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EMERGENZA COVID-19

Filiera agroalimentare e “indotto” non si fermano: le novità dell’ultimo Decreto del Governo

La sintesi dello Studio Giuri: “rimangono in funzione le attività agricole e alimentari, e le filiere che ne forniscono beni e servizi”
AGRICOLTURA, ALIMENTARE, CORONAVIRUS, DPCM 22 MARZO, GOVERNO, STUDIO GIURI, Italia
Coronavirus: filiera agroalimentare e “indotto” non si fermano

Con la nuova “stretta” per le attività produttive sancita con il decreto del Governo in vigore da ieri per arginare il contagio del Covid-19, poco o nulla cambia per la filiera agroalimentare del Belpaese - e per buona parte dell’indotto, con le attività che dovranno però inviare delle comunicazioni alle prefetture - ovviamente inclusa tra quelle indispensabili per la vita delle persone. A sintetizzare le nuove disposizioni per il settore è, come di consueto, lo Studio Giuri, tra i leader nell’expertise legale del mondo dell’agroalimentare e del vino.
“Con il nuovo Dpcm (22 marzo 2020) vengono chiuse tutte le fabbriche, sull’intero territorio nazionale, che non sono considerate strategiche per il Paese.
Rimangono in funzione quelle agricole/alimentari e il settore dell’igiene personale e della sanità: un’altra serie di attività restano aperte, in quanto considerate attività economiche essenziali. Tra queste troviamo le fabbriche che producono materiali plastici, l’industria della carta e del cartone, il settore dell’acqua e dell’energia elettrica, le attività per la distribuzione del gas e quelle connesse alla meccanica e agli autoveicoli, i trasporti, i servizi di pulizia e di vigilanza.
Per il settore agricolo ed agroalimentare questi sono considerati settori strategici e quindi potranno restare aperti e si considerano comprese nelle attività consentite anche le filiere che ne forniscono beni e servizi: “restano sempre consentite anche le attività che sono funzionali ad assicurare la continuità delle filiere delle attività di cui all’allegato 1, nonché dei servizi di pubblica utilità e dei servizi essenziali di cui alla lettera e), previa comunicazione al Prefetto della provincia ove è ubicata l’attività produttiva, nella quale sono indicate specificamente le imprese e le amministrazioni beneficiarie dei prodotti e servizi attinenti alle attività consentite; il Prefetto può sospendere le predette attività qualora ritenga che non sussistano le condizioni di cui al periodo precedente. Fino all’adozione dei provvedimenti di sospensione dell’attività, essa è legittimamente esercitata sulla base della comunicazione resa.
Importante per le attività funzionali alla filiera: è necessaria una preventiva comunicazione al prefetto della provincia ove è ubicata l’attività produttiva. Il prefetto potrebbe sospendere l’attività se non la ritiene funzionale per la continuità della filiera.

Nota Bene - L’apertura ed il funzionamento del settore agricolo ed agroalimentare (e della filiera) dovranno in ogni modo rispettare rigorosamente tutti i precedenti provvedimenti Dpcm emanati nelle scorse settimane ed in particolare si ricorda:
a) Il protocollo sulla sicurezza sui luoghi di lavoro del 14 marzo 2020, salvo Protocolli ancora più rigorosi disposti dalle singole Regioni;
b) Raccomandazioni dpcm 11 marzo 2020 per le aziende:
1. sia attuato il massimo utilizzo da parte delle imprese di modalità di lavoro agile per le attività che possono essere svolte al proprio domicilio o in modalità a distanza;
2. siano incentivate le ferie e i congedi retribuiti per i dipendenti nonché gli altri strumenti previsti dalla contrattazione collettiva;
3. siano sospese le attività dei reparti aziendali non indispensabili alla produzione;4. si assumano protocolli di sicurezza anti-contagio e, laddove non fosse possibile rispettare la distanza interpersonale di un metro come principale misura di contenimento, con adozione di strumenti di protezione individuale;5. siano incentivate le operazioni di sanificazione dei luoghi di lavoro, anche utilizzando a tal fine forme di ammortizzatori sociali.
Nota bene: per le sole attività produttive si raccomanda altresì che siano limitati al massimo gli spostamenti all’interno dei siti e contingentato l’accesso agli spazi comuni; ai favoriscono, limitatamente alle attività produttive, intese tra organizzazioni datoriali e sindacali.Per tutte le attività non sospese si invita al massimo utilizzo delle modalità di lavoro agile.

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