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MERCATI

Export, la brusca frenata del vino italiano: +0,4% nei primi cinque mesi 2023

Analisi WineNews su dati Istat: il fatturato è sui livelli di un anno fa (3,08 miliardi di euro). Giù anche i volumi: -1,6%. Resiste solo la Germania
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I primi 5 mesi del vino italiano sui mercati

Niente panico, perché la frenata dei consumi, a livello globale, è sotto gli occhi di tutti, e non sorprende che anche il vino italiano ne paghi le conseguenze. Del resto, gli stessi produttori, a WineNews, hanno indicato inflazione e consumi a rilento come preoccupazioni principali nelle loro riflessioni sul quadro economico mondiale e le prospettive future (qui). A dare forma ai timori delle nostre cantine, ci pensano i dati Istat, che certificano una brusca frenata delle esportazioni del vino italiano nei primi 5 mesi 2023, nei quali il giro d’affari è stato praticamente lo stesso del periodo gennaio-maggio 2022: 3,08 miliardi di euro (+0,4%). E non va certo meglio dal fronte dei volumi, a quota 844 milioni di litri (-1,6%). Si salvano in pochi, in questi primi 5 mesi 2023, in cui le note rassicuranti arrivano da Francia, Germania e Gran Bretagna, mentre gli Stati Uniti, da anni locomotiva della crescita del vino italiano nel mondo, si ritrovano inaspettatamente in terreno negativo, così come Canada e Giappone.

Partendo dai mercati più vicini al Belpaese, i dati Istat sul commercio estero, relativi al periodo gennaio-maggio 2023, analizzati da WineNews, mostrano prima di tutto l’ennesima ottima performance della Francia, che ha importato 136 milioni di euro di vino italiano nei primi cinque mesi 2023 (+18%). Ancora in territorio negativo la Svizzera, a 172,4 milioni di euro (-1,8%), con l’Austria che cresce, invece, del +3,1%, a 52,8 milioni di euro. Solida la performance della Germania, in crescita del +1,8%, per 479 milioni di euro di vino italiano importato, tra gennaio e maggio 2023. Crescono, seppure in maniera quasi impercettibile, anche i Paesi Bassi, a 95,3 milioni di euro, ed il Belgio, che supera i 90 milioni di euro di importazioni, entrambi al +0,9% sui primi 5 mesi 2022.

Andando verso il Nord Europa, non inverte la rotta la Danimarca, che scivola a 61,6 milioni di euro, in calo del 12,7% nei primi 5 mesi 2023. Anche la Svezia, purtroppo, si accoda al resto della Regione, facendo segnare un calo del -2,7%, e fermandosi quindi a 84,9 milioni di euro. Si aggrava anche la caduta della Norvegia, che perde, nel periodo gennaio-maggio 2023, il 6,8%, scivolando a 44 milioni di euro. La seconda buona notizia, come anticipato, arriva dalla Gran Bretagna, che, nonostante l’inflazione, ha segnato una crescita del Pil dello 0,2% nel secondo trimestre dell’anno, mentre nei primi 5 mesi ha importato 299 milioni di euro di vino italiano, il +1,8% sul 2022.

Continua a crescere la Russia, dove le divergenze politiche con i Governi europei non sembrano avere alcuna conseguenza sulle spedizioni di vino italiano, che, a Mosca, nel periodo ha fatturato 58,9 milioni di euro (+73,8%). Male, per la prima volta dalla fine della fase più acuta della pandemia, ossia dal 2020, il nostro primo partner commerciale, gli Stati Uniti, che hanno chiuso a quota 751,5 milioni di euro (-2,3%). Ancora in calo, ma meno dell’ultima rilevazione, le esportazioni verso il Canada, a 137,7 milioni di euro (-19,2%). Infine, i mercati dell’Asia, con il Giappone che perde il 5,4% sul 2022, fermandosi a quota 73,4 milioni di euro, mentre la Cina, seppure ancora in rosso, migliora leggermente il dato di aprile, attestandosi sui 39 milioni di euro, riducendo il calo sui primi cinque mesi del 2022 al -19,3%. In linea con un anno fa il dato di Hong Kong, con 11,8 milioni di euro di vino italiano acquistato (+3%), che non sfonda in Taiwan, fermandosi ad appena 7,8 milioni di euro (-19,2%).

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