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Finanza & Mercati

La pubblicità “anima” il Tavernello … La cooperativa che produce il vino in brik ha speso per l’ultimo spot che evoca un talk show 1,5 milioni di euro. Chi in queste giornate piovose post ferragostane abbia guardato un po’ di tv, avrà notato il bombardamento di spot per reclamizzare Tavernello. Un frame informativo che simula un talk show, dove finti ospiti e un finto conduttore discutono sui motivi del successo del vino in brik. “Abbiamo investito circa 1,5 milioni di euro per realizzare questa campagna pubblicitaria che durerà due settimane e andrà in onda su tutte le principali emittenti nazionali” dice Roberto Sarti, la cooperativa che produce oltre al Tavernello, il Castellino e il Brumale, il più recente degli esperimenti dell’azienda romagnola. “Ogni anno spendiamo tra i 3,5 e i 4 milioni di euro in pubblicità - prosegue Sarti - del resto il nostro è un prodotto di massa e la pubblicità è indispensabile per continuare a mantenere livelli di vendita consolidati”. Nonostante i pregiudizi contro i vini in brik, il Tavernello riscuote un enorme successo in Italia. “E’ un fenomeno tipico italiano. Anche in Spagna il brik è diffuso, ma il mercato è presidiato dai produttori locali, invece in Francia, se non è vetro, preferiscono la plastica. Nel resto d’Europa, dove il vino è un fenomeno più elitario, si beve praticamente solo in bottiglia” conclude Sarti

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