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L’OPINIONE

Ferruccio De Bortoli: “tendiamo sempre a sottovalutare il peso del settore primario”

Per lo storico giornalista e saggista italiano si tratta di “un errore ricorrente che rischia di essere fatale per l’Ue, al punto di indebolirla”
AGRICOLTURA, FERRUCCIO DE BORTOLI, PAC, SETTORE PRIMARIO, UE, Non Solo Vino
Il giornalista Ferruccio De Bortoli

“Tendiamo sempre a sottovalutare il peso del settore primario. La nostra attenzione è rivolta all’industria che rischia il declino. Il focus è sulla competitività che langue per difetto di innovazione e ricerca. Non sulle produzioni agricole, per quanto siano indispensabili. Un errore ricorrente che rischia di essere fatale per l’Unione Europea, al punto di indebolirla”. Una riflessione che arriva da Ferruccio De Bortoli, storico giornalista e saggista italiano, che parla di una miopia politica che potrebbe costare cara all’Europa.
Il suo intervento, nei giorni scorsi, su “L’Economia” del “Corriere della Sera” (quotidiano del quale è stato due volte direttore, dal 1997 al 2003 e dal 2009 al 2015, nonché de “Il Sole 24 Ore” dal 2005 al 2009), arriva in un momento critico per l’agricoltura: tra il 2028 e il 2034 è previsto un taglio di oltre 80 miliardi di euro alla Politica Agricola Comune (Pac), una riduzione superiore al 20% sul periodo 2021-2027 (come abbiamo riportato da WineNews, sempre nei giorni scorsi). Una misura, che, secondo le organizzazioni agricole italiane, colpirà 770.000 aziende agricole nel nostro Paese, già messe a dura prova da crisi climatiche, rincari energetici e concorrenza globale.
In un mondo che corre verso la digitalizzazione e l’innovazione industriale, l’agricoltura resta ai margini del dibattito pubblico. Le cause? Una percezione distorta del settore come “vecchio” e poco redditizio, la distanza tra città e campagna, la scarsa rappresentanza mediatica e una politica europea che continua a ridurre il sostegno economico. Il malessere è profondo, soprattutto in Francia e Italia, e “si rischia di alimentare stagioni di grandi proteste dagli esiti politici incerti se non nefasti”, continua il giornalista De Bortoli. Per il quale, infatti, “non è solo una questione di risorse, che per l’agricoltura europea risultano comunque tagliate del 24%. È una questione politica ed identitaria”, e la frase che spiega cosa pensano gli agricoltori è “paghiamo noi il riarmo dell’Europa”.

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