collaborazione con Agenzia Ice, saranno infatti presenti buyer, category manager e responsabili acquisti delle più importanti catene di supermercati, tra cui hanno già aderito Loblow e Metro Canada, Albertsons, Central Market, H-E-B, Hy-Vee, Walmart, Whole Foods Market USA (dal Nord America); Grupo Pao de Açucar, Alkosto, Tottus e Cencosud (dal Sud America); Billa, Rewe, Spar, Colruyt, Metro, Iki, Maxima, Hanos, Jumbo Supermarkten, Auchan Retail, Sonae, Eroski, Manor, Migros, Marks & Spencer, Ocado, Waitrose (dall’Europa); Aeon, Itochu, Kato Sangyo, Ok Corporation, City Super Shanghai, Hyundai Green Food, Lotte Mart, Nongshim (dall’Asia); Lulu Group, Shufersal (dal Medio Oriente), Pick n Pay, Woolworths, Coles da Sud Africa e Australia. Saranno, altresì, presenti le realtà di riferimento a livello internazionale per l’horeca, così come gli importatori e i distributori chiave per il Made in Italy nel mondo, tra questi per esempio Kehe Distributors, US Food, Baldor, Atalanta, Sysco, Bidfood, Angliss, Classic Fine Food, Sodexo, Winterbotham Darby, AMS Sourcing, Dagab, Haugen Gruppen, Coop Trading, Sligro, Transmed, Choitrams, Truebell, Ali bin Ali, Bright View, COFCO, Emporium Corporation, Giraud Restaurant System, Monte Bussan Global Pacific Victory, Gourmet Partner, Food Gallery Limited, Jagota. Una nutrita presenza internazionale, risultato del roadshow che Cibus ha sviluppato nell’ultimo anno nei principali mercati insieme ad Agenzia Ice. Un tour globale che ha già toccato Colonia, Shanghai, Las Vegas e che vedrà tra le prossime tappe Dubai e Tokyo, per concludersi tra giugno e ottobre a New York (Usa) e Parigi. Tantissimi i top buyer che potranno vivere l’esperienza immersiva dei Cibus Destination, un programma di retail e technical tour altamente coinvolgenti, organizzati nel territorio e all’interno delle aziende della Food Valley. Previsti anche tour on site, a Cibus, con visite e degustazioni dedicate alle richieste ed esigenze specifiche dei top buyer italiani ed esteri. Prodotti regionali, fuori casa, innovazione, prodotti di nicchia e per il segmento fine dining: sono solo alcuni percorsi di scoperta che guideranno i visitatori professionali tra gli stand della fiera. Lo spazio, collocato strategicamente all’ingresso), ospiterà aree di successo di Cibus, come l’Innovation Corner (la vetrina espositiva delle novità di prodotto presentate in fiera dagli espositori) e la Startup Area, nata in collaborazione con Le Village di Crédit Agricole. Per la prima volta, a Cibus, “T-OWN”: un progetto che, in modo originale, presenterà le idee e le iniziative messe in campo dalle aziende agroalimentari per informare i consumatori finali delle caratteristiche sociali, energetiche e nutrizionali dei singoli prodotti. Una call for ideas progettata dallo spin off T_OOL. Tra le anticipazioni, anche un ricco programma di convegni e iniziative dedicato all’Authentic Italian Food & Beverage. Il focus interesserà tre grandi filoni tematici: i nuovi equilibri tra distribuzione e industria di marca, esplorando le ricadute sulla filiera dopo i recenti patti anti-inflazione; la protezione e valorizzazione del patrimonio gastronomico tradizionale attraverso il confronto delle diverse esperienze e best practice dei Consorzi italiani ed esteri; i percorsi tematici a Cibus dedicati agli operatori dell’horeca.

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