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I NUMERI

Export del vino italiano, nel 2024 volano le bollicine, ma anche i vini fermi fanno meglio del 2023

I dati pubblicati da Ismea, analizzati da WineNews: vini Dop, i fermi sono il 52,5% delle esportazioni complessive in volume ed il 57,6% in valore

Si parla sempre più spesso delle difficoltà che sta attraversando il mondo del vino, e quindi dei consumi che cambiano, di un appeal non più così forte verso le nuove generazioni, di un comparto dove la parte degli spumanti, soprattutto in Italia, sta crescendo contribuendo alla stabilità generale. E se c’è sicuramente del vero, basti appunto pensare alla crescita degli spumanti, capaci di “sottrarre” quote di mercato ai vini fermi, con un export, nel 2024, di 555,5 milioni di litri sui 495,7 del 2023 (+12%), per un valore di 2,3 miliardi di euro (+5%), guadagnando il 28,4% in valore ed il 26,4% in volume di tutte le esportazioni di vino italiano (secondo i dati Istat analizzati da WineNews), i numeri, però, raccontano anche di uno stato di salute buono per i vini fermi. In particolare quelli a denominazione (Dop/Igp), capaci non soltanto di “resistere”, ma addirittura di fare meglio nel confronto tra 2023 e 2024. Come, infatti, riportano i dati pubblicati da Ismea ed analizzati da WineNews, l’export per i vini fermi Dop, nel 2024, ha superato i 6 milioni di ettolitri (+7,6%), per un valore di 3,17 miliardi di euro (+5,6%). Un trend positivo che riguarda anche gli Igp fermi che, nel 2024, hanno oltrepassato la soglia dei 4,5 milioni di ettolitri (+3,4%), generando esportazioni per 1,48 miliardi di euro (+1,1%). Il calo, piuttosto, si è verificato nella categoria dei vini “comuni”, comunque dominata dai fermi, e soltanto nei volumi, con un export a 3 milioni di ettolitri (-11,4%), ma con il valore a 341,9 milioni di euro (+5,8%).Tra i vini Dop, i fermi rappresentano il 52,5% delle esportazioni complessive in volume ed il 57,6% in valore (anno 2024). Un calo c’è stato, ma non certo di quelli “monstre”: nel 2023, infatti, i fermi si prendevano il 54,23% dei volumi e il 58% in valore delle esportazioni.
Ismea ha evidenziato che con quasi 22 milioni di ettolitri spediti oltre frontiera, l’export vinicolo italiano ha superato nel 2024 il traguardo degli 8 miliardi di euro di fatturato. Un nuovo record, ma “favorito anche dalla corsa alle scorte negli Stati Uniti, sotto la minaccia di dazi sui prodotti made in Eu ribaditi da Trump, anche negli ultimi giorni”. Oltre allo scatto in avanti dei valori (+5,5%), tornano a crescere i quantitativi inviati all’estero con un +3,2%, dopo la battuta d’arresto del 2024. Ottimo il risultato che arriva dalle bollicine, oggi il 25% dell’export in volume e il 29% del valore maturato sui mercati esteri. Il bilancio dell’anno del segmento spumanti è estremamente positivo, con una progressione del 12% in termini quantitativi e del 9% nei corrispettivi monetari.
L’Italia si conferma leader mondiale per volumi esportati e seconda in valore dietro la Francia, con una dinamicità dell’export che non ha rivali in Europa. Il Paese transalpino ha mantenuto i volumi del 2024, ma ha subito un lieve calo dei valori (-2%), mentre la Spagna ha mostrato una battuta d’arresto in quantità (-3%) a fronte di un incremento degli introiti (+4%).
Scendendo nel dettaglio delle principali categorie dell’export delle cantine nazionali, le elaborazioni Ismea sui dati Istat evidenziano una crescita sostenuta per i vini a denominazione di origine protetta (Dop), che chiudono l’anno con un incremento del 6,5% in valore e del 7,6% in volume, grazie anche al contributo positivo dei vini fermi. Gli Igp registrano un aumento più moderato (+1,3% in valore, +2,8% in volume), mentre i comuni subiscono una contrazione di quasi il 7% in quantità, compensata da un equivalente incremento dei corrispettivi monetari.
Gli Stati Uniti si confermano il primo mercato di destinazione del vino tricolore con un peso che ha raggiunto, nel 2024, il 24% del fatturato complessivo maturato all’estero, grazie al balzo in avanti del 10,2% (+7% gli ettolitri). Le esportazioni verso la Germania, secondo mercato di riferimento, crescono in valore di quasi il 4%, ma cedono a volume, mentre avanzano, ma a passo moderato, le esportazioni verso il mercato britannico (+1% a valore, +2% a volume).
Ottimi gli sviluppi delle vendite in Canada, al quarto posto tra i principali clienti (+15,3% il fatturato, +4% gli ettolitri), e in Russia, che nell’intera annata trascorsa ha incrementato gli acquisti di vini e spumanti italiani di oltre il 40% sia a valore che a volume.

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