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Tira aria di commissariamento per Enoteca d’Italia… Rischio di amministrazione straordinaria dopo l’avviso al presidente Garrone. Alemanno: «Il progetto va avanti». Lo spettro del commissariamento minaccia Enoteca d’Italia. Dopo le dimissione del presidente Pier Domenico Garrone, la società di Buonitalia per la promozione del vino made in Italy è nella bufera. Una bomba innescata dalle indagini della Procura di Asti, che hanno portato ad otto avvisi di garanzia. Oltre allo stesso Garrone, risulta indagato, tra gli altri, il sottosegretario alle Politiche Agricole, con delega al vino, Teresio Delfino. Secondo le prime indiscrezioni, due sarebbero le ipotesi di accusa: truffa ai danni dello Stato e false fatturazioni.
Una tempesta che arriva da lontano. Qualche giorno prima, il procuratore capo di Asti, Sebastiano Sorbello, aveva infatti aperto un fascicolo sui presunti ammanchi nelle Casse di Enoteca del Piemonte, anch’essa presieuduta da Garrone e recentemente commissariata. Una pista che ha condotto gli inquirenti fino alla sede romana di Enoteca d’Italia. Le spontanee dimissioni di Garrone da entrambe le cariche son arrivate puntuali. Definendole «un atto dovuto, l’ex presidente ha ribadito con forza la propria estraneità ad ogni ipotesi di reato. Sulla stessa lunghezza d’onda, il sottosegretario Delfino: “Sono sereno sulla correttezza e sulla piena legalità del mio operato. L’ulteriore corso delle indagini farà chiarezza sulla situazione”. Nata da un progetto interregionale per la promozione del vino, dotata di un cda a nomina mista (governo-regioni) e fortemente voluta dal ministro per le Politiche Agricole Gianni Alemanno, Enoteca d’Italia è stata istituita nel 2003 con uno stanziamento di 20 milioni di euro. Se questo è il passato, il futuro resta incerto. Sul piatto oltre al commissariamento, c’è un possibile accorpamento in Buonitalia Spa, società che possiede il 100% di Enoteca d’Italia senza tuttavia avere alcun compito di gestione. Lo ha dichiarato lo stesso Alemanno: « Il progetto Enoteca d’Italia deve andare avanti ma il nuovo ambito di intervento sarà legato a Buonitalia». Il ministro ha comunque precisato che «già da qualche tempo è stata predisposta, su proposta di Buonitalia, la procedura per porre in liquidazione la società».


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