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FERRERO, BARILLA, PARMALAT E CREMONINI VOLANO ALTE SULLA CRISI: SONO LE AZIENDE ITALIANE DEL FOOD & BEVERAGE IN CLASSIFICA 2009 DEI 250 PRODUTTORI DI BENI DI CONSUMO DEL MONDO, SECONDO LO STUDIO “GLOBAL POWERS OF CONSUMER PRODUCTS” DI DELOITTE

Ferrero, Barilla, Parmalat e Cremonini sono le aziende italiane del food & beverage nella classifica dei 250 principali produttori di beni di consumo nel mondo, riportata nell’edizione 2009 dello studio “Global Powers of Consumer Products” di Deloitte, una delle più grandi realtà di servizi e consulenza alle imprese del mondo. In particolare, il Gruppo Ferrero avanza di 6 posizioni (dal n. 106 al n. 100), mentre il Gruppo Barilla ne guadagna ben 68 (da 191 a 123) e il Gruppo Parmalat e Cremonini registrano le minori variazioni, avanzando rispettivamente di una (129) e due posizioni (207). Giunta all’edizione n. 2, la “Global Powers of Consumer Products” fotografa a livello globale le performance dell’industria dei beni di consumo, indagandone i trend e delineando le possibili evoluzioni, le sfide e i driver di crescita. La classifica dei 250 maggiori produttori al mondo si basa sull’analisi dei dati disponibili al 30 giugno dell’anno precedente, data di chiusura dell’anno fiscale per la maggior parte delle società in classifica.

“Anche se i dati della ricerca sono relativi a periodi antecedenti l’attuale situazione economica, si può affermare che i produttori di beni di consumo del settore food & beverage sembrano essere i più capaci a minimizzare gli effetti della crisi - sottolinea Dario Righetti, partner di Deloitte e responsabile per l’Industry Consumer Business in Italia - nel breve periodo, probabilmente, anche queste aziende registreranno un rallentamento dei tassi di crescita come emerge già dai primi dati raccolti, ma continueranno comunque a essere quelle che si difenderanno meglio”.

Le vendite totali riportate dai principali 250 produttori di beni di consumo al mondo hanno raggiunto quota 3.000 miliardi di dollari nell’anno concluso al 30 giugno 2008, con una crescita media del 10,6% (oltre un terzo delle aziende riporta una crescita a doppia cifra). L’ammontare delle vendite medie per le aziende in classifica è pari a 12 miliardi di dollari e, in particolare, in termini di fatturato le società italiane pesano soltanto per l’1,18% sul totale dei top 250: nel periodo in esame, le vendite di Ferrero, Barilla, Parmalat e Cremonini hanno riportato un incremento medio pari al 3% circa.

“L’andamento complessivamente positivo dei gruppi italiani dovrebbe essere di incoraggiamento per le aziende del nostro Paese, che troppo spesso sono convinte di partire svantaggiate rispetto ai competitor internazionali - prosegue Righetti - anche se da un lato scontiamo un deficit dimensionale rispetto a Paesi di dimensioni decisamente più grandi come gli Stati Uniti o “low cost” come i Paesi asiatici, dall’altro possiamo contare su competenze e risorse assolutamente in grado di affrontare le sfide che provengono dai mercati internazionali, si pensi ad esempio alla recentissima nomination da parte del Reputation Institute di Ferrero quale azienda più affidabile al mondo”.

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